collina, comune di Montespertoli, località Anselmo. Toscana.
Un Blog assolutamente personale, senza genere e modo.

mercoledì 30 dicembre 2009

Riassunto natalizio

In questo giorno che precede quella che dovrebbe essere l'ultima boufe dell'anno, prima di ogni cenone possibile, ricordo a me stesso i propositi espressi all'alba del 27 dicembre. Li ricordo per me e li riassumo per chi vuole riavermi accanto il prossimo anno.
La tradizione della mia famiglia di origine prevede il cenone della vigilia. E' sempre stato un'occasione di grande festa. Non si poteva assolutamente mancare pena la scomunica di mio padre e l'ostracismo completo per almeno tre mesi. Di solito tutti a casa di mamma, anche in 30. Qualche rara volta a casa di uno dei rampolli. Escluso Alberto che ha dimestichezza esclusiva con la rosticceria sotto casa ma che ormai porta in dote Costanza che è specializzata in dolci sublimi. Cenoni pantagruelici. Di positivo c'era il fatto che un solo cuoco/a non poteva materialmente andare oltre una certa soglia di quantità. Anche perchè la qualità delle piatenze era sottoposta a un controllo degno del cominform. Con un pizzico crudeltà e, pur sorridendo, e giustificando pietosamente il cuciniere di turno, in caso di cose freddine, poco riuscite o peggio di preparazione troppo anticipata le punzecchiature e le risatine erano di pragmatica.
Quest'anno, con la scusa che eravamo meno, solo dodici abbiamo deciso di cambiare metodo e affidando a ciascuno dei quattro cucinieri abituali la fattura di due piatti. Forse che qualcuno abbia rispettato il limite? Io stesso, lo confesso, con la scusa che non avevo trovato le sarde per farle al beccafico alla maniera palermitana, mi sono lanciato in due antipasti e due primi: polpo tiepido con patate e vol au vent di calamari e carciofi, tagliolini freschi al nero di seppia e, per gli schizzinosi, paccheri cernia e zucchine. Mejir e Laura hanno sostanzialmente rispettato l'impegno producendo inebrianti vassoi di zaziki, taramosalada, melanzanosalda oltre ad una nuova, piccantissima salsa a base di formaggio, di cui non ho memorizzato il nome. La mamma e Antonella hanno esondato. Aspic, tartine, spiedini, uova di quaglia, sformatini di taleggio e grana, sformati a base di radicchio rosso e pera, timballo di riso ai frutti di mare, aragostine con la maionese fatta rigorosamente in casa. Altro che non ricodo. IL secondo non siamo nemmeno arrivati a vederlo. Unica certezza c'era anche l'insalata: caso mai qualcuno avesse ancora un buchino nello stomaco. Dolci (2) rigorosamente fatti in casa da Costanza: stupendi.
Naturalmente ogni portata misurata per dodici, abbondanti. Non ricordo a che punto è arrivata la resa. Molto prima che si arrivasse ai taglolini al nero di seppia. Stravolto, dopo mezzanotte e l'apertura dei regali, me ne sono tornato a casa riportandomi indietro una parte abbondante della mia produzione e della mia fatica. L'unica parola che si adatta a descrivere la situazione è: spreco.
Non è finita qui perchè il gorno dopo, seguendo la tradizione toscana, pranzo del 25 a casa dei suoceri. Non serve commento. Il giorno dopo a cercare di recuperare, congelare il congelabile, riadattare gli avanzi. Che è un lavoro più pesante del cucinare e non da nemmeno soddisfazione.
Conclusione. Nessuno mi parli di cenone di fine anno e per il prossimo Natale inventiamoci una cosa diversa, che so tagliolini al tartufo, tombola e mercante in fiera. Altrimenti, nonostante il possibile ostracismo, io passo.

martedì 29 dicembre 2009

Senza ulteriori commenti

Ho atteso più che abbastanza osservando quello che accade dentro il PD. Ho atteso da Marino qualcosa di più di qualche dichiarazione. Il duo D'Alema Bersani e Franceschini non hanno certo esitato a organizzarsi gli un contro gli altri armati. Ho atteso ma la vicenda pugliese mi toglie ogni remora. Auguri vivissimi.

martedì 22 dicembre 2009

Lettera aperta a Ignazio Marino

Caro professore dei dodici che avevo convinto a prendere la tessera del PD per sostenere Marino già tre, ovviamente non avevano bisogno di chiedere il consenso a nessuno, hanno imbustato e rimandato la propria tessera alla sezione. Per quel che mi riguarda credo che farò esattamente la stessa cosa. Aspetto solo un attimo per vedere e capire cosa intende fare: darà almeno battaglia? Qualcosa di più che una dichiarazione di non condivisione delle scelte? Capirà che l'idea di sciogliere nel nulla il patrimonio di sostenitori, interni ed esterni al PD, iscritti e elettori delle primarie, è una solenne idiozia? Rimetterà insieme i sottomarini almeno per preservare quel gruppo di persone dalla dispersione e rinnovarne il valore? Romperà lo schema della guerra dei vent'anni fra D'alema e Veltroni? Ovvio che non mi basta affatto l'invito a resistere. Resistere a cosa? Dietro questa richiesta c'è una idea di militanza vecchissima. Questa si da secolo scorso. Una idea di militanza ridicola in un partito in cui palesemente i militanti non esistono o non contano nulla. Un partito fatto di piccoli funzionari, pagati, quando non direttamete, dalle municipalizzate o dalle società legate a coperative o a enti. Non mi riguarda minimamente. Se potessi parlare direttamente a lei o a Civati o alla Concia o a qualcuna delle persone che ho sostenuto per le primarie direi: "guardate che di D'alema, di Bersani e degli altri non mi fidavo prima e non mi fido ora. Guardate che quello che è in gioco ora è la vostra credibilità personale. State attenti ai boomerang."
Luigi

