collina, comune di Montespertoli, località Anselmo. Toscana.
Un Blog assolutamente personale, senza genere e modo.

martedì 30 dicembre 2008

E' arrivato l'olio novo

Vivere sul cucuzzolo di una collina toscana significa stare, inevitabilmente, in mezzo agli olivi. Ora la stragande maggioranza se non la quasi totalità di quelle bellissime piante appartengono alla fattoria che ne trae il giusto profitto. Devo dire che non ho mai capito se ci guadagnano veramente o se semplicemente pagano lo stipendio alla dozina di contadini a cui la Fattoria Paci da lavoro. Comunque sia fanno opera meritoria anche perchè mantengono quelle venti piante che cadono sotto la mia giurisdizione diretta.
Fino allo scorso anno ho lasciato che la raccolta fosse "unificata", avendone in cambio una certa quantità di olio. Quest'anno mosso dalla velleità di voler produrre direttamente, volendo controllare come e dove l'olio venisse fatto e, sopratutto, volendo avere il "mio" olio d'oliva, quest'anno ho deciso di raccogliere da solo le me olive e di produrre direttamenete il mio olio. Fatica tanta. Produzione francamente molto più scarsa di quella che mi veniva assicurata dalla ripartizione pattuita con la fattoria. Ma soddisfazione unica, impareggiabile, immensa.
Ecco, così, che in questi giorni, dopo aver provveduto all'imbottigliamento e alla stampa delle etichette, posso finalmente mettere a disposizione degli amici che me ne faranno richiesta un po' dell'Olio di Bonsarto. Chiedetemelo prima che finisca, sarò felice di condividerlo con voi.

venerdì 26 dicembre 2008

Pomeridiana

Inizia leggero. Finisce con "Sex with strangers". Perchè è di Marianne Faithful, di cui stasera vedrò su Skype il bellissimo "Irina Palm" e perchè, in contrasto con queste feste soporifere, mi stanno tornando un po' di voglie. Chi ha orecchie per sentire ... inizi a organizzarsi.



mercoledì 24 dicembre 2008

Buon Natale, a tutti meno che a uno

Da quando mi ricordo la vigilia di Natale la mia famiglia l'ha sempre passata insieme. Tutti. L'unica volta che io, in più di mezzo secolo, avevo osato non essere nella casa paterna per il 24 dicembre è successo il finimondo. Si radunano tutti: dalla mia mamma in giù.

Ore 17:00 Prima di tutto la cucina...

Ovvero dal più anziano componente al più giovane nipote. Tenendo conto che i fratelli, me compreso, sono quattro e che hanno tutti movimentatato in qualche modo la loro vita allargando il "giro", si comprende facilmente di quale bolgia sia il cenone in casa Grimaldi. Ma quest'anno c'è una forzata novità che mi vede protagonista: visto che sto uscendo dalla polmonite solo ora, e a fatica, il dottore mi ha consigliato di non vedere gente, bambini in special modo, per non correre rischi di riprendere qualche virus. Ecco che mi sono escluso dal cenone. Non potevo certo impedire ai miei figli di andare: solo sotto l'albero di famiglia si prendono i regali!

Ore 18:00
Apparecchiamo come
si deve ...

Ci tengo a dire che non è un Natale consumistico: i regali, per tacito accordo fra tutti, vanno solo agli under 18. Che altrimenti ci voleva un patrimonio. Comunque, fatto stà, che sulla collina di Bonsarto siamo rimasti solo in due: Ercole ed io. Ora possiamo rinunciare al cenone di Natale solo perchè siamo soli? Ovvio che no. Ad Ercole carne scelta ed un intero osso di prosciutto. Facile in fondo. Per me appena più complicato: apparecchio e cucino come si deve. Mac e macchina fotografica digitale per documentare questa vigilia comunque straordinaria. Cosa cucino e che combino lo voglio raccontare passo passo: dall'inizio alla fine, che poi sarà verso mezzanotte, quando via Skype, come deciso, parteciperò alla festa generale con una bella riunificazione virtuale in videoconferenza.

Ore 18:30
Tutto a posto ..

