collina, comune di Montespertoli, località Anselmo. Toscana.
Un Blog assolutamente personale, senza genere e modo.

domenica 29 giugno 2008

Una ratatouille estiva

Di questa stagione chi sta in campagna e si diletta a coltivare pochi metri quadri d'orto ha il piacere di raccogliere i primi frutti della sua, modestissima, fatica. Quest'anno, escludendo pomodori e zucchine, che sono stati debitamente piantati nella nuda terra, ho ulteriormente ridotto fatica ed impegno decidendo di utilizzare dei grossi vasi di terracotta per far crescere peperoni e melanzane. Per meglio dire due piante di melanzane e due di peperoni. Certo la produzione è scarsa ma la fatica non supera quella della coltivazione delle rose. Considerata la scarsa commestibilità dei fiori e l'incredibile sapore della verdura cresciuta senza aiuti chimici e mai passata dalle celle frigorifere la soddisfazione è molto maggiore.I fiori stessi delle zucchine, dei peperoni e dei cetriolini e delle melanzane sono, per altro, bellissimi. Il giardino misto di piante da fiore tradizionali e vegetali commestibili non me lo sono inventato io. Il primo l'ho visto una quindicina di anni fa a Marrakech in Marocco. Lungo le mura il giardino di Agdal. Un impatto straordinario. Il mio è più modesto ed in grado di dare pochi ma saporiti frutti. Come usarli per gustarli al meglio considerato il livello della produzione? Con poche aggiunte comprate al supermercato ho sperimentato una ottima ratatouille estiva. Differisce da quella invernale per il metodo di cottura che ne fa un piatto assolutamente diverso da quello, di origine francese, che tutti conoscono. La mia ratatouille estiva si fa nel forno e non in tegame.
Allora:
1 peperone giallo
1 peperone rosso
1 melanzana media
3 zucchine
4 pomodorini maturi
1 costola di sedano
2 patate
1 cipolla
Tagliare tutto a piccoli pezzi. Le patate sottili, a lamelle. Le melanzane poco meno di un pollice. Il resto come viene viene. Mescolare in una zuppiera con due o tre cucchiai di olio d'oliva e salare. Tutto a freddo. Nel frattempo accendere il forno a 220. Disporre il misto di verdura nel piatto del forno cercando di ottenere un solo strato uniforme. Allontanarsi dal forno velocemente, visto il caldo di questi giorni, dimendicandosi della cosa per una quindicina di minuti. Passato questo tempo una girata e altri cinque minuti di cottura. Finito. La verdura resterà compatta e riconoscibile ed il piatto sarà perfettamente gradito sia caldo che freddo. Io ne faccio sempre una quantità abbondante. La sera o il giorno dopo uso quanto avanza per condire la pasta corta ripassandola in padella con l'avanzo di ratatouille e aggiungendo qualche pinolo due capperi e un po' di peperoncino. Da considerarsi, inoltre, come condimento per una insalata di riso meno banale del solito.

