collina, comune di Montespertoli, località Anselmo. Toscana.
Un Blog assolutamente personale, senza genere e modo.

martedì 30 dicembre 2008

E' arrivato l'olio novo

Vivere sul cucuzzolo di una collina toscana significa stare, inevitabilmente, in mezzo agli olivi. Ora la stragande maggioranza se non la quasi totalità di quelle bellissime piante appartengono alla fattoria che ne trae il giusto profitto. Devo dire che non ho mai capito se ci guadagnano veramente o se semplicemente pagano lo stipendio alla dozina di contadini a cui la Fattoria Paci da lavoro. Comunque sia fanno opera meritoria anche perchè mantengono quelle venti piante che cadono sotto la mia giurisdizione diretta.
Fino allo scorso anno ho lasciato che la raccolta fosse "unificata", avendone in cambio una certa quantità di olio. Quest'anno mosso dalla velleità di voler produrre direttamente, volendo controllare come e dove l'olio venisse fatto e, sopratutto, volendo avere il "mio" olio d'oliva, quest'anno ho deciso di raccogliere da solo le me olive e di produrre direttamenete il mio olio. Fatica tanta. Produzione francamente molto più scarsa di quella che mi veniva assicurata dalla ripartizione pattuita con la fattoria. Ma soddisfazione unica, impareggiabile, immensa.
Ecco, così, che in questi giorni, dopo aver provveduto all'imbottigliamento e alla stampa delle etichette, posso finalmente mettere a disposizione degli amici che me ne faranno richiesta un po' dell'Olio di Bonsarto. Chiedetemelo prima che finisca, sarò felice di condividerlo con voi.

venerdì 26 dicembre 2008

Pomeridiana

Inizia leggero. Finisce con "Sex with strangers". Perchè è di Marianne Faithful, di cui stasera vedrò su Skype il bellissimo "Irina Palm" e perchè, in contrasto con queste feste soporifere, mi stanno tornando un po' di voglie. Chi ha orecchie per sentire ... inizi a organizzarsi.



mercoledì 24 dicembre 2008

Buon Natale, a tutti meno che a uno

Da quando mi ricordo la vigilia di Natale la mia famiglia l'ha sempre passata insieme. Tutti. L'unica volta che io, in più di mezzo secolo, avevo osato non essere nella casa paterna per il 24 dicembre è successo il finimondo. Si radunano tutti: dalla mia mamma in giù.

Ore 17:00 Prima di tutto la cucina...

Ovvero dal più anziano componente al più giovane nipote. Tenendo conto che i fratelli, me compreso, sono quattro e che hanno tutti movimentatato in qualche modo la loro vita allargando il "giro", si comprende facilmente di quale bolgia sia il cenone in casa Grimaldi. Ma quest'anno c'è una forzata novità che mi vede protagonista: visto che sto uscendo dalla polmonite solo ora, e a fatica, il dottore mi ha consigliato di non vedere gente, bambini in special modo, per non correre rischi di riprendere qualche virus. Ecco che mi sono escluso dal cenone. Non potevo certo impedire ai miei figli di andare: solo sotto l'albero di famiglia si prendono i regali!

Ore 18:00
Apparecchiamo come
si deve ...

Ci tengo a dire che non è un Natale consumistico: i regali, per tacito accordo fra tutti, vanno solo agli under 18. Che altrimenti ci voleva un patrimonio. Comunque, fatto stà, che sulla collina di Bonsarto siamo rimasti solo in due: Ercole ed io. Ora possiamo rinunciare al cenone di Natale solo perchè siamo soli? Ovvio che no. Ad Ercole carne scelta ed un intero osso di prosciutto. Facile in fondo. Per me appena più complicato: apparecchio e cucino come si deve. Mac e macchina fotografica digitale per documentare questa vigilia comunque straordinaria. Cosa cucino e che combino lo voglio raccontare passo passo: dall'inizio alla fine, che poi sarà verso mezzanotte, quando via Skype, come deciso, parteciperò alla festa generale con una bella riunificazione virtuale in videoconferenza.

Ore 18:30
Tutto a posto ..

L'impeto della casalinga mi assale! Dopo aver avviato la cucina ed aver apparecchiato mi metto a riordinare il tutto per essere pronto ad ogni evenienza.
Evenienza? Va bhè, altrimenti che sindrome della casalinga sarebbe!
Vino. Ho conservato una bottiglia di magnifico "Friulano", dono di Paolo portato in una delle sue trasferte toscane insieme ad altri stupendi, ma già consumati vini bianchi del Friuli e della Venezia Giulia. Direi che è comunque la scelta migliore che potevo fare visto l'apertura che mi sono preparato.

Ore 20:30
Carpaccino ...

Semplice semplice. Un carpaccino di pesce spada, rigorosamente non affumicato, condito semplicissimamente. L'unica nota speciale è rappresentata da una spolverata di scorza di uno dei miei rarissimi, quindi preziosi, limoni, che mi coltivo in un unico e stentato vaso. I pochi che reggono sono però superlativi. Dopo quello che ho deciso essere l'antipasto passo al primo. Ero incerto. Un risottino? Uno spaghetto allo scoglio? Poi ho pensato che fare qualcosa del genere per uno era assolutamente superiore alle mie capacità. Avrei certamente preparato per quattro, che è la mia misura abituale, dicendomi che mi sarei poi servito solo la mia porzione.

Ore 21:10
Sformato con ragout

So bene che sono capacissimo di mentire a me stesso a proposito di cibo e di primi piatti in particolare. Sarei finito a mangiarmi da solo la porzione di quattro. Quindi niente primo piatto. O meglio sostituisco con uno sformato di bietole e spinaci, fatto con tutti i crismi, cucinato a bagnomaria nel forno per più di un'ora. Lo condisco con un godurioso ragout di carni miste, manzo e maiale. Notevole. Segue, per pulirsi la bocca, una insalata di carciofi condita con due gocce di aceto balsamico di Modena. Di quelli veri. Niente a che fare con quelli del super, un tanto alla dozzina. Sarà anche una spesa fuori registro, in questi tempi di crisi. Ma ditemi voi come rinunciare al piacere, non ci son tempi che tengono per il godimento. Ercole nel frattempo è sparito. Credo si sia chiuso nelle sue stanze. L'ultima volta che l'ho visto aveva appena ricevuto l'osso di prosciutto. Un vero osso di un vero prosciutto. Credo che anche lui non abbia da lamentarsi.
Ora, mi è bene evidente che sarebbe stato meglio partecipare alla vigilia familiare. Va detto che spesso fuggo da queste occasioni. Questa volta, sarà il fatto che la scelta non è propriamente mia, sarà che strappare una conversazione minimamente interessante a Ercole è veramente difficile, non posso negare un pizzico di malinconia. Nel frattempo la tribù a valle chiama e richiama con Skype. Effetto demo? Ovviamente si sente una parola su cinque. Il video funziona si e no per cinquanta secondi. Sufficenti a vedere Sara, Laura, mamma, Bebo e Costanza sentire Achille e Elena. Segue telefono con saluto generale in viva voce. Musica? Ma si un collage di canzoni R&B. Di quelle morbide. Tanta Aretha, un pizzico di Otis, che qui linko in una straordinaria versione di Satisfaction, due o tre pezzi delle Supremes per poi finire, chi sa mai poi perchè, al vecchio vinile di Berlin di Lou Reed. Nel frattempo è arrivato il momento del piatto forte. Due magnifici, anche se ormai bolliti, esemplari di astice. Cotti nel brodo di verdura e accompagnati da una majonese che, senza tema di smentita posso ben dirlo, incanta il palato e muove tutte le papille gustative.

Ore 22:00
Attacco all'astice ...

Fatta, come mi pare scontato, da me medesimo secondo una ricetta di mamma che mixa olio in egual quantità di oliva e di semi con due tuorli ed un uovo intero. Io aggiungo, ma non lo racconto a nessuno, un cucchiano di senape di Dijon che conferisce la forza che non deve mancare mai. Ci metto un'ora a far fuori due astici. Non è un record ma non mi posso lamentare. Alle undici di sera mi arrendo, non dopo aver distrutto l'ultima chela. Pausa. Niente dolce e niente frutta. Non potrei proprio.

Ore 23:30
Armgnac ...