L'impeto della casalinga mi assale! Dopo aver avviato la cucina ed aver apparecchiato mi metto a riordinare il tutto per essere pronto ad ogni evenienza.
Evenienza? Va bhè, altrimenti che sindrome della casalinga sarebbe!
Vino. Ho conservato una bottiglia di magnifico "Friulano", dono di Paolo portato in una delle sue trasferte toscane insieme ad altri stupendi, ma già consumati vini bianchi del Friuli e della Venezia Giulia. Direi che è comunque la scelta migliore che potevo fare visto l'apertura che mi sono preparato.

Ore 20:30
Carpaccino ...

Semplice semplice. Un carpaccino di pesce spada, rigorosamente non affumicato, condito semplicissimamente. L'unica nota speciale è rappresentata da una spolverata di scorza di uno dei miei rarissimi, quindi preziosi, limoni, che mi coltivo in un unico e stentato vaso. I pochi che reggono sono però superlativi. Dopo quello che ho deciso essere l'antipasto passo al primo. Ero incerto. Un risottino? Uno spaghetto allo scoglio? Poi ho pensato che fare qualcosa del genere per uno era assolutamente superiore alle mie capacità. Avrei certamente preparato per quattro, che è la mia misura abituale, dicendomi che mi sarei poi servito solo la mia porzione.

Ore 21:10
Sformato con ragout

So bene che sono capacissimo di mentire a me stesso a proposito di cibo e di primi piatti in particolare. Sarei finito a mangiarmi da solo la porzione di quattro. Quindi niente primo piatto. O meglio sostituisco con uno sformato di bietole e spinaci, fatto con tutti i crismi, cucinato a bagnomaria nel forno per più di un'ora. Lo condisco con un godurioso ragout di carni miste, manzo e maiale. Notevole. Segue, per pulirsi la bocca, una insalata di carciofi condita con due gocce di aceto balsamico di Modena. Di quelli veri. Niente a che fare con quelli del super, un tanto alla dozzina. Sarà anche una spesa fuori registro, in questi tempi di crisi. Ma ditemi voi come rinunciare al piacere, non ci son tempi che tengono per il godimento. Ercole nel frattempo è sparito. Credo si sia chiuso nelle sue stanze. L'ultima volta che l'ho visto aveva appena ricevuto l'osso di prosciutto. Un vero osso di un vero prosciutto. Credo che anche lui non abbia da lamentarsi.
Ora, mi è bene evidente che sarebbe stato meglio partecipare alla vigilia familiare. Va detto che spesso fuggo da queste occasioni. Questa volta, sarà il fatto che la scelta non è propriamente mia, sarà che strappare una conversazione minimamente interessante a Ercole è veramente difficile, non posso negare un pizzico di malinconia. Nel frattempo la tribù a valle chiama e richiama con Skype. Effetto demo? Ovviamente si sente una parola su cinque. Il video funziona si e no per cinquanta secondi. Sufficenti a vedere Sara, Laura, mamma, Bebo e Costanza sentire Achille e Elena. Segue telefono con saluto generale in viva voce. Musica? Ma si un collage di canzoni R&B. Di quelle morbide. Tanta Aretha, un pizzico di Otis, che qui linko in una straordinaria versione di Satisfaction, due o tre pezzi delle Supremes per poi finire, chi sa mai poi perchè, al vecchio vinile di Berlin di Lou Reed. Nel frattempo è arrivato il momento del piatto forte. Due magnifici, anche se ormai bolliti, esemplari di astice. Cotti nel brodo di verdura e accompagnati da una majonese che, senza tema di smentita posso ben dirlo, incanta il palato e muove tutte le papille gustative.

Ore 22:00
Attacco all'astice ...

Fatta, come mi pare scontato, da me medesimo secondo una ricetta di mamma che mixa olio in egual quantità di oliva e di semi con due tuorli ed un uovo intero. Io aggiungo, ma non lo racconto a nessuno, un cucchiano di senape di Dijon che conferisce la forza che non deve mancare mai. Ci metto un'ora a far fuori due astici. Non è un record ma non mi posso lamentare. Alle undici di sera mi arrendo, non dopo aver distrutto l'ultima chela. Pausa. Niente dolce e niente frutta. Non potrei proprio.

Ore 23:30
Armgnac ...