Caporali di ramazza


Ho normalmente un atteggiamento distaccato nei confronti di cosa combinano quelli che dalla politica ricavano uno stipendio. Tendo a considerarli altro da me ed assumo, come tanti, un atteggiamento di resistenza ingegnosamente passiva per attutire le conseguenze delle loro scarse azioni. Ho, abbiamo, affinato una capacità di convivere con tanta insipienza rinunciando ad ogni attesa positiva ed anzi considerando il governo della cosa pubblica come una specie di handicap da saper assorbire e gestire. Ma ci sono momenti e cose per cui è difficile, se non immorale, non dire quel che si pensa. Ora chiunque viva nel mondo reale sa bene che questo gran gridare sulla sicurezza dei cittadini è una balla colossale. L'unica vera emergenza è la crisi dell'economia di un intero mondo basato sull'uso intensivo di energia fossile. Una cosa difficile da affrontare per chiunque, figurarsi per i governanti italiani di oggi e di ieri. Quelli di ieri erano tanto impegnati a litigarsi fra loro da non produrre alcun effetto pratico immediato. Ovviamente so bene che anche la paralisi alla lunga può avere effetti devastanti ma lascia più spazio alla società civile per trovare rimedi ed anticorpi naturali . Quelli di oggi, alcuni almeno, sono veramente pericolosi. Hanno la forza e l'autorità dei numeri dalla loro parte e non sapendo ne come ne per cosa usarla si agitano come "caporali di ramazza". Il caporale di ramazza, messo a gestire i cortili e le camerate della caserma, è notoriamente pericoloso: prima ride e poi si incazza. Quando si incazza urla e improvvisa una autorità che non ha. Si agita per affermare un minuscolo potere. Non capisce nemmeno le conseguenze ultime di quello che sta combinando. Ed arrivano i soldati nelle città, la militarizzazione delle discariche, i bambini rom schedati e simili idiozie. Ovviamente non ci credo. Anche per fare i nazzisti ci vuole una certa professionalità. Saperlo non mi può esimere dal gridare il mio personale disgusto.

venerdì 27 giugno 2008

Cara

A volte mi capita, è lo faccio senza alcun malanimo e tantomeno sufficienza, di utilizzare il termine "cara". Ho scoperto che viene ritenuto una grave ed ingiustificata offesa. Voglio rimediare. Così, per quanto occorrer possa, ricopio e rilancio la petizione di Paola per l'abolizione del suddetto termine.

Petizione per l'abolizione del termine "CARA".
Ognuno di noi ha le sue simpatie e le sua antipatie verso persone ...cose...fatti...parole.
Ecco la mia antipatia più profonda è verso una parola "cara".
Qui a Roma, dove abito, tutti ma proprio tutti ti chiamano cara:
Per esempio sotto il mio ufficio c'è un bel bar e il caffè è buono, ma i ragazzi dietro il bancone ti chiamano "inevitabilmente" cara: Caffè cara? Cornetto cara? Ciao cara...
Stesso discorso per il ragazzo che mi asciuga i capelli dal parrucchiere: "Scusa cara abbassa la testa " "Così va bene grazie cara..."
"Ma io e te abbiamo mai mangiato insieme?" vorrei chiedergli e visto che io so per certo che non lo abbiamo mai fatto cosa ti autorizza a chiamarmi cara?
Sono una babbiona acida? Forse ma non ne posso più di essere chiamata cara!!
Soluzioni possibili alla mia idiosincrasia:
1) Abolire dal vocabolario il termine odiato
2) Trovare un bar/ un parrucchiere dove non ti chiamino cara
3) Smettere di bere caffè e di tagliarsi i capelli
4) Cambiare sesso (gli uomini non hanno il piacere di sentirsi dare del caro...)
5) Cambiare città
6) Dirgli gentilmente che hai un nome di battesimo
L'ultima mi sembra la più semplice, ma se non ci riesco opterò per la quinta e andrò a vivere con Zapatero!

Aderisco :)

lunedì 23 giugno 2008

Monday Monday

Devo a Agatino, che il suo Dio l'accompagni come sempre ha fatto, l'introduzione nel mio vocabolario delle immagini esoteriche della frase "sabbia nelle mutande". Sembra una espressione innocentemente leggera per quanto non elegantissima. Una volta introiettata e capita completamente diventa potente e assoluta. La sola capace di descrivere una precisa condizione di pericolo espidermicamente percepito. Un disagio più fastidioso che immediatamente doloroso, sottile ma persistente, indicatore di ben diverse e più gravi conseguenze se non affrontato con immediata cura. Sembra superficiale ma non lo è affatto. E' da stamani che me la porto dietro. Domani a Padova, poi a Modena, Milano in serata, Varese, ancora Milano. Torno in collina se tutto va bene venerdì. Sebra un film già visto. Non sarà così ma come si sa "Verum et factum reciprocantur seu convertuntur".