Aspetto l'ora della chiamata da valle, siamo d'accordo di risentirci al momento dei regali, sorseggiando un ottimo Armagnac, Horse d'age. Alle 23e30 non sono in condizioni molto diverse dai due astici che iniziano il loro ultimo percorso oltre le colonne dell'esofago. Sul bollito andante. Non deve andare diversamente a Firenze. La famiglia chiama per avvisare che si inizia ad aprire i regali con una mezz'ora di anticipo. Dalle mie parti i regali sono arrivati stamattina. Elena e Achille. Mamma l'ha annunciato. Un cappello mi aspetta e prima o poi lo andrò a prendere. O me lo porteranno. L'Armagnac viene onorato: mi ricordo di un bicchiere speciale, da degustazione. "Le Taster". Lo vado a scovare in un cassetto, di quelli dimenticati, in casa e nella memoria. A mezzanotte e venti l'ultima telefonata a valle. Sara risponde. Saluto generale e via. Chiudo. Special glass in mano e ultimo pezzo di Abdullah Ibrahim, altrimenti conosciuto come Dollar Brand, ascoltatelo ne vale la pena, e nanna. Ercole, Babbo Natale ed io: russeremo all'unisono fra non molto. Buon Natale gente. A tutti meno che a uno. Ciao papà.

sabato 20 dicembre 2008

Viareggio, estate 1975, Dollar Brand


Tutto questo pomeriggio sono stato con in testa dei suoni, solo lontanamente musica. Non riuscivo a ricostruire nemmeno un frammento o un filo conduttore. Ma restava, persistente, incollata. Odore, sapore, immagini. Qualcosa di più è emerso quando sono riuscito a ricollegare, ai frammenti sonori, altrettanto confusi frammenti visivi. E' emerso lentamente il periodo e l'occasione: estate, Viareggio, pineta. Un primo ed ultimo festiva del nascente/morente Pdup-Manifesto, sarà stato il "75. Visi e sorrisi: Angela, Gianni, Elisabetta, Paola. Solo allora mi è tornato alla memoria il nome di chi suonava quella musica che finalmente si faceva melodia: Dollar Brand, successivamente conosciuto come Abdullah Ibrahim ed il nome del brano che mi rimbalzava in testa da due ore: African Marketplace. L'ho cercato. Ma nei siti abitali non ho trovato che insoddisfacenti versioni apocrife. Non potevo arrendermi, era troppo forte il ricordo, ormai una necessità. Così, alla fine, dopo aver girato per mille luoghi virtuali, verificando anche l'impermeabilità del Mac ai virus, ho trovato la copia digitale di un vecchio LP del 1980. L'ho scaricato e decompresso, a costo di cercare un Rar per Mac di dubbia provenienza. E' dalle cinque di oggi pomeriggio che lo sento e lo risento. Non avendo modo di condividerlo, qui su Blogger, vi linko almeno l'unico pezzo del LP che sono riuscito a trovare su YouTube: "The Wedding". Enjoy it!

3 Porcellini e Babbo Natale

L'immenso Tommaso Sorchiotti, autore voglio ricordare del bel libro "Come si fa un Blog 2.0", che molti di noi, io per primo dovremmo leggere attentamente, insomma Tommaso ha postato sul suo Non Blog il più gustoso filmato natalizio che mi sia capitato di vedere di recente. Lo linko, così per vederlo andate e vi copiate pure titolo esatto ed il nome dell'editore del lbro. Se qualcuno me lo regala per Natale lo ringrazio anticipatamente.

mercoledì 17 dicembre 2008

Anna Finocchiaro e Rosa Jervolino

Ho appena sentito la dichiarazione ai TG del capogruppo PD all Camera dei Deputati. Davanti a chi le chiedeva se ormai si dovesse parlare di "questione morale" dentro all'italica versione del Partito Democratico ha risposto "non esageriamo! Sono solo episodi, gravi ma episodi. Se dovessimo parlare di questione morale nel PD allora dovremmo dire che vale per tutti i partiti, di destra e di sinistra..." .
Ora, sia chiaro, sarà anche vero, ma c'è una differenza: degli altri si sapeva bene. Abbiamo un Presidente del Consiglio che ci si rotola dentro e che si fa onore d'essere "furbo" come tanti italiani che infatti lo votano senza timore se non facendo il tifo per Silvio. Ma che io debba pensare che la difesa del PD si possa ridurre ad una chiamata di correo ad un "noi e voi pari siamo" mi scandalizza e mi fa schifo.
Non so se è meglio questo atteggiamento o quello del sindaco di Napoli, Rosa Russo Jervolino, che di fronte all'arresto di mezza giunta dichiara: " i giudici hanno verificato la mia personale completa estraneità. io vado avanti, non mi dimetto e farò un rimpasto della mia giunta." Ovvero non sono disonesta. Forse cieca. Certamente incapace.
Fra l'una e l'altra impossibile scegliere. Non volendosi turare il naso, impossibilitati a non vedere, meglio salutare la compagnia. Definitivamente.

Anno bisestile

Che dire. Da quando ho smesso di fumare la mia tempra fisica si è ridotta notevolmente. Ecco che mi sono preso una bronchite gigantesca che mi condurrà fino al Santo Natale o almeno nei dintorni stretti del mio compleanno. C'è poco da dire se non che mi sarei stufato di quest'anno bisestile. Sperando che sia un problema di "anno bisesto"..

giovedì 11 dicembre 2008

Ancora una ricettina: crema di zucca gialla

Facile facile ma di grande soddisfazione. Crema di zucca. Per quattro persone.
Per la crema: 1kg di zucca mantovana, 2 patate, 70g di pancetta dolce a cubetti, aglio, rosmarino, 4 cucchiai di olio d'oliva, sale e pepe. Tagliare zucca e patate a pezzetti e metterli a bollire in acqua salata. A cottura ultimata scolare e frullare. Tenere l'acqua della bollitura per regolare la densità finale. In un tegame separato far soffriggere pancetta, aglio, rosmarino. Unire la purea precedentemente ottenuta con il soffritto. Amalgamare il tutto utilizzando, come detto, l'acqua usata per bollire le verdure. Regolare la densità della crema secondo desiderio. Servire con una spolverata di pepe. Volendo potete arricchire la pietanza, come nel caso della foto, con polpettine al carry per ottenere un appetitoso contrasto fra il fondo dolciastro della zucca ed il piccante del carry.

mercoledì 10 dicembre 2008

Faraona ripiena in crosta

Approfitto di un lungo viaggio in treno tra Milano e Roma per raccontare di una "ricettina" che ho cucinato lunedì scorso e che mi ha dato grandissima soddisfazione: faraona disossata, ripena e messa in crosta. Una roba all'apparenza complicata, ma solo all'apparenza. C'è solo un trucco da seguire che i vari ricettari non rivelano mai: l'ho scoperto e ve lo dico.
Ingredienti: una faraona di 1 kg, 200g di macinata di manzo, 100g di macinata di maiale ( o una salciccia), 250g di ricotta, una fetta di prosciutto cotto da 70g, una manciata di pistacchi, un rotolo di pasta sfoglia, comprata ovviamente, olio, sale pepe...
Farsi disossare la faraona. Lo fanno tutti i macellai che si rispettino. A me l'hanno fatto alla Coop di Montespertoli, reparto macelleria, con il sovrapprezzo di euro 1. Eliminare la pelle in eccesso, sopratutto quella delle ali. In una terrina impastare le carni macinate, il prosciutto fatto a dadini, i pistacchi, la ricotta, che renderà il tutto morbido e gradevole. Salate, pepate e poi spalmate il composto sulla faraona aperta completamente. Arrotolate il tutto ed ottenete un salame abbastanza compatto. A questo punto le ricette che si trovano in giro dicono di chiudere il rotolo ottenuto nella pasta sfoglia e infornare. Ma. ed è questo il punto critico, come è possibile avere la faraona cotta al punto giusto, ci vuole ovviamente almeno un'ora, senza che la sfoglia della crosta bruci? Tutti quelli che si dilettano un po' in cucina sanno che i mezzora la sfoglia è perfettamente dorata, in quaranta minuti brunita, in un'ora carbonizzata. Ed ecco il trucco. Lasciate stare la sfoglia e avvolgete il rotolo nella carta da forno. Mettetelo a cuocere a 180° per mezzora. Completata questa prima fase di cottura, avendo cura di aspettare un poco che il rotolo si sia raffreddato, ricopritelo di pasta sfoglia e rimettetelo in forno per la mezzora che manca alla perfetta cottura, avendo avuto cura di spennellare il sopra della crosta con del rosso d'uovo. Fatto a fette e portato in tavola con un contornino a piacere garantisce l'approvazione di ogni commensale.

domenica 7 dicembre 2008

Leonardo incatenato.

Conosco Leonardo Domenici personalmente da sempre. Cose del liceo e successive. Non eravamo quasi mai d'accordo. Lui era il segretario dell'allora figgicci io stavo al manifesto. Lui ha fatto tutta la carriera fino a diventare il sindaco di Firenze. Un buon sindaco in una città bloccata nel ricordo del rinascimento, dove le ultime cose significative erano state fatte al tempo del Poggi. Capace di reggere per due legislature. Critiche in questa città non gli sono mancate. Ovviamente. Ma stava finendo con dignità il suo compito. E' sempre stato molto "compreso" nel ruolo. Anche tropppo ma era ed è la sua natura personale profonda. Un po' bloccato e rigido insomma. Certo non un tipo da colpi di testa. Vedermelo in televisione incatenato ad un palo davanti a Repubblica, con due giri di catenella ed un lucchetto ben sistemato, mi ha fatto impressione. Ho pensato a quanto gli dovesse costare esporsi così. Fare un gesto così personalmete esterno, eclatante. lontano da ogni suo comportamento precedente. Radicale nel senso a lui più lontano. Non ho potuto fare a meno di sentirmi solidale, vicino. Partecipare ed apprezzare la personale sofferenza e la voglia di gridare per non essere coinvolto in quella che si annuncia essere la fogna in via di scoperchiamento che va sotto il nome di Castello-Fondiaria. Poi mi sono andato a rileggere tutta la storia. Devo confessare che l'avevo guardata da lontano, con fastidio. Superficialmente. Passata la nottta a leggere tutto il leggibile. Ora sia chiaro che non me ne frega niente della parte giudiziaria. Non se ne sa abbastanza ed il mio parere è asolutamente irrilevante. Mi pare un polverone fatto ad arte e potrei mettere la mano sul fuoco sul fatto che Leonardo, giudiziariamente, non ne verrà nemmeno sfiorato. Ma non è questo che conta. Non per me. E' il fetore della bassezza dei comportamenti morali e personali di molti dei protagonsti. Gente che sta dalla parte che ho votato. Gente che con Leonardo ha governato Firenze con metodi che il Sindaco non poteva non conoscere. Linko una delle intercettazioni. Non c'entra nulla con la Fondiaria ne con Castello. Parla di posti di lavoro, imprenditori compiacenti, tradimenti, gente da "segare". I protagonisti attivi sono tre: l'assessore Cioni, DS ex PCI, Matteo Renzi, Presidente della Provincia, Margherita ex DC, Marco Bassilichi, imprenditore informatico, della Bassilichi SPA, la società che gestisce tutti i musei fiorentini, tutta l'informatica del Comune di Firenze e moltissimo altro. Mi basta e mi avanza senza aspettare il giudizio di un qualsiasi tribunale per capire che questa gente non mi rappresenta e non mi rappresenterà mai. Caro Leonardo la tua catena arriva troppo tardi perchè possa muovere qualcosa di più di un moto di personale simpatia. A casa, tutti ed in fretta. Non ci sono alternative. Meglio saperlo. Fino a che non se ne prende atto non si cercano neppure i sostituti.