Aspetto l'ora della chiamata da valle, siamo d'accordo di risentirci al momento dei regali, sorseggiando un ottimo Armagnac, Horse d'age. Alle 23e30 non sono in condizioni molto diverse dai due astici che iniziano il loro ultimo percorso oltre le colonne dell'esofago. Sul bollito andante. Non deve andare diversamente a Firenze. La famiglia chiama per avvisare che si inizia ad aprire i regali con una mezz'ora di anticipo. Dalle mie parti i regali sono arrivati stamattina. Elena e Achille. Mamma l'ha annunciato. Un cappello mi aspetta e prima o poi lo andrò a prendere. O me lo porteranno. L'Armagnac viene onorato: mi ricordo di un bicchiere speciale, da degustazione. "Le Taster". Lo vado a scovare in un cassetto, di quelli dimenticati, in casa e nella memoria. A mezzanotte e venti l'ultima telefonata a valle. Sara risponde. Saluto generale e via. Chiudo. Special glass in mano e ultimo pezzo di Abdullah Ibrahim, altrimenti conosciuto come Dollar Brand, ascoltatelo ne vale la pena, e nanna. Ercole, Babbo Natale ed io: russeremo all'unisono fra non molto. Buon Natale gente. A tutti meno che a uno. Ciao papà.

sabato 20 dicembre 2008

Viareggio, estate 1975, Dollar Brand


Tutto questo pomeriggio sono stato con in testa dei suoni, solo lontanamente musica. Non riuscivo a ricostruire nemmeno un frammento o un filo conduttore. Ma restava, persistente, incollata. Odore, sapore, immagini. Qualcosa di più è emerso quando sono riuscito a ricollegare, ai frammenti sonori, altrettanto confusi frammenti visivi. E' emerso lentamente il periodo e l'occasione: estate, Viareggio, pineta. Un primo ed ultimo festiva del nascente/morente Pdup-Manifesto, sarà stato il "75. Visi e sorrisi: Angela, Gianni, Elisabetta, Paola. Solo allora mi è tornato alla memoria il nome di chi suonava quella musica che finalmente si faceva melodia: Dollar Brand, successivamente conosciuto come Abdullah Ibrahim ed il nome del brano che mi rimbalzava in testa da due ore: African Marketplace. L'ho cercato. Ma nei siti abitali non ho trovato che insoddisfacenti versioni apocrife. Non potevo arrendermi, era troppo forte il ricordo, ormai una necessità. Così, alla fine, dopo aver girato per mille luoghi virtuali, verificando anche l'impermeabilità del Mac ai virus, ho trovato la copia digitale di un vecchio LP del 1980. L'ho scaricato e decompresso, a costo di cercare un Rar per Mac di dubbia provenienza. E' dalle cinque di oggi pomeriggio che lo sento e lo risento. Non avendo modo di condividerlo, qui su Blogger, vi linko almeno l'unico pezzo del LP che sono riuscito a trovare su YouTube: "The Wedding". Enjoy it!

3 Porcellini e Babbo Natale

L'immenso Tommaso Sorchiotti, autore voglio ricordare del bel libro "Come si fa un Blog 2.0", che molti di noi, io per primo dovremmo leggere attentamente, insomma Tommaso ha postato sul suo Non Blog il più gustoso filmato natalizio che mi sia capitato di vedere di recente. Lo linko, così per vederlo andate e vi copiate pure titolo esatto ed il nome dell'editore del lbro. Se qualcuno me lo regala per Natale lo ringrazio anticipatamente.