Accompagnamento dei Mamas and Papas.

domenica 22 giugno 2008

Elogio del genere femminile


Mi sono riletto per l'ennesima volta un bellissimo libro. Lo consiglio a tutti ma sopratutto alle donne. Anche se, sospetto, che sia veramente difficile da comprendendere per la metà del mondo che adoro. Il libro in questione è "Il ritorno di Casanova" scritto nel 1918 da Arthur Schnitzler. Vi si narra di un Casanova ultra cinquantenne, ormai sulla via del declino e prossimo alla morte, lontano da ogni fasto ed alle prese con gli spiccioli delle cose banali. Impegnato a scrivere contro il blasfemo Voltaire pur di riacquistare il credito dei benpensanti veneziani. Nonostante la stanchezza ed il nuovo e necessario perbenismo il Giacomo dello scrittore austriaco non rinuncia alla passione e all'ammirazione del fascino femminile. Amando e non disprezzando. Lontano da ogni catalogo di conquiste e senza alcuna necessità di un Leporello che ne tenga un parcellizzato conto. Diametralmente opposto da ogni Don Giovanni bulimico Casanova ammira ogni donna che ama. Perdutamente. Cercando di assorbire da ognuna un pizzico di comprensione dell'essenza dell'universo femminile. Un mistero assoluto per quanto meraviglioso. Spesso, per un uomo, difficile anche solo da avvicinare . Francamente impossibile da esplorare senza una assidua e ripetuta frequentazione.
Consiglio la lettura con un sottofondo musicale che ne alleggerisca il peso: "Garota de Ipanema" nella versione di Stan Getz e Astrud Gilberto può aiutare a trovare l'ispirazione giusta su cosa mettere nel lettore.

sabato 21 giugno 2008

Fake market


Ridere è contagioso. Si sa. Ma partecipare con più di un sorriso vedendo un video girato da un amico, momentaneamente in terre lontane, è certamente un avvenimento da segnalare. In questo pomeriggio finalmente assolato, chiuso nel fresco di casa ma colto da rifiuto fisico di stendere conti e serie riflessioni, capito sulla pagina di Leonardo e mi gusto il video girato sulla via del Fake Market di Shangai. Sono certo che nel proseguo della giornata le tasche di Leo e dei suoi accompagnatori si siano leggermente svuotate acquistando simil rolex e montblank replica. Che l'abbiano fatto liberi e felici è testimoniato dal video. Un pizzico di invidia moderata non posso negarla.

venerdì 20 giugno 2008

Orfano

Leggo ormai in modo distratto le cose che riguardano i sommovimenti interni di quella che un tempo era la sinistra italiana. L'unica certezza che mi danno certe notizie e certi comportamenti è che sono cose che non mi riguardano nemmeno da lontano. Me ne stupisco io stesso. Per attitudine, fatti generazionali e cultura personale l'interesse per le cose comuni mi ha accompagnato per tutta la vita insieme ala passione per la discussione. Sono stato segnato, all'origine. Tanto da condizionare parte di quel futuro che è il mio attuale presente. Ma, ormai, sono certamente orfano. Una condizione che somiglia molto alla piena libertà intellettuale. Stamani provavo a consolarmi pensando che si tratta di una condizione diffusa e non solitaria. Orfano circondato da orfani, potrebbe essere un buon punto di partenza. Pare, purtroppo, che con la consapevolezza di essere ormai liberi da vincoli di sangue e di appartenenza si acquisiscano tutti i sintomi dell'autismo profondo. Sarà per questo che, per quanto tanti e bisognosi, gli orfani della buona politica non riescono nememno a comunicare fra loro.