sabato 6 dicembre 2008

L'Italia formica

Una mia cara amica che ha un ottimo lavoro, di quelli dallo stipendio sicuro, ha deciso di non ricomprarsi per ora l'aurtomobile, che pure ha più di cinque anni. Sia chiaro che si parla di sostituire una Opel Corsa, non un Mercedes. Mi raccontava di un suo cliente, lei si occupa di denaro altrui, che ha depositi ed investimenti significativi, certo un po' sotto stress ultimamente, che le aveva confessato, praticamente nello stesso momento in cui rinnovava un paio di milioni di titoli di stato, che per quest'anno aveva rinunciato al cappotto nuovo. Ci sarebbe da sorridere di fronte a crisi di nervi di questo tipo se non fosse che ho appena saputo della cassa integrazione in almeno tre aziende di amici e conoscenti, se non vedessi la preoccupazione vera e la difficoltà di tutti quelli che hanno a che fare con un lavoro non protetto dallo stato o da grandi istituzioni, se non sapessi, che pur essendo il momento in cui il denaro teoricamente costa meno, non ce n'è per nessuno, nemmeno a chi è ha e non ne avrebbe bisogno. Ora è evidente che la cosa è seria. Così è però incomprensibile. Inizio a credere che non si possa capire leggendola con il vocabolario di chi l'ha creata. Che non possa essere vista con gli occhi abituati al luccicore di questi anni. Oggi leggo di una Italia formica che certamente ce la farà. Se l'ottimismo berlusconiano è palesemente di facciata, un placebo, un pannicello caldo, ridicolo ed irritante tanto da non essere capace di convincere nemmeno chi i soldi li ha e li avrà, è altrettanto incredibile la risposta degli "altri" che si limita alla difesa di un modello economico fallimentare fatto di produzione e consumo. Attreziamoci con frenetica fantasia e molta calma.

venerdì 5 dicembre 2008

Windows addio.

Dopo un paio di mesi di Mac mi sono deciso a riutilizzare XP. Io uso un solo computer. Un solo telefonino. Una sola agenda. Possibilmente, fino a quando funzionano e servono ai miei bisogni, ho un attreggiamento monogamo. In realtà quando avevo deciso di abbandonare definitivamente il mondo Windows, dopo oltre vent'anni, la scelta di comprare un MacBook era fortemente dettata da un atteggiamento più conservativo che innovativo. Non volevo assolutamete passare a Vista. Probabilmente se si fossero trovati dei buoni Dell con ancora su XP il Mac sarebbe rimasto sullo scaffale e Marco avrebbe continuato a prendermi in giro e a chiedermi di spengere il ferro da stiro. Ed eccomi allora a comprare il nuovo Mac, certo dell'ergonomia, della potenza, del sex appel naturale che emetteva fin dalla prima visione ma altrettanto certo che ci avrei montato sopra un bel XP da usare come se nulla fosse. Sono uscito dal negozio con il computer e con Parallel Desktop. E' andata diversamente. Troppi vantaggi. Troppa naturale superiorità. Tralascio ogni ulteriore giudizio sulle differenze fra PC e Mac per non dare troppa soddisfazione ai molti che me lo dicevano e non sentirmi troppo coglione per gli anni trascorsi. Ecco che per due mesi Parallel è rimasto nella scatola e XP non è nemmeno stato tirato fuori. Ora non è che tutto torni, ovviamente. Per Windows si trovano cose che per Mac non venfono fatte. Gli intelligentoni della RIM, per esempio, fanno un sofisticato sistema di sincronizzazione fra BlackBerry e tutte le agende ed i sistemi operativi del mondo ma si dimenticano di mettere a disposizione il driver per scaricare le foto dal telefonino al Mac. Per XP ovviamente c'è. Ed eccomi allora costretto, ma in fondo felice, come se si ritrovasse la prima moglie per una breve vacanza senza drammi, a mettere in pratica quello che pensavo sarebbe stato fin dall'inizio. Vai di XP! Tutto fatto! Tutto funziona! Già che ci sono anche un paio di software che non voglio ricomprare per Mac. Mi innervosisco solo un poco quando XP inizia a blinkare e a dirmi che il computer non è protetto. Sorrido pensando al fatto che era ormai qualcosa che avevo dimenticato. Ci ho opure montato su l'antivirus. Ho sorriso meno stamani mattina. Il mio XP si è corrotto. Ci ho lavorato su un paio d'ore. In fondo fra sistema opertivo e applicazioni una mezza giornata l'avevo già spesa. Poi ho killato XP. Per sempre. Le mogli quando si lasciano meglio farlo definitivamente e sentirle per telefono ogni tanto. Quando è finita è finita.

sabato 29 novembre 2008

Alice Channel


Da qualche settimana m'è ripresa l'insonnia. Una strana forma a dir la verità, una veglia balzellante: mi si spalancano gli occhi verso le tre di notte e nn c'è verso di riaddormentarsi prima delle sei della mattina. Ovviamente alle sei si svegliano tutti, Elena per prima, quindi non è più cosa. Alla fine non è un problema vero visto che compenso adormentandomi prima delle dieci e che le mie ore di sonno me le faccio comunque. Il problema è che fare dalle tre alle sei? Come passare sei ore con gli occhi spalancati. Tentativi di fare qualcosa di utile si sono dimostrarti poco fruttuosi. Sveglio si ma lucido non proprio! La televisione ovviamente è perfetta in questi casi. La notte è ben strana la programmazione: esaurite le notizie e non volendosi abrutire nei telefilm vecchi di quindici o venti anni resta lo spippolio fra i canali di SKY. Da qualche notte, in modo ossessivo confesso, frequento Alice Channel: cucina e ricette, vini e sorrisi, pietanze e dolci. Molto poco pretenzioso, assolutmene non cervellotico. Il contrario di Gambero Rosso che con la sua supponenza tende a distanziare e scoraggiare l'aspirante cuoco. Divertente, lo consiglio. Mi ha fatto pure tornare la voglia di cucinare. Chi vuole si prenoti, inviti aperti, mi rimetto ai fornelli.

lunedì 24 novembre 2008

Tempo da lupi

Freddo, cielo basso, pioggia e neve. Inverno ok. Non era proprio il momento di rasarsi a zero. Capita di sbagliare i tempi. Basta non pentirsi troppo. Ho scoperto poi quanto sia di impatto questo nuovo modo di presentarsi: non avrei mai pensato che un taglio, seppur radicale, di capelli modificasse così sensibilmente la percezione che gli altri hanno di te. Estremizzando porta a riflettere sulla differenza profonda su come vedi te stesso, sostanzialmente uguale a sempre, e come invece più oggettivamente ti vedono gli altri. La sensazione è che la distanza sia significativa. Tempo di scrivere un compendio biografico?

giovedì 20 novembre 2008

Ops...

Niente Zavoli. Resta Villari. Ovvero il ridicolo. Apprendisti stregoni che non ci meritiamo. Ne il primo ne il secondo. Ma nemmeno il Buonista Indeciso o il Minimo Cinico. Mi dimetto io e per sempre.

Barricato D.O.C.

Quindi si sono messi d'accordo per un Sergio Zavoli d'annata. Gerontocrazia. Anche. Però se posso dire la mia credo che la questone dell'età sia solo l'elmento più esterno ed evidente, quello che salta agli occhi, ma non il più importante. Il fatto vero è che si va esclusivamente per cooptazione, per chiamata dall'interno . Personaggi noti e garantiti, simili, membri dello stesso ristretto circolo. Conosciuti. Tranquillizzanti. Che siano bravi o no, che siano competenti nella materia e che non siano ormai del tutto bolliti poco importa. Ovvio che andando per chiamata, come si faceva per la formazione delle classi dirigenti dei partiti comunisti della terza internazionale la scelta, oltre che l'imitata è, necessariamente, d'annata. Rarrefatta. Ristretta. Barricata. Non ci sarà da meravigliarsi per l'estinzione per vie naturali di quella che era conosciuta come la sinistra italiana. Non portendo sperare in un nostro Obama ci limitiamo ad aspettare il crollo del nostro muro di Berlino. Amen.

mercoledì 12 novembre 2008

Florence IN: sabato 22, non mancate!