mercoledì 17 dicembre 2008

Anna Finocchiaro e Rosa Jervolino

Ho appena sentito la dichiarazione ai TG del capogruppo PD all Camera dei Deputati. Davanti a chi le chiedeva se ormai si dovesse parlare di "questione morale" dentro all'italica versione del Partito Democratico ha risposto "non esageriamo! Sono solo episodi, gravi ma episodi. Se dovessimo parlare di questione morale nel PD allora dovremmo dire che vale per tutti i partiti, di destra e di sinistra..." .
Ora, sia chiaro, sarà anche vero, ma c'è una differenza: degli altri si sapeva bene. Abbiamo un Presidente del Consiglio che ci si rotola dentro e che si fa onore d'essere "furbo" come tanti italiani che infatti lo votano senza timore se non facendo il tifo per Silvio. Ma che io debba pensare che la difesa del PD si possa ridurre ad una chiamata di correo ad un "noi e voi pari siamo" mi scandalizza e mi fa schifo.
Non so se è meglio questo atteggiamento o quello del sindaco di Napoli, Rosa Russo Jervolino, che di fronte all'arresto di mezza giunta dichiara: " i giudici hanno verificato la mia personale completa estraneità. io vado avanti, non mi dimetto e farò un rimpasto della mia giunta." Ovvero non sono disonesta. Forse cieca. Certamente incapace.
Fra l'una e l'altra impossibile scegliere. Non volendosi turare il naso, impossibilitati a non vedere, meglio salutare la compagnia. Definitivamente.

Anno bisestile

Che dire. Da quando ho smesso di fumare la mia tempra fisica si è ridotta notevolmente. Ecco che mi sono preso una bronchite gigantesca che mi condurrà fino al Santo Natale o almeno nei dintorni stretti del mio compleanno. C'è poco da dire se non che mi sarei stufato di quest'anno bisestile. Sperando che sia un problema di "anno bisesto"..

giovedì 11 dicembre 2008

Ancora una ricettina: crema di zucca gialla

Facile facile ma di grande soddisfazione. Crema di zucca. Per quattro persone.
Per la crema: 1kg di zucca mantovana, 2 patate, 70g di pancetta dolce a cubetti, aglio, rosmarino, 4 cucchiai di olio d'oliva, sale e pepe. Tagliare zucca e patate a pezzetti e metterli a bollire in acqua salata. A cottura ultimata scolare e frullare. Tenere l'acqua della bollitura per regolare la densità finale. In un tegame separato far soffriggere pancetta, aglio, rosmarino. Unire la purea precedentemente ottenuta con il soffritto. Amalgamare il tutto utilizzando, come detto, l'acqua usata per bollire le verdure. Regolare la densità della crema secondo desiderio. Servire con una spolverata di pepe. Volendo potete arricchire la pietanza, come nel caso della foto, con polpettine al carry per ottenere un appetitoso contrasto fra il fondo dolciastro della zucca ed il piccante del carry.

mercoledì 10 dicembre 2008

Faraona ripiena in crosta

Approfitto di un lungo viaggio in treno tra Milano e Roma per raccontare di una "ricettina" che ho cucinato lunedì scorso e che mi ha dato grandissima soddisfazione: faraona disossata, ripena e messa in crosta. Una roba all'apparenza complicata, ma solo all'apparenza. C'è solo un trucco da seguire che i vari ricettari non rivelano mai: l'ho scoperto e ve lo dico.
Ingredienti: una faraona di 1 kg, 200g di macinata di manzo, 100g di macinata di maiale ( o una salciccia), 250g di ricotta, una fetta di prosciutto cotto da 70g, una manciata di pistacchi, un rotolo di pasta sfoglia, comprata ovviamente, olio, sale pepe...
Farsi disossare la faraona. Lo fanno tutti i macellai che si rispettino. A me l'hanno fatto alla Coop di Montespertoli, reparto macelleria, con il sovrapprezzo di euro 1. Eliminare la pelle in eccesso, sopratutto quella delle ali. In una terrina impastare le carni macinate, il prosciutto fatto a dadini, i pistacchi, la ricotta, che renderà il tutto morbido e gradevole. Salate, pepate e poi spalmate il composto sulla faraona aperta completamente. Arrotolate il tutto ed ottenete un salame abbastanza compatto. A questo punto le ricette che si trovano in giro dicono di chiudere il rotolo ottenuto nella pasta sfoglia e infornare. Ma. ed è questo il punto critico, come è possibile avere la faraona cotta al punto giusto, ci vuole ovviamente almeno un'ora, senza che la sfoglia della crosta bruci? Tutti quelli che si dilettano un po' in cucina sanno che i mezzora la sfoglia è perfettamente dorata, in quaranta minuti brunita, in un'ora carbonizzata. Ed ecco il trucco. Lasciate stare la sfoglia e avvolgete il rotolo nella carta da forno. Mettetelo a cuocere a 180° per mezzora. Completata questa prima fase di cottura, avendo cura di aspettare un poco che il rotolo si sia raffreddato, ricopritelo di pasta sfoglia e rimettetelo in forno per la mezzora che manca alla perfetta cottura, avendo avuto cura di spennellare il sopra della crosta con del rosso d'uovo. Fatto a fette e portato in tavola con un contornino a piacere garantisce l'approvazione di ogni commensale.

domenica 7 dicembre 2008

Leonardo incatenato.