mercoledì 18 giugno 2008

Future is unwritten


Ognuno ha il suo modo di scaricare la tensione accumulata. A me capita di crollare nel sonno salvo poi risvegliarmi poche ore dopo. A notte fonda. Quando nemmeno il self help riporta le cose a normalità partono i pensieri. Restando in tema con la giornata precedete era inevitabile ripensare al mio personale toboga. Non in modo diretto: poco elegante e sostanzialmente noioso. Mi sono domandato il perchè in questi giorni abbia adottato, dopo anni di silenzio, i vecchi Clash come colonna sonora permanente. La malattia è arrivata fino al punto di rivedere la cassetta di Rude Boy! Ovviamente non mi sono accontentato di far girare i cd con le raccolte adeguatamente selezionate delle hit ma, colto da mania compulsiva, ho ritirato fuori tutti i vecchi dischi di vinile, che restano assolutamente imbattibili come capacità di coinvolgimento emotivo. Ovvimente non è questione di suono. Quello resta inevitabilmente peggiore e niente affatto più naturale come ancora oggi vorrebbero alcuni, ormai pochi, sanfedisti del hifi. E' che il cartone delle copertine da una diversa soddisfazione , che i libretti allegati erano tutt'altra cosa e sopratutto che dall'interno riemergono foglietti, disegni ed appunti. Nel caso specifico è riemerso il tagliando del concerto di Firenze, 12 giugno 1981, stadio comunale, lato curva fiesole. Una vera e propria chiave del tempo. Dovevo pur uscirne ed ho approfittato della notte insonne per fare la più colossale indigestione di Clash di tutta la mia vita. Internet da una mano potentissima ovviamente ed io, che di solito non vado oltre la musica disinteressandomi completamente di storie e personaggi annessi, mi sono immerso nella lettura di tutto quello che si poteva trovare in rete. Cose belle, ho ritrovato pure una cronaca di Ernesto De Pascale di quel concerto (vedi) e cose brutte, come l'abbandonata tomba informatica di Joe Strummer. Rileggendo di Joe ho passato la notte. Probabilmente, anno di nascita a parte e gratidudine infinita per la musica ed i momenti che mi ha regalato, nulla o quasi mi lega a lui. Ma ognuno legge con la mediazione dei propri occhi ed il sentimento porta all'identificazione. In certi casi si compie quel miracolo laico in cui le interpretazioni personali assumono la stessa assoluta concretezza del vero. Bello accogliere l'idea estremista e cocciuta di come combattere la vita, felici delle proprie passioni e senza alcuna necessità di schermare la forza delle ingenuità e le sconfitte patite.
Bello ricollegarsi al mio minimo toboga esistenziale ed uscirne finalmente tranquillizato dalla certezza che il futuro non sia stato scritto.

martedì 17 giugno 2008

Anestesia emozionale

Post mattutino. Da confrontare con un eventuale serale. Oggi dovrebbe essere un giorno importante, anzi fondamentale. Incontro professionale di quelli che cambiano significativamente ogni prospettiva di vita. Teoricamente il punto finale di un paio d'anni di lavoro e quello iniziale di almeno altri quattro o cinque. Dovrei essere perlomeno eccitato. Magari preoccupato. La sensazione invece è piatta. Come se non mi appassionasse o non mi riguardasse direttamente. Ovvio che non è così. Comunque vada cambia molto se non tutto. Non avendo certamente, nel passare degli anni, acquisito la dote della freddezza e del distacco non so come interpretare questa sensazione: che sia diventato adulto?