FlorenceIn è una fucina di idee. Per il 22 novembre organizza a Villa Le Piazzole - Montartino, collina di Arcetri (Firenze), una serata di discussione sull'utilizzo in azienda degli strumenti collaborativi. Presenta la sua ultima fatica editoriale e coordina la discussione Leonardo Bellini. Insieme a lui Lorenzo Megoli, Lorenzo Viscanti, Mauro Manetti ed, immeritatamente, il sottoscritto. Chi fosse interessato più alla parte di socializzazione che a quella di discussione è accontentato dalla degustazione di prodotti locali che immancabilmente segue il dibattito che sarà come sempre non formale. Una occasione per fare networking e scambiarsi idee ed opinioni. Roba unica a Firenze. Un merito indiscusso di FlorenceIn ed in primis della sua vulcanica presidentessa e neo madre Laura (auguri Francesco), qui in foto niente di meno che con Obama. Per saperne di più.

mercoledì 5 novembre 2008

Obama

Di tutto quello che ci sarebbe da dire per la straordinaria vittoria di Obama di questa notte lasciatemi scrivere, qui, una mia personale autocritica, un ammirato e definitivo riconoscimento ed un rimpianto inconsolabile. L'autocritica di chi come me ha sempre mantenuto un latente pregiudizio antiamericano. Culturale, ideologico. Il pregiudizio tipico di molti di noi eurocentrici terzomondisti che pur avendo perso da tempo i riferimenti antagonisti e dimenticato, con un po' di consapevole ribrezzo tutti gli Tzetung possibili, restavavano confortati nelle loro certezze di fondo dai Bush e dalle Guantanamo. Faccio autocritica quindi e riconosco, definitivamente, la forza ,la vitalità, la superiorità della democrazia statunitense. Dove mai, non certo in Italia, potremmo eleggere presidente un uomo di quarantotto anni, cittadino di prima generazione, non favorito dal proprio partito, appartenente ad una minoranza? Uno capace di mobilitare milioni di volontari e di usare internet e la tecnologia come l'ha usata Obama? Uno che si chiama Hussein di secondo nome? Uno che dice che occorre redistribuire la ricchezza in tempi in cui anche a sinistra si parla solo di tasse da tagliare? Non so che presidente sarà. So che non sarà certamete il mio presidente. A me resta Berlusconi e nessun Obama si affaccia all'orizzonte. Come rimpianto mi pare sufficientemente potente da moderare ogni altro argomento.
The Big Picture: Una bellissima raccolta di foto.

mercoledì 29 ottobre 2008

Eppure mi doveva esser ovvio...


Piccolissima riflessione di nessuna importanza e di assoluta scarsa originalità. Una volta pensata e esplicitata.
Cosa rende così palesemente diversi le ragazze e i ragazzi che in questi giorni si muovono per le strade ed animano le piazze delle città protestando contro la Gelmini? Quelli che stiamo scoprendo come un gruppo generazionale originale e diverso da quelli che l'hanno preceduto? Quelli che non rinunciano a nulla ma senza asprezze eccesive, anzi, con la sicurezza che deriva dalla piena consapevolezza di esercitare i propri diritti? Parlo dei poco più che adolescenti dai quindici ai diciasette, quelli che occupano senza smettere di studiare e si portano da casa, per la notte, il cuscino e la dichiarzione del papà. Ragazze e ragazzi così palesemente sociali e così incredibilmente capaci di comunicare fra se e con gli altri. Osservo dal vivo, in posizione privilegiata, da genitore tanto interessato quanto ininfluente. Vedo che dalla vita di mia figlia e del suo gruppetto di amiche quindicenni è sparita, completamente o quasi, la TV, il telefilm, la soap. Resiste SKY per qualche bel film e per, non l'avrei creduto ma è così, per la Current TV di Al Gore. Il resto, il loro centro è internet. Blog, mess, facebook. Persone con cui si impara a comunicare anche senza averle mi viste. Persone da cui ci si impara a difendere. Capacità di leggere la realtà in modo autonomo, informazioni da discriminare.. Rapidamete. Scrivere. Rispondere. Una palestra che nemmeno cinque anni di collettivo degli studenti ... e poco spazio per i leaderini. Nessuno può interrompere la scrittura di un post o essere troppo aggressivo. Sanno anche a bannare.

domenica 26 ottobre 2008

Locanda di Palazzo Cicala, Genova

I genovesi mostrano con gli altri di non amare ne Genova ne tanto meno i propri concittadini. Direi che in questo sono veramente tirchi, come dovuto, come per confermare il più banale dei pregiudizi, tanto radicato quanto persistente. Mai sentito un amico genovese parlare bene di Genova, un campanilismo al contrario incomprensibile per un toscano. Tirati, parsimoniosi, ingenerosi, avidi. Ritengo che la parola più adatta sia proprio "avidi" di un affetto che invece sospetto potente e radicato. Segretamente tanto prezioso da essere pervicacemente negato e sottratto alla vista degli estranei come il vero tesoro nascosto da conservare gelosamente. Io al contrario trovo Genova magnifica, per quel che conosco, per lo spazio fatto di strettissimi caruggi che si aprono in magnifiche piazze cinquecentesce e cattedrali medievali; saliscendi collinari con viste improvvise su tetti e giardini; labirinti di voci che sbucano improvvisamente al mare, un mare ormai elegante, certo cittadino, ma quasi turistico. Così come trovo eleganti e magnifiche le case ottocentesce di collina che a seconda di quale facciata si scelga di penetrare ci si trova a piano terra o al sesto piano. Vero che conosco poco e niente dell'altra Genova, quella che si intravede sorvolandola con l'automobile su quella specie di toboga che qualcuno considera una autostrada e qualcun altro una tangenziale. Certe chilometriche facciate di palazzi uguali, gigantesche "villette" a schiera da dieci piani l'una mi spaventano. Di quella genova nulla so e nulla dico.
Resta il fatto che a me questa città piace tantissimo. Consiglio senza tema di smentita un ottimo punto di appoggio da utilizzare per stare in città. La Locanda di Palazzo Cicala. Mi limito a citarlo dicendo che è uno dei migliori Hotel de Charme che abbia conosciuto. Senza essere inutilmente pretenzioso riesce ad essere uno di quei posti che, pure facendo bene, benissimo la funzione dell'abergo, evitano di estraniarti, facendoti sentire in un luogo personale, senza gli specchi estranianti di quelle halls ovunque collocabili nel mondo. Oltre al corpo centrale in piazza San Lorenzo, stanze tutte diverse e ugualmente confortevoli, si può avere anche un appartamento più o meno grande nei dintorni, comunque nel raggio di pochi passi. Prezzi da buon albergo, da Jolly o Mercure. Qualità dieci volte superiore. Senzazione di stare in un luogo prezioso. Di cui essere effettivamente gelosamente protettivi. Quasi tirchi.

giovedì 23 ottobre 2008

Debut: Bolzaneto 2?


Qual'è il modello di comunicazione che sta dietro la conferenza stampa di Berlusconi e della Gelmini di oggi? L'obiettivo vero? Perchè innescare una escalation di drammatizzazione dopo che la stessa ministro aveva innaugurato un metodo sostanzialmente positivo di confronto andando in giro a raccontare il suo punto di vista? Condivisibile o meno che fossero quelle opinioni non posso non ricordare che pochi giorni fa, durante una contestazione la Gelmini stessa ha chiesto alla polizia di non identificare i suoi contestari. Un fatto. Ora invece si invoca l'ingresso delle forze dell'ordine nelle scuole ed il ritorno alla normalità forzata.
Non posso non pensare che questo cambio di passo sia pochissimo legato a quel che accade nelle scuole e moltissimo dovuto alla necessità di distrarre tutti noi da quello che accade in termini di governo e di economia. Certo non è dovuto alle intemperanze degli studenti. Certo non ad episodi di violenza avvenuti. Per esperienza diretta so che nella quasi totalità dei licei "occupare" non significa mai impedire a quelli che vogliono l'accesso alla lezione o impedire diritti. Mi sembra invece molto più vero dire che gli "occupanti" si stanno riprendendo con un po' di consapevolezza aggiuntiva quei diritti che, negli ultimi lungi anni, avevano tralasciato di esercitare o troppo delegato. "Questi ragazzi e le ragazze dei licei lo fanno dimostrando di avere a cuore la scuola, Molto di più dei loro predecessori. Molto di più di moltissimi dei loro insegnanti, che ho imparato a conoscere dal vivo, negli anni, seguendo il percorso dei miei due figli. Sono ragazzi gentili. Altro che "bulli". Vanno a occupare chiedendo la "giustificazione" dei genitori. Ed allora, tornando alla conferenza stampa ed alle minacce, alla forza ed alla pubblicità che è stata creata intorno alla questione non posso non temere che il "Debut" sia imminente. Un inizio di escalation di violenza. Abbastanza grande e grave da distrarre da quello che accade veramente, capace di ricompattare un fronte interno dei benpensanti scossi nel portafoglio. Auguri ragazzi, forza Elena occupa. Non ti darò consigli se non quello di evitare ogni "bastone", fionda, bottiglia, ogni servizio d'ordine più o meno militarizzato che ti dovessero proporre. Non ne hai bisogno ne tu ne i tuoi compagni. Sono certo che saprai fare quello che è giusto. Certamernte farai meglio di me e di noi.