Conosco Leonardo Domenici personalmente da sempre. Cose del liceo e successive. Non eravamo quasi mai d'accordo. Lui era il segretario dell'allora figgicci io stavo al manifesto. Lui ha fatto tutta la carriera fino a diventare il sindaco di Firenze. Un buon sindaco in una città bloccata nel ricordo del rinascimento, dove le ultime cose significative erano state fatte al tempo del Poggi. Capace di reggere per due legislature. Critiche in questa città non gli sono mancate. Ovviamente. Ma stava finendo con dignità il suo compito. E' sempre stato molto "compreso" nel ruolo. Anche tropppo ma era ed è la sua natura personale profonda. Un po' bloccato e rigido insomma. Certo non un tipo da colpi di testa. Vedermelo in televisione incatenato ad un palo davanti a Repubblica, con due giri di catenella ed un lucchetto ben sistemato, mi ha fatto impressione. Ho pensato a quanto gli dovesse costare esporsi così. Fare un gesto così personalmete esterno, eclatante. lontano da ogni suo comportamento precedente. Radicale nel senso a lui più lontano. Non ho potuto fare a meno di sentirmi solidale, vicino. Partecipare ed apprezzare la personale sofferenza e la voglia di gridare per non essere coinvolto in quella che si annuncia essere la fogna in via di scoperchiamento che va sotto il nome di Castello-Fondiaria. Poi mi sono andato a rileggere tutta la storia. Devo confessare che l'avevo guardata da lontano, con fastidio. Superficialmente. Passata la nottta a leggere tutto il leggibile. Ora sia chiaro che non me ne frega niente della parte giudiziaria. Non se ne sa abbastanza ed il mio parere è asolutamente irrilevante. Mi pare un polverone fatto ad arte e potrei mettere la mano sul fuoco sul fatto che Leonardo, giudiziariamente, non ne verrà nemmeno sfiorato. Ma non è questo che conta. Non per me. E' il fetore della bassezza dei comportamenti morali e personali di molti dei protagonsti. Gente che sta dalla parte che ho votato. Gente che con Leonardo ha governato Firenze con metodi che il Sindaco non poteva non conoscere. Linko una delle intercettazioni. Non c'entra nulla con la Fondiaria ne con Castello. Parla di posti di lavoro, imprenditori compiacenti, tradimenti, gente da "segare". I protagonisti attivi sono tre: l'assessore Cioni, DS ex PCI, Matteo Renzi, Presidente della Provincia, Margherita ex DC, Marco Bassilichi, imprenditore informatico, della Bassilichi SPA, la società che gestisce tutti i musei fiorentini, tutta l'informatica del Comune di Firenze e moltissimo altro. Mi basta e mi avanza senza aspettare il giudizio di un qualsiasi tribunale per capire che questa gente non mi rappresenta e non mi rappresenterà mai. Caro Leonardo la tua catena arriva troppo tardi perchè possa muovere qualcosa di più di un moto di personale simpatia. A casa, tutti ed in fretta. Non ci sono alternative. Meglio saperlo. Fino a che non se ne prende atto non si cercano neppure i sostituti.