Sera: stanchino per un post tutto intero. Tanto per non restare in debito con il blog: niente male come giornata.

lunedì 16 giugno 2008

Cronaca di un amore




Del weekend m'è rimasto il mal di testa e la sensazione di dover cambiare qualcosa. Con una settimana ben più che impegnativa che mi aspetta sono riuscito a non riposarmi nemmeno un poco. Del sabato già ora non ricordo nulla se non la parmigiana di melanzane che pur ottima non ha avuto il bene di una tavola apparecchiata e se n'è andata asincrona come un pollo di rosticceria qualunque. La domenica poteva essere una giornata positiva. Di quelle che poi dici "faticosa ma bella". Prima gara ufficiale di canottaggio di Achille. Partenza alle otto per il lago di Chiusi. Quattro ragazzi in macchina. Finalmente un sole degno ci ha accompagnato per le tre ore di viaggio e per le quattro di permanenza sul lago. Conversazione inesistente. Sembrava di essere capitati dentro uno dei primi film di Antonioni sulla incomunicabilità e così il bello intorno ha fatto da cornice solamente ai mille pensieri su come lascio che il tempo mi scorra addosso. Il fatto è che i ragazzi a quest'età chiedono ai genitori di essere più trasparenti possibili. Dovresti essere ininfluente ma non possono ancora fare ameno di te. Mi faccio spesso coinvolgere in queste avventure di cui so perfettamente lo svolgimento: in fondo anche per me è la "Cronaca di un Amore". Alla fine è stata certamente faticosa. Bella lo diventerà fra un paio d'anni nel set dei ricordi.

venerdì 13 giugno 2008

Battiscarpa

Vantaggi dell'ufficio vicino a casa! Fare da mangiare ai figli nei 30 minuti disponibili!
Poco tempo per fare un sugo? Nessun problema.
Ecco il sugo detto alla "Battiscarpa". Origine: la mia mamma.
Dove l'abbia imparato lei non ne ho la più pallida idea. Resta il fatto che mi ha risolto moltissime situazioni. Prende il posto del classico aglio e olio ma senza i limiti intrinsicamente derivanti. Richiesta di spigazioni sull'origine del nome la mamma ha dichiarato: " ... si chiama così perche si prepara nello stesso tempo necessario a battere un piede per terra..." Suggerisco penne ma anche con le linguine è perfetto.
Ingredienti per mezzo chilo di pasta:
Una scatola di pelati da 400 g.
1 hg di pancetta, o una salciccia, o prosciutto... o simili
Mezzo bicchiere di vino bianco
2 spicchi d'aglio
Prezemolo, olio sale, peperoncino se piace.
Tagliare e soffriggere l'aglio. Aggiungere la pancetta, che sarebbe la morte sua, o quello che di simile avete in frigo, Finemente tritata. Usare il vino per dare sapore ma soprattutto per "sciogliere" la pancetta ed evitare che si formino grumi. Una forchetta aiuta. Aggiungere i pelati evitando di far abbrustolire la pancetta. Fuoco alto. Massimo 10 minuti. Spengere ed unire abbondante prezzemolo finemente tritato.
Versare sulla pasta e servire. Pronto nello stesso tempo in cui l'acqua bolle e la pasta si cuoce.

Nuvole e privacy

Tempo infame. Si parla di variazione tropicale del nostro ex buon clima temperato. Forse. Se anche fosse del tropicale manca il caldo. Un estate fredda e umida non mi pare il massimo. Ero abituato a vedere il cielo di casa e mi piaceva. Quando non ero sotto il mio cielo abituale guardavo la webcam che dall'ufficio riprendeva la punta degli alberi della piazza principale del paese, il campanile, il panorama lontano.
Da oggi non posso più. Sono venuti i vigili e ci hanno fatto togliere la telecamera. Invade la privacy. Di chi? dei piccioni? delle nuvole? Come poteva essere equiparata ad una telecamera di sorveglianza una web cam che spara fuori un immagine di 180x120 pixel?
Ma pare che le regole siano assolute. In tempi di discussione sulle intercettazioni vuoi mai che la mia webcam possa cogliere qualche sospetto che commette una infrazione passibile con meno di dieci anni di galera?