sabato 18 ottobre 2008

Galleria Ognissanti, Padova

Mi hanno domandato cosa mai facesse mio padre per mettermi in difficoltà dalla finestra del bagno. Ipotesi alquanto grevi , boccaccesce, rumorose, escatologiche ecc ecc. Nulla di tutto ciò. Nessuna volgarità, molta ironia al vetriolo. Anche troppa per un ragazzino, forse, ma non sono morto ne ho rinunciato alle ragazze: evidentemente aveva ragione lui. Un solo episodio per spiegare il genere. Era estate, avevo conosciuto una ragazza più grande di un anno, le facevo la corte, ricambiato assiduamente, per un mesetto buono. Lei quinta ginnasio, amica di una amica. Come capitava alle ragazze degli anni sessanta magari, a quindici anni, ci si iniziava a truccare gli occhi, ma certo non si facevano altri interventi estetici a portata di ogni occhio genitoriale. Ecco che Fiorella, il nome della ragazza, patavina di adozione ma sicialinissima d'origine, bruna di carnagione e nerissima di capelli, sfoggiava una lieve ma evidente peluria sul labbro superiore. Papà, fin dalla prima volta che l'aveva vista l'aveva ribattezzata "baffella" operando una sostituzione di nome assoluta e mai dimenticata. Ecco, per tornare alla finestra del bagno, che come detto dava sulla terrazza che ospitava le festine, mio padre immancabilmente, appariva a brevi e ripetuti intervalli con una gigantesca confezione di schiuma da barba Squib in una mano ed un rasoio nell'altra. Ovviamente non faceva nulla per nasconderli o per nascondersi. Tutti pensavano che si riferisse a me. A qualche guaio combinato. Io sapevo a cosa si riferisse, così come lo sapevano le mie sorelle, più piccole ma sempre presenti, ed era peggio. Molto peggio.

lunedì 13 ottobre 2008

Today song


Una canzone che mi ricorda le "festine" in terrazza a Padova, prima liceo e mio papà che dalla finestra del bagno cercava in tutti i modi di imbarazzarmi.
Con dedica speciale a chi c'era e a chi mi ha raggiunto. Ed alle ragazze che sanno amare senza chiedere. Merce rara ma straordinaria.

domenica 12 ottobre 2008

Segni dei tempi

Perde terreno il petrolio, arrivando a toccare poco più di 80 dollari al barile il 10 ottobre. Un calo del 7,24% rispetto a ieri. A Londra il Brent cede il 7,73% a 76,27 usd/b. Alla stessa data il prezzo medio della benzina alla pompa era di € 1,402. Saranno anche le accise (ahah) ma se penso che un paio di mesi fa lo stesso barile costava poco meno di 150 dollari...

Forse occorre aggiornare anche i concetti di valore d'uso e di valore di scambio oltre a quello di auto rigenerazione delle regole del capitalismo.
Leggo Mario Draghi che dice, per la prima volta, che forse è il caso di rivedere il ruolo delle società di rating.
Funzionano esattamente come quelle di revisione e certificazione dei bilanci. Sono pagate da chi dovrebbero controllare. E se Moody's e Standard & Poor's vi paiono autorità lontane, se vi fanno pensare alle genuflessioni dei nostri governanti (tutti), provate a ricordate Andersen, Deloitte & Touche, Kpmg, Pricewaterhouse, Ernst & Young. Nomi che poi a casa nostra si possono leggere Pamalat, Cirio, Popolare di Lodi ecc..
Ho voglia di preoccuparmi un pizzico meno di crisi dei mercati e concentrarmi di più sul modello di Mac da comprare per sostituire la vecchia XP ciabatta che si è definitivamente rotta e non cedere a Vista. Se non è questo un segno dei tempi...

mercoledì 8 ottobre 2008

Osservatori inutilmente privilegiati


Posso ancora stupirmi. Ovvio che si. Ci sono cose che non conoscevo e che mi sorprendono. In tantissimi campi. Certo ci sono argomenti e situazioni in cui è più facile. O perchè sono territori meno frequentati o, al contrario, proprio perchè penso di saperne abbastanza. Se si tratta di pane e companatico è uno shock, ma capita.
Le opinioni delle persone, le rispetto, ma raramente mi fanno sussultare.
Per questo non posso non comunicare al mondo che, ieri sera, di fronte alla televisione, guardando Ballarò, durante una puntata per nulla allegra, incentrata su come la crisi della finanza si stia trasformando in crisi delle economie reali, ho strabuzzato gli occhi di stupore.
Ho sentito Paolo Mieli dichiarare con grande tranquillità che il "capitalismo" si rigenera e si migliora dopo ogni crisi. Che, anzi, più la crisi è grave più la forza rigeneratrice è grande.
Non torno con la mente a qualche copartecipato lontanissimo salto (fisico) di barricate e non mi stupisco certo dei modernissimi salti ideologici.
E' che si pretenterebbe, da tanta intelligenza, qualche riflessione un poco più originale. Che so, magari gli stillemmi in voga al tempo del carbone e dell'acciaio potrebbero anche non essere più validi. Oggi. Avendo a disposizione un così privilegiato punto di osservazione si dovrebbe pur vedere. Ma a volte è più importante un personalissimo, tranquillo, angolo di visuale. Tout va très bien madame la Marquise, canta Ray Ventura.

venerdì 3 ottobre 2008

Uccellini scappati

Allora continuo con le ricettine di mamma: di quelle rapidissime e saporite come può ben testimoniare un mio recentissimo e speciale commensale.  L'occasione era di quelle in cui si doveva fare qualcosa di rapido, leggero, saporito e i cui ingredienti potessero essere trovati facilmente in un qualsiasi supermercato.
Ed ecco allora la ricetta: una vaschetta da 300grammi di carpaccio di manzo, di quelle che stanno in tutti i banchi carne frigo dei super. Una busta di pancetta stesa o copata, in ogni caso a fette già tagliate fini. Alcune foglie di salvia. Mezzo bicchiere di vino bianco e un cucchiaio di farina.  Sale pepe, uno spicchio d'aglio.
Esecuzione. Fare dei piccoli involtini con fetta di carpaccio, fetta di pancetta foglia di salvia, nell'ordine. Stecchino per chiudere grossolanamente. 
In due o tre cucchiai d'olio d'oliva mettere lo spicchio d'aglio, finemente tritato se se ne ama il sapore, intero, da togliere appena brunisce, se si vuole restare leggerini d'aglio.
Far saltare rapidamente i piccolissimi involtini non senza averli prima passati nella farina.
Appena sono dorati aggiungere sale pepe e  vino. Tappare. Fuoco altissimo. Il tutto non più di cinque minuti di cottura e una quindicina di preparazione, magari intervallando il confezionamnto dell'involtino con chiacchiere e vino Sauvignon del Collio, veramente ottimo, bevuto in spelendida compagnia.
Ah. Il perchè del nome della ricetta. Si chiamano "Uccellini scappati", perlappunto perchè di uccellini nn c'è traccia alcuna se no nella dimensione e  nel sapore.

Nissan 3

Di solito uso Avis. Purtroppo per loro offrono anche Micra e X Trail Nissan. Ho prenotato con Europcar. Mai più Nissan.

Nissan 2

La Nissan mi manda niente di meno che una risposta automatica..... 
Grazie per aver inviato la tua e-mail.
Terremo attentamente in considerazione la tua domanda e ti risponderemo al più presto.
Nissan Italia
L'officina mi richiama per dirmi che forse dopo 8 ore hanno capito cosa potrebbe essere ma che gli manca il "pontista" (sob!) e che se ne riparla lunedì. Chiamo l'autonoleggio. Criterio di scelta: se hanno Nissan nel parco auto che offrono a nolo riattacco il telefono.
Mai più Nissan!

Nissan Service? Solo il costo è a 4 stelle










Lo so... non dovrei usare così questo "nobile" blog! Ma sono troppo incazzato.

Ho la sventura di aver ancora una Nissan Primera!! Non è una cattiva macchina, anzi. Se non avessero smesso di produrla dopo pochi mesi che l'avevo acquistata ne avrei pure presa un'altra. Il Dramma è quello dell'assistenza. Un tempo fiore all'occhiello. Almeno mi sfogo!! Mail manadata al servizio clienti Nissan :) italy@nissan-services.eu

Gentili signori, leggo
DAL VOSTRO SITO UFFICIALE:
Domanda:
Le officine autorizzate Nissan sono affidabili quanto il servizio di assistenza delle Concessionarie?
Risposta:
Tutte le officine autorizzate Nissan rispettano gli standard di qualità Nissan, grazie ai quali appartengono alla Rete ufficiale Nissan. Di conseguenza la qualità del livello di servizio tra le officine delle concessionarie e le strutture autorizzate è analogo.
Assolutamente FALSO!!!!! Per una mera questione di vicinanza fisica mi sono rivolto alla Officina Nissan di Montelupo Fiorentino dopo essermi servita per anni di Brogi e Collitorti di Empoli che sempre mi avevano seguito perfettamente. L’auto, Nissan Primera station 1,9 TD, con garanzia estes, è stata portata a febbraio 2008 per un normale tagliando e per un intervento in garanzia. Da quel momento è stato un dramma ed un delirio. Non solo e non tanto dal punto di vista del servizio di officina vero e proprio. Anche, Tant’è che quell’intervento in garanzia, debitamente autorizzato da Nissan Italia, è stato effettivamente eseguito solo una settimana fa e solo ripeto SOLO perché in prossimità della scadenza della garanzia sono AUTONOMAMENTE andato a fare un nuovo tagliando e i “signori” si sono accorti che NON mi avevano messo in opera il pezzo e NON si erano ricordati di chiamarmi NONOSTANTE fossero passati MESI e quel pezzo fosse stato richiesto proprio per la mia auto, il mio guasto, grazie alla mia garanzia e grazie all’autorizzazione della casa madre. Ora dopo solo pochi giorni che mi è stata riconsegnata e avendo fatto non più di 150km l’auto è ancora guasta e presenta la stessa spia rossa accesa del turbo. In più i signori hanno preso la mia auto stamani mattina alle ore 9 promettendomi che mi avrebbero chiamato per dirmi cosa e quando si poteva intervenire e fino alle ore 16 non si erano fatti vivi. Chiamati da me hanno detto che non avevano potuto capire perché il computer diceva che era un errore generico. Ricordandomi di un precedente intervento di Brogi e Collitorti ho suggerito che potesse trattarsi banalmente di una candeletta del turbo: hanno risposto che in effetti era possibile ma non ci avevano pensato. Dovendo usare l’auto per lavoro e dovendo andare a Trieste ovviamente non posso rischiare. Ho dichiarato che se non fosse stato possibile avere l’auto in piena efficienza avrei noleggiato un mezzo. NON intendevo dire che mi aspettavo che loro o Nissan mi pagassero l’auto!!!!! Volevo solo saperlo per tempo anche per trovare le condizioni migliori.
Scandalosi loro ma anche Nissan che dichiara il falso sulla qualità equipollente delle officine autorizzate!! Oppure è vero ed allora c’è ancora di più di cui preoccuparsi per la qualità una volta eccellente del servizio post vendita Nissan.