sabato 19 dicembre 2009

Nevicata

Per tornare all'ultima nevicata così abbondante occorre andare con il pensiero indietro di cinque anni. I ragazzi festeggiano da ieri. I grandi stanno al calduccio in casa. La mia macchina è rimasta in mezzo alle vigne. L'altra è senza catene. A parte questo l'unico problema che si prospetta, qui sulla collina di Bonsarto, è quello del freddo. Se veramente domani si va a meno 11 sono a rischio gli olivi e le vigne. La discussione è accesissima fra i pessimisti, lei, e gli ottimisti, il resto della famiglia. Mi rallegra il fatto che questo è uno dei pochi casi in cui, per vedere chi avrà ragione basta, aspettare ventiquattro ore.

mercoledì 16 dicembre 2009

Due parole: No Flame

Da giorni ormai i telegiornali hanno un solo argomento. Tutti. Quelli Mediaset fanno il loro mestiere insieme a quelli Rai. Ma anche la7, Sky, i piccoli telegiornali locali. Non parlano d'altro. Ho avuto il dubbio di dover dire la mia. Poi, sentito Fabrizio Cicchitto, ho deciso di evitare di partecipare a questo piccolo incendio del Reichstag. Anche perchè la parola incendio mi ha riportato alla mente una bella definizione usata nella rete, nei social network in particolare: flame. Sto diventando esperto di flame. Molto meglio evitarli.

domenica 13 dicembre 2009

Città (1)

Problema. Prima puntata della riflessione sul tema. Ho due figli adolescenti. Si dice ancora adolescenti? Non credo si usi più. Termine defunto insieme a matusa. Non ho quindi idea precisa di come si dovrebbero appellare una sedicenne ed un tredicenne. Quello che so per certo è che le loro necessità iniziano a minare alcune delle mie più radicate e basilari certezze. Così mi sprofonda in una crisi assoluta sapere che loro preferirebbero la città. Ora, proprio quando è nata Elena, ho deciso di trasferirmi in cima alla collina dove abito. In mezzo a vigne e ulivi. Vento. Qualche cinghiale che gira la notte. Bonsarto. Un bel posto dove vivere. Bello tanto quando mi sembrava ormai assurda la vita in via Santa Reparata. Centro storico di Firenze. Un passo da San Marco e da San Lorenzo. Almeno mezz'ora per sera per trovare un posto per mollare la macchina. Negozi di alimentari rarissimi. Quei pochi con prezzi esosi. Più probabile trovare un tartufo d'Alba che un etto di mortadella coi pistacchi. In giro per i marciapiedi comitive di giapponesi imbrancati. L'unico giardino nel raggio di un paio di chilometri in una piazza circondata di un flusso ininterrotto di auto. Almeno per 16 ore al giorno. Quindi che Firenze fosse bella solo per chi ci passava poche ore o al massimo per pochi giorni,che non fosse minimanete adatta per farci crescere dei figli, era più di una certezza. Per sedici anni ho ritenuto che la decisione di trasfersi armi e bagagli in campagna fosse quanto di meglio potessi escogitare. Il bello è che lo penso ancora. Personalmente non mi sfiorebbe neppure il dubbio. Poi, torni da un ottimo pranzo, come oggi. Un pranzo a base di bruschetta con l'olio nuovo, canederli in brodo, lesso misto. Un meraviglioso dolce artigianale tutto cioccolata fondente. Un pranzo a casa di un amico che si è trasferito da meno di un anno dalla città in una bellissima casa di campagna. Su un poggio da cui si vede in lontananza il Duomo di Firenze. Lontano abbastanza da goderselo. Torni e tra gli altri soddisfatti commenti dici " bella casa e bel posto" e ti senti rispondere da tua figlia "basta con la campagna. Io vorrei stare in città e anche voi non siete abbastanza vecchi per chiudervi in campagna!" Evidentemente non basta più il motorino.

sabato 5 dicembre 2009

Tanti e belli

Giovani. Moltissimi. Bandiere e slogan di partito pochissimi. Facce sorridenti. Una miriade di persone tranquille. Qualche, per me e solo per me, evidentemente poco elastico di testa, accostamento blasfemo: Napolitano e Fini insieme paladini e difensori della costituzione. L'assenza del PD non la nota proprio nessuno. Solo quelli, del PD, tantissimi, presenti in piazza, che si guardano intorno per vedere qualche faccia nota. Avvistato facilmente dietro a uno striscione coi tipici colori della campagna delle primarie che recitava "Tutti uguali di fronte alla legge" Marino, Scalfarotto e Paola Concia insieme moltissmi sottomarini. C'era sicuramente ma non è stato da noi avvistato Giuseppe Civati. I toscani con Daniela Lastri e, a rappresentare tutti noi non professionisti, la splendida Milene Mucci. Avvistata in prima fila la Melandri e Tuadì. Un passo più in la', con l'aria di chi dice io sono in visita di cortesia, Franceschini. Ci sarà, poi, la Bindi? Un pensiero che dura non più di cinque minuti, Inutile anche porsi il problema. Chi sa se anche D'alema pensa che il serpentone sia di sole 90.000 persone ininfluenti. Chi sa, invece, se può essere una occasione per capire che è tempo di andare in pensione, tempo per lasciare spazio a questa generazione che non ha deciso di rifugiarsi all'estero. Una boccata di aria pulita. Nuova. La foto grazie al mio ottimo fratello e a Costanza. Grazie, provo a sorridere.