sabato 6 dicembre 2008

L'Italia formica

Una mia cara amica che ha un ottimo lavoro, di quelli dallo stipendio sicuro, ha deciso di non ricomprarsi per ora l'aurtomobile, che pure ha più di cinque anni. Sia chiaro che si parla di sostituire una Opel Corsa, non un Mercedes. Mi raccontava di un suo cliente, lei si occupa di denaro altrui, che ha depositi ed investimenti significativi, certo un po' sotto stress ultimamente, che le aveva confessato, praticamente nello stesso momento in cui rinnovava un paio di milioni di titoli di stato, che per quest'anno aveva rinunciato al cappotto nuovo. Ci sarebbe da sorridere di fronte a crisi di nervi di questo tipo se non fosse che ho appena saputo della cassa integrazione in almeno tre aziende di amici e conoscenti, se non vedessi la preoccupazione vera e la difficoltà di tutti quelli che hanno a che fare con un lavoro non protetto dallo stato o da grandi istituzioni, se non sapessi, che pur essendo il momento in cui il denaro teoricamente costa meno, non ce n'è per nessuno, nemmeno a chi è ha e non ne avrebbe bisogno. Ora è evidente che la cosa è seria. Così è però incomprensibile. Inizio a credere che non si possa capire leggendola con il vocabolario di chi l'ha creata. Che non possa essere vista con gli occhi abituati al luccicore di questi anni. Oggi leggo di una Italia formica che certamente ce la farà. Se l'ottimismo berlusconiano è palesemente di facciata, un placebo, un pannicello caldo, ridicolo ed irritante tanto da non essere capace di convincere nemmeno chi i soldi li ha e li avrà, è altrettanto incredibile la risposta degli "altri" che si limita alla difesa di un modello economico fallimentare fatto di produzione e consumo. Attreziamoci con frenetica fantasia e molta calma.

venerdì 5 dicembre 2008

Windows addio.

Dopo un paio di mesi di Mac mi sono deciso a riutilizzare XP. Io uso un solo computer. Un solo telefonino. Una sola agenda. Possibilmente, fino a quando funzionano e servono ai miei bisogni, ho un attreggiamento monogamo. In realtà quando avevo deciso di abbandonare definitivamente il mondo Windows, dopo oltre vent'anni, la scelta di comprare un MacBook era fortemente dettata da un atteggiamento più conservativo che innovativo. Non volevo assolutamete passare a Vista. Probabilmente se si fossero trovati dei buoni Dell con ancora su XP il Mac sarebbe rimasto sullo scaffale e Marco avrebbe continuato a prendermi in giro e a chiedermi di spengere il ferro da stiro. Ed eccomi allora a comprare il nuovo Mac, certo dell'ergonomia, della potenza, del sex appel naturale che emetteva fin dalla prima visione ma altrettanto certo che ci avrei montato sopra un bel XP da usare come se nulla fosse. Sono uscito dal negozio con il computer e con Parallel Desktop. E' andata diversamente. Troppi vantaggi. Troppa naturale superiorità. Tralascio ogni ulteriore giudizio sulle differenze fra PC e Mac per non dare troppa soddisfazione ai molti che me lo dicevano e non sentirmi troppo coglione per gli anni trascorsi. Ecco che per due mesi Parallel è rimasto nella scatola e XP non è nemmeno stato tirato fuori. Ora non è che tutto torni, ovviamente. Per Windows si trovano cose che per Mac non venfono fatte. Gli intelligentoni della RIM, per esempio, fanno un sofisticato sistema di sincronizzazione fra BlackBerry e tutte le agende ed i sistemi operativi del mondo ma si dimenticano di mettere a disposizione il driver per scaricare le foto dal telefonino al Mac. Per XP ovviamente c'è. Ed eccomi allora costretto, ma in fondo felice, come se si ritrovasse la prima moglie per una breve vacanza senza drammi, a mettere in pratica quello che pensavo sarebbe stato fin dall'inizio. Vai di XP! Tutto fatto! Tutto funziona! Già che ci sono anche un paio di software che non voglio ricomprare per Mac. Mi innervosisco solo un poco quando XP inizia a blinkare e a dirmi che il computer non è protetto. Sorrido pensando al fatto che era ormai qualcosa che avevo dimenticato. Ci ho opure montato su l'antivirus. Ho sorriso meno stamani mattina. Il mio XP si è corrotto. Ci ho lavorato su un paio d'ore. In fondo fra sistema opertivo e applicazioni una mezza giornata l'avevo già spesa. Poi ho killato XP. Per sempre. Le mogli quando si lasciano meglio farlo definitivamente e sentirle per telefono ogni tanto. Quando è finita è finita.