domenica 28 settembre 2008

Zingarata generazionale

Cosa si trasmettano sui telefonini due generazioni di Grimaldi dopo un pranzo in campagna? Ma niente di meno che un vecchio spezzone del Pinocchio Ceccherini Paci probabilmente scono- sciuto al vasto pubblico ma assolutamente di culto nelle attuali classi medie toscane. Si perchè è il ragazzo, Achille, che se lo porta dietro nel telefonino e lo condivide soddisfatto con lo zio, Alberto, che è poi il mio più giovane fratello. Il tutto durante la pausa del pranzo, fra un piatto di pici al ragout di cinta senese e un tagliere di carne alla brace veramente notevoli scovati in una trattoria trovata per puro caso. lungo la strada. Sabato in giro per colline toscane, in moto. Una vera e propria zingarata stranamente assortita ma assolutamente perfetta. Da rifare.
Informazioni di servizio: la trattoria si chiama il Castagno, via Volterrana, all'incrocio con la deviazione che va a San Gimignano, subito dopo Gambassi. Da non perdere. In tre antipasto, pici, grigliata e un dolce, niente vino, ma non perchè non ce l'avevano, sessanta euro. Il video di Paci Ceccherini è perfettamente adeguato alla bistecca ed ai pici e forse sufficientemente alcolico da sostituire il chianti.

giovedì 25 settembre 2008

Morning Song


Riconosco quando mi girano pensieri positivi per la testa dalla immediata associazione ad una colonna sonora che sento come naturamente adeguata. Non so come spiegarlo meglio. E' come quando sogni a colori. Difficile che gli incubi siano a colori. Gli incubi li vedo sempre in bianco e nero mentre è molto probabile che la luce illumini rilassate e piacevoli passeggiate notturne.
La colonna sonora del dormi veglia, saranno passate del cinque del mattino, la riporto qui sopra. Unica annotazione aggiuntiva dopo aver selezionato la versione a me più adeguata di Across the Universe: devo ricercare e ritirare fuori quei pantaloni a strisce colorate verticali che appaiono nel video. Chi sa che a forza di dimagrire me li possa rimettere.

mercoledì 24 settembre 2008

Oggi, Marco

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Oggi, Marco, ammetto dopo abbondanti libagioni e sotto un tiepido sole settembrino in quel di Montespertoli, ha pubblicamente dichiarato: "Ma allora non sei per nulla male, accidenti!". Si mostrava stupito e questo potrebbe diminuire il valore della dichiarazione, ma preferisco non considerare questo aspetto della questione.  Si riferiva a me medesimo impegnato in affermazioni programmatiche e in qualche volo, spero, non pindarico. Mi sono pubblicamente impegnato a divulgare la notizia e questo faccio. Ciò detto ammetto che nemmeno lui, nonostante l'atavica prudenza e qualche tentennamento, sia poi da trascurare come omaccione pensante. Transeat.

domenica 21 settembre 2008

La schiacciata con l'uva

Settembre anche qui coincide con vendemmia. Questi sono i giorni giusti: il tempo gira al freddo ma ancora non piove. O almeno non troppo. Forbici e paniere. Questo sabato e domenica è doccato anche a me. Con moderazione a dire il vero. Dall'uva che ho raccolto io non ne esce di sicuro più di una bordolese o due. In compenso ne ho sottratta la giusta quantità per una spettacolare schiacciata con l'uva, tipicamente chiantigiana, la cui facilissima preparazione vado a descrivere.
Uva nera di vigna da vino almeno 2 chilogrammi.
Pasta di pane, quella per la pizza, se non la sapete fare con farina e lievito si compra in qualsiasi forno,  800 grammi.
Zucchero 10 cucchiai.
Vino chianti 1 bicchiere abbondante.
Procedere dividendo la pasta in due panetti, diciamo due terzi da una parte ed un terzo dall'altra.
Stendere il più consistente con le mani o un mattarello preparando una sfoglia la più fina possibile.
Appoggiare la sfoglia ottenuta in una teglia leggermente unta con olio d'oliva. Poco, ma olio, niente burro che fa male cotto e non c'entra nulla con la cultura contadina toscana.
Stendere gli acini d'uva, anche questi tre quarti del tutto sulla prima sfoglia esercitando una leggera pressione con le mani. Attenzione: per quanto il contadino che vi ha dato l'uva sia il vostro miglior amico e giuri di non aver messo schifezze e pesticidi provvedede a lavare molto e molto bene con acqua calda gli acini. Non si sciupano e vi risparmiate un sonoro mal di pancia.
Distribuite metà dello zucchero sul tutto in modo regolare. Coprite con la pasta che era stata messa da pare, anche questa stesa più fine che sapete fare e con i restanti acini d'uva. Infornate.
Segreti per fare una schiacciata con l'uva sublime: nel bicchiere di chianti sciogliete la metà dello zucchero e ottenete uno sciroppo liquido liquido da versare di tanto in tanto sulla superfice della schiacciata durante la cottura. Il forno non più alto di 180 gradi per almeno un'ora. Facilissima e sublime.
Variante che però non piace mai ai bambini: rosmarino e semi di finocchio. Meno "dolce" e più schiacciata.

sabato 20 settembre 2008

Tam-Tam

"Ma se non è normale non lo deve portare in mezzo alla gente"

Torno qualche ora dopo a dare una occhiata. Centinaia di commenti. Decine e decine di altri blog a rilanciare.  Impressionante.

venerdì 19 settembre 2008

Denari e regole -1

Che la situazione di come girano i denari sia seria pare indubitabile anche a chi li usa semplicemente per comprare pane e latte alla mattina. Che questo oltre ogni monetarismo influenzi la vita reale e la produzione di cose e servizi oltre all'umore di molti pare evidente. Chi lavora a fare il banker ( baci e solidarietà) di questi tempi vede il lato oscuro come non mai e (mal)sopporta gli assalti nevrotici dei terrorizzati clienti. Ora, sia chiaro, non mi stanno per nulla simpatici, questi milionari investitori di fondi e future che del muovere il denaro in acque a loro parere tranquille hanno fatto professione. Sopratutto qui in Italia, sono i nuovi latifondisti dell'era contemporanea, pascolatori di greggi di soldi a basso profitto. Denaro dal denaro. Come se l'astrazione potesse sostituire la realtà all'infinito. Leggevo uno studio del CNA empolese che raccontava come in Toscana, tanto per fare un esempio, tutti, ma dico tutti, gli utili generati dall'industria del cuoio e della ceramica negli anni '90 siano stati investiti fuori dal comparto industriale. Case, bot o fondi poco importa. L'importante che non fosse ricerca, prodotto, innovazione, marketing. Rischio di impresa. Per quello i fondi europei e i sussidi statali. Qualche lacrima e qualche ulcera di questi "paperoni de noijaltri" non mi disturberà il sonno.

Denari e regole - 2

La cosa che appare a tutti incredibile è che a fallire miseramente non siamo avventurosi finanzieri da junk bond ma grandi e storiche istituzioni fianziarie. Banche fra le più grandi e prestigiose del mondo o compagnie assicurative capaci di sponsorizzare roba come il Manchester United e lo stipendio di Cristiano Ronaldo (eheh). Mi dice la mia ben informata amica banker che la Lehaman Brothers fosse ancora classificata come un investimento super sicuro, non so quante "A" ma tante, dalle società di rating anche alcune ore dopo che era già stata data per fallita. Ovvio che ora anche il più biccolo "boatos" porti terrore. Si invocano nuove regole per i mercati. Ho sentito un telegiornale dove la frase "nuove regole" viaggiava in intercontinentale dalle labbra dei candidati alla presidenza degli Stari Uniti fino alle più nostrane del commercialista Tremonti e del giovane Letta, il nipote, quello sponda PD. Onestamente sarebbe bastato che il giudizio sull'affidabilità dei titoli non fosse affidato a società pagate da chi dovevano giudicare. Voglia di illudersi. Più che regole buon senso.

giovedì 18 settembre 2008

Blogosfera

Seguendo Tommaso, si scoprono sempre cose interessanti. E' per questo che l'ho linkato permanentemente in spalla Arrivo così al blog, a me sconosciuto, di Marco Mazzei. Capito in un post dedicato alla Blogfest con annesse riflessioni sulla Blogosfera italiana. Cito perchè trovo tutto condivisibile. Tutto o quasi. Il quasi è: nessun giudizio morale, nessun tribunale della legittimità e della innovazione pura, nessuno scandalo se qualche blogger, del resto sono poi i più bravi, ne ha fatto remunerata professione. Per il resto condividendo una risposta al post, quella di Tiziana Ferrando, che non conosco e quindi ri-cito, la blogosfera italiana è molto più ampia e divertente di quella rappresentata dai padri nobili presenti sul lago. Pensavo al fatto che Elena ha un blog che ritiene bellissimo e sacro, condiviso da lei e da non so poi chi, visto che non me ne rivela nemmeno l'indirizzo. Quello che so per certo è che ne lei ne le sue amiche e compagne di scrittura mai e poi mai si sono misurate con il ranking. Che dei blog esista una classifica, anzi, lo ignorano totalmente. E non soffrono per nulla.