giovedì 12 giugno 2008

Polpettine di baccelli a Milano

Mangio al ristorante da sempre. Due volte alla settimana almeno quasi sempre in coincidenza dei viaggi di lavoro. Inevitabilmente i ristoranti e le trattorie di Roma e Milano vanno per la maggiore. Esperienze varie lungo le rotte che vanno da Torino a Venezia con puntate meno metropolitane in giro per l'appennino, sopratutto quando da Mhz103.3 arrivano notizie sconfortanti per la A1, nel tratto che da Bologna spesso non porta a Firenze.
Mi piace cucinare e mi piace mangiare bene e a forza di fare il beta tester delle diverse cucine ho affinato un certo gusto. Non è facile trovare qualcosa che vada sopra la media di una buona ed onesta cucina. Ancora meno facile trovare qualcosa che possa stupire. Quando capita questo spazio può ben servire per segnalarlo.
Inizio questa guida estemporanea dalla cena di ieri sera. Milano, cena, unico riferimento il bisogno di non andare troppo lontano dall'albergo. Zona non particolarmente raccomandabile fra la Centrale e corso Buenos Aires. In mezzo a troppi ristoranti etnici, molto dubbi, e qualche proposta di stretta osservanza vegetariana sono entrato proprio in uno di quelli che di solito evito: Lucca, in via Panfilo Castaldi.
Nome da brividi claim di supporto anche peggiore: "la tradizione toscana a Milano". Come entrare in un ristorante italiano a Londra o a Hong Kong.
A volte, comunque, ispirazione ed bisogno fanno superare i più radicati pregiudizi: sono entrato.
Belle sale. Cucina a vista ma dietro un vetro ben sigillato. Personale giovane sia in sala che in cucina. Ambiente cortese. Sala fumatori non affollata e senza nebbie.
Menù esteso ma non enciclopedico dalla cui lettura emergevano insieme a classici toscani come il pollo fritto, la bistecca, i fiori di zucca e le varie bruschette alcune proposte originali.
Per me occhio, fantasia e scelta immediata per le polpette di fave con salsa di peperone piccante mentre il mio ospite, non toscano, si lanciava sulla tagliata al rosmarino e sui fiori di zucca fritti.
Mi aspettavo qualcosa di molto simile a dei felafel, di cui pure sono ghiotto, e sono stato invece sorpreso da un sapore nuovo, apparentabile ma solo per la comune presenza dell'ingrediente principale, privo di cumini e altre assimilabili spezie.
Intanto il verde brillante del contenuto rivelava l'uso di materia prima fresca e non essiccata. Prezzemolo, aglio e, forse, origano o maggiorana esaltavano poi un profumo più fresco e naturale. L'accostamento con la crema di peperone, piccante ma non troppo, risultava veramente azzeccato.
Una vera sorpresa insomma che da sola valeva una pur ottima cena e che merita la segnalazione con invito alla prova.
Un solo appunto. In un ristorante che vuole essere "toscano" gradisco molto il dirottamento dei gusti ma non sopporto quello linguistico: se toscano deve essere che siano baccelli e non fave. E' d'obbligo!
Web link

martedì 10 giugno 2008

Post minimo, tanto per sporcare il foglio..

Achille ha beccato un virus. Non lui il computer. Non il suo quello di Elena. La cosa di per se è grave se non gravissima: densa di coinvolgimenti domestici, litigi, minacce. Capace di abbattere la pur precaria pace che regna fra adolescenti e genitori. Sarebbe da arrabbiarsi molto se non fosse per l'interpretazione della parolina "o" data da Achille che non può non far sorridere e rimettere di buon umore.
Il virus è stato beccato cercando di entrare, di nascosto, in uno dei soliti siti scollacciati. Alla domanda ma non hai visto che non potevi entrarci ho ottenuto la seguente risposta:
" c'era scritto vietato ai minori di 18 anni o a chi potesse ritenersi offeso dalle immagini contenute. A me non mi offendevano. Quindi sono entrato."
Interpretazione esclusiva del termine. "O" inteso come ovvero....!
Un altro avvocato in giro per il mondo.