Ps. :) Paolo

martedì 16 settembre 2008

Florence IN carne ed ossa.

Grande successo al debutto in società di FlorenceIN! Più di cento belle persone mosse dalla voglia di conoscersi dal vivo dopo essersi linkate e parlate on line magari da anni. A tenere a battesimo il primo concreto esempio di social network in terra di cavolo nero e olio d'oliva l'intero staff di Milan In, capostipite riconosciuto e non disconoscibile, guidato da Pier Carlo di viola incravattato. In platea amici, qualcuno che magari amico non ti è ma intanto è li sotto lo stesso cielo, persone che si ritrovano dopo anni, ex colleghi, imprenditori e professionals di tutta la Toscana. Potrebbe finire qui. Sarebbe completo e smart. Mi piace però aggiungere che l'aria era positiva e piacevole, che le persone sembravano a proprio agio, almeno per la maggior parte, che Luisa, Laura, Nina, Stefania erano elegantissime e sorridenti, che Lapo, Guido e Davide erano i perfetti padroni di casa. Dico poi che ascoltare e vedere l'elegantissima governatrice di IWW, Giovanna Lucherini, in foto :) con Lapo, era un piacere per la mente e per gli occhi. Dal virtuale al reale. Dal byte alla stretta di mano. FlorenceIN si manifesta con la vigorosa fisicità dei propri iscritti. Ed io mi sono divertito. Non poco. Insomma ci torno anche la prossima volta. ;-)

lunedì 15 settembre 2008

Winstong Tong



La vacanza elbana mi ha completamente modificato il ciclo del sonno. Ora non reggo la palpebra calante oltre le 23 della sera e schizzo come un grillo dalle cinque del mattino. Sono sempre sei ore di sonno. Purtroppo, alle cinque del mattino,  non è poi così facile fare di meglio che non sia tornare ad adolescenziali abitudini e polluzioni.  Mi capita, quindi, di passeggiare nei ricordi per occupare questo tempo. Dalle persone vado facilmente agli episodi a cui sono legate ma con più sapore e particolari di quanto mi capiti provando a fare il percorso inverso. Stamani mi è apparsa, ma non dormivo, appunto,  la lunghissima bionda e profumata chioma di Adriana Vignali, fiore di donna brevissimamente frequentata nei primi anni ottanta. Fiore mai colto, anzi neppure sfiorato. Del resto era il periodo dell'innamoramento assoluto con Alessandra che poi sarebbe diventata la madre dei miei figli. Adriana faceva l'organizzatrice teatrale, era raffinata e piena di idee che avrebbero avuto miglior fortuna ovunque fuori da Firenze. Aveva una agenda telefonica incredibile, piena di nomi di personaggi e organizzatori che pensava tutti le volessero rubare. Tutti quelli che conoscevo avrebbero invece lasciato tutti gli altri e preso solo il suo di numero. Aveva una cortina di lunghissimi capelli biondi che usava come un sipario per nascondere il viso quando era arrabbiata e doveva trattenersi dal mandare a quel paese me o qualche altro ignorantissimo funzionario.  Mi ha fatto conoscere le prime belle cose, mashuappate si direbbe oggi, di teatro e musica, stappandomi all'estetica militante che, in quegli anni non mi faceva andare oltre Dario Fo e Giovanna Marini. Pensando a lei mi è tornata in mente una bellissima fulminante  performace di Winston Tong, allora senza i Tuxedomoon,  vista nel teatro gestito da Riccardo Donnini, altro straordinario personaggio che Firenze ha scacazzato nella sua immensa e organica miopia, e che merita un post apposito. Chissà come e quando ma glielo devo in futuro. Vi linko quanto di più simile a quella atmosfera ho trovato su UTube. E' solo il sapore, dato che, ovvviamente, di quello spettacolo visto all'Affratellamento, sarà stato il 1982, non c'è più traccia alcuna.

sabato 13 settembre 2008

Pretty Ali Italia - 2

Piccolissima nota aggiunta. Chi ha viaggiato in aereo sopratutto per lavoro nelle tratte interne ha avuto spesso, in questi anni, a che fare con ritardi e cancellazioni e conseguentemente con i dipendenti Alitalia. L'arrroganza e la certezza di essere protetti ed impunibili, l'assoluta mancanza di attenzione nei confronti del povero viaggiatore sono state la norma. E molto di più. Molti più ritardi e cancellazioni di qualsiasi altra Compagnia: Molta più indifferenza, distrazione, menefreghismo da parte di chi la divisa di Alitalia portava. Mi è capitato un paio di anni fa, abbandonato a Napoli di notte, per l'ennesima volta,  e avvisato quando ormai non mi potevo inventare nulla per tornare a casa,  di gridare al capo scalo Alitalia: " Vi finirà la pacchia e vi troverete a terra voi.." Non me ne pento e  confermo. I dipendenti di Alitalia ed i loro sindacati sono pienamente corresponsabili della situazione. Non piangerò per loro. Significativo l'articolo di colore di oggi sul Corrierone.

Pretty Ali Italia


Pare molto probabile che Alitalia chiuda nel peggiore dei modi. Per quello che mi era dato capire, in verità, la vicenda era già comunque segnata per Alitalia società per azioni. Quella vera iscritta alla Camera di Commercio e al Registro delle Imprese. Quella Alitalia già commissariata con Fantozzi. Sulla via di una liquidazione volontariamente scandalosa. Di uno spezzatino aziendale che divideva quello che rendeva da quello che costava.  All'origine. Prima di vendere. Per vendere a poco il buono e liquidare il cattivo. Insomma una caso pratico già abbondantemente illustrato con Parmalat, Cirio ecc. dove l'Edward Lewis de noialtri fa i soldi a zero rischi e gli azionisti restano con nulla in mano, nella cacca.
Inutile dire che tutto sembra molto fuori dalle regole. O meglio fuori dalle regole normali. Inutile dirlo. Anzi sbagliato. Sono le regole che sono cambiate e rispondono, ovviamente, in questa nuova era, esclusivamente alle leggi del marketing. E' che Colaninno è un abbonato Platinum! Il mio problema è che non riesco a capire comecompagnia aerea.scalare il mio abbonamento e passare almeno dal Silver al Gold.

giovedì 11 settembre 2008

Infuso di tiglio.

Aargh! Nottata infinita. Di quelle in cui non riesci a prendere sonno nemeno contando i batteri, altro che le pecore. Agitatissimo ma fermamente contrario ad ogni supporto di natura chimica farmacologica non ho nulla che possa aiutarmi a portata di mano. Nessun successo anche ricorrendo ai classici trucchi tipo fissare un punto nel muro o pensare alla cosa più piacevole da fare domani. La cosa incredibile è che ogni volta che il naturale processo di abbiocco sconfinava nel sonno partivono sogni vividissimi che avevano protagonisti diversi, amici, conoscenti, parenti lontani di cui ho perso le tracce da decenni. Un unica particolarità li accumunava: fumavano. Fumavano tutti. Nuvole di fumo. Cortine impenetrabili. Fumavano anche i ragazzi e gli amici che pure non avevo mai visto fumare nella vita reale. Intorno alle quattro del mattino mi sono arreso. Per stanotte non si dorme. Ma appena aprono i negozzi un salto in erboristeria per comprare una boccettina di tintura madre di Tiglio......

martedì 9 settembre 2008

Excusatio non petita


Una bufera vera, che deve ancora manifestarsi pienamente e che schiera in attacco la corrazzata Google ed in difesa, o contrattacco quella Microsoft che tampina da decenni ogni evoluzione e tendenza dell'informatica globale. Tampina perchè vere novità e innovazioni da quella parte ne ricordo poche. Molti inseguimenti. ( Nota a margine: vero, sono un romantico e resto convinto che il Pcos fosse meglio del Ms-Dos. Se ne può dubitare? Opinioni. ) Certo è che quello che sta accadendo ora con il lancio di Chrome e la immediata risposta di Explorer 8 Beta è molto di più che un nuovo episodio nella guerra dei browser. Molto di più perchè a vederlo anche solo superficialmente Chrome non è un browser ma un vero e proprio abbozzo di ambiente operativo autonomo. Non mi permetto giudizi o recensioni. Altri sono gli esperti. Ma certo c'è del buono anche a prima vista. Anche del pessimo. Non mi riferisco a quel "roba da smanettoni" che sostituisce le classiche Opzioni Avanzate di ogni browser. Anche se rabbrividisco al pensiero di quale mente malata mi ritenga così stupido da trovare "cool" questi scimmiottamenti idioti. Mi riferisco molto di più all'invadenza che Chrome confessa di esercitare nei miei files e nelle mie ricerche e nei miei siti preferiti e nelle mie scelte individuali e private. Ora possibile che ci si debba adattare ed adeguare all'idea che nulla della nostra vita possa restare non visto e non ascoltato da un qualche grande occhio planetario che tutto vede e registra? Possibile che io debba scegliere fra l'isolamento tecno autistico e l'accettazione che le sonde di Google mi facciano la Tac alla vita? Non che gli altri grandi si comportino meglio. Per nulla. Sono ancora scandalizzato dalle notize sulla back list Apple per gli iPhone. E Microsoft? Resta indietro? Internet Explorer 8 Beta è pure peggio. L'apparire del menu Safety con dentro quel gigantesco ed evidente "In private browsing" è scandaloso. Ora, diciamocelo, che bisogno ci dovrebbe essere di dover precisare che si vuole navigare in privato? Non dovrebbe semmai essere il contrario? Non dovrebbe esistere un tasto, preceduto da venti avvertimenti di assunzione di rischio, con su scritto "Comunica a chi che sia e a Microsoft in particolare i tuoi interessi" !?
Insomma quel "Naviga in Privato" mi riporta con certezza ai ricordi liceali: "Excusatio non petita, accusatio manifesta" . Una banda di spioni,

lunedì 8 settembre 2008

Monday takes sense

face to facePiastrellavo il mio tempo cercando qualcosa che potesse esprimere la parte positiva di questo lunedì. Quando mi sono imbattuto in questa foto fatta circa un anno fa ho capito che era assolutamente quello che cercavo. Mi piace, non tanto la foto, quanto quello che dice. Che si conferma anche oggi, col senno del poi. Hurry up friends!

Monday no sense


Il secondo lunedì di settembre mi trova in piena attività. Un frullato di pensieri e di cose da fare il cui sapore preponderante è tornato quello del lavoro con tutti gli annessi e connessi relativi. Mi piace quello che faccio. Mi piace con chi lo faccio. Mi piacciono gli obiettivi che ho e ancora di più la certezza di essere importante per raggiungerli. A settembre poi succedono un sacco di cose. Rimango convinto da sempre che San Silvstro dovrebbe essere il 31 agosto e, conseguentemente, Natale andrebbe spostato a Ferragosto. Certo qualche innovazione andrebbe apportata alla liturgia classica ed ho qualche dubbio che in questo clima di ritorno all'ortodossia e di abbandono di ogni umanesimo autentico sarebbe bene accolta la mia, trovo per altro, logicissima idea. Cosa ci potrebbe essere di più logico che armonizzare il soggettivo scorrere dell'anno con quello legale. Cosa di meglio che fare il cenone di capodanno in costume lasciando per qualche secolo ai brasiliani la noia di baciarsi sotto il vischio con cappotti e ombrelli. Così oggi sarebbe la prima settimana lavorativa dell'anno. Ecco, non lo dico a nessuno, ma mi voglio proprio comportare come se fosse esattamente così. Oggi è l'otto gennaio, il carbone non me l'hanno portato e presto è carnevale!

sabato 6 settembre 2008

Rientri


Dalle vacanze si rientra sempre, per definizione. Spesso si dice che hanno svolto il loro compito rigenerante se si ritorna appagati, anche un po stufi. Pronti a ributtarsi nella vita scandita da impegni e fughe. Per queste mie, invece, la felicità del rientro corrisponde direttamente con la speranza di uscire dalla nuvola personale di "sculo" che mi ha accompagnato fin dall'inizio di agosto. Il finale è stato assolutamente degno. L'auto, carica di ogni masserizia si potesse immaginare di poter trasportare, con passeggeri e cane annessi, si è irrimediabilmente fermata a venti, dico venti, chilometri da casa,. Rottura della cuffia del cambio e perdita conseguente di tutto l'olio. Siamo stati salvati dopo due ore di attesa da provvidenziali amici. Anno bisestile. La cosa che mi sconcerta è che nonostante tutto la sensazione non sia del tutto spiacevole. Sarà stato il ritorno all'Elba, il potere rigenerante dei ragazzi che giravano intorno, l'aver trovato una dimensione di confronto con la realtà e con la vita riposizionata e riproporzionata dalla malattia. Sarà che, comunque sia , l'energia non manca e la voglia di usarla nemmeno.

martedì 2 settembre 2008

In banda

New Generation
I ragazzi si trovavano immancabilmente passate le nove del mattino. Il primo aspettava gli altri sulle scale davanti alla grande casa rosa de Le Paffe. Mezza collina, nel verde, a meno di duecento metri in linea d'aria dal mare del Il Cavo. Quando erano tutti insieme partivano per la spiaggia: Fornacelle, Sassi Piatti, Cala delle Alghe. Raramente li rivedevi prima delle sei del pomeriggio. Riapparivono dal sentiero in mezzo ai pini. In banda come sempre. In sei il gruppetto di base a cui se ne aggregavano a rotazione altri quattro o cinque. Così per tutto il mese di vacanza. Un piacere ascoltarli da vicino, facendo finta di non esserci nemmeno. Un piacere vederli trovare l'uno la misura dell'altro giorno dopo giorno. Un dejavu nostalgico e un po' guardone che nulla aveva a che fare col sogno e molto con il ricordo di altri anni ed altre bande in un'altra isola d'Elba.

venerdì 29 agosto 2008

Bronco-spasmo

Pare che fra il secondo e terzo mese di abbandono totale della sigaretta i grandi fumatori, patiscano un momento di crisi acuta. Mi sono state raccontate cose incredibili: semi paralisi degli arti, crisi di panico, tremori tali da costringere all'immediato blocco dell'auto sulla A1, regressioni all'età dell'adolescenza. Non mi potevo far mancare l'esperienza.
Così, verso le undici di stamattina, dopo abbondante colazione sono passato dal riflettere su come l'aria entri nei polmoni, alla esatta dinamica del respiro, a come si può governare ogni tosse per finire, poi, a misurare la mia capacità di ventilazione polmonare.
Da lì alla iper ventilazione reale il passo breve. Dalla iper ventilazione al panico ancora più breve. Quanto poi ci sia voluto per passare dal panico al bronco-spasmo e da quello al 118 non so dirlo. Certò è che per la prima volta nella mia vita mi sono trovato legato come un salame dentro una ambulanza ululante lanciata su e giù per le curve che dal Cavo portano a Portoferraio. Il panico ed il bronco-spasmo sono stati ridotti alla ragione da: 2 litri di soluzione fisiologica per endovena mista a cortisone e broncodilatatori, elettrocardiogramma, prelivo multiplo di sangue sia venoso che (GASP) arterioso, umiliazione del "pappagallo", sorriso di scherno del pur ottimo medico del pronto soccorso quando gli ho comunicato di essere stato uno che nei precedenti 27 anni si fumava 50 sigarette al giorno. A quel punto ogni egocentrismpo ipocondriaco è stato sopraffatto dalla consapevolezza di quanto sia misero il destino di un BPO cronico.
Comunque grazie:
alla valkiria volontaria della Misericordia di Cavo che ha preso in mano la situazione e ha convinto il centro operativo a far partire l'ambulanza anche senza medico; alla giovane volontaria della stessa ambulanza che fra Rio nell'Elba e PortoAzzurro ha fatto fermare tutto ed ha vomitato anche l'anima; all'infermiera quarantenne dai bellissimi e pronunciati zigomi che ha esordito dicendo "non mi travolga.... almeno non ora, aspetti di star meglio ... "; al medico arancion vestito, a quello di verde coperto, ed al più tradizionale camice bianco che mi hanno assistito in momenti diversi ma sempre sorridenti, competenti e professionali. Grazie alla Sanità toscana così diversa ed efficiente: fosse anche solo questo il motivo per continuar a votare a sinistra!
Verso le cinque del pomeriggio mi hanno dimesso e sono tornato al Cavo.
Mi raccontano tutti quelli che hanno vissuto una crisi da ex grande fumatore che l'unica soluzione per rimettere l'organismo in un luciferino equilibrio è riprendere a fumare.
Col cazzo! Ovvero ma ti pare che fatta tutta sta fatica butto a mare la possibilità di avere un bronco-spasmo...

mercoledì 27 agosto 2008

Intramezzo



Come chiamare un periodo di cui non vale la pena parlare? Credo che alla fine "intramezzo" possa essere la parola giusta. Intramezzo anche perchè come ci insegna il vecchio cinese di Manikka non si sa mai. Intramezzo perchè non è impossibile pensarlo come una parentesi. E poi non è detto che tutto sia inutile e nebbioso, qualcosa di buono sbuca sempre. Intramezzo anche perchè "limbo" mi pare proprio eccessivo.

venerdì 8 agosto 2008

Isola d'Elba


Riemergo. Riaffioro a mezza collina in località Cavo, Isola d'Elba. In realtà ci sono arrivato nel pomeriggio del primo d'agosto dopo una corsa a rotta di collo passando da una specie di percorso ad ostacoli speciale, un girone dantesco anticipato capace di mostrarmi il peso di tutte le mie colpe, presenti e future. Con le ultime riserve di energie sono sbarcato a Rio Marina, raggiunto la casa affitatta per le vacanze al Cavo, respinto l'assalto della figlia che se ne voleva tornare immediatamente a casa, trovato un modus vivendi fra il cane e le centinaia di gatti che abitano da sempre le pendici della collina, sorriso ai vicini che si conoscono da decine di anni e, solo a quel punto, sono scivolato in una sorta di coma vigile. Da cui oggi riemergo. Forse. Dimenticavo non fumo ormai da giorni e giorni, non sento alcun bisogno di nicotina e nessuna dipendenza residua dalla sigaretta. In compenso continuo a respirare molto peggio di quando fumavo.