
Giusto un anno fa, appunto, la mancanza di consapevolezza si accompagnava all'assenza di quella stessa energia. Non ne avevo neppure per il mare ed i bagni, nemmen di sole. Assiso, quasi immobile, avevo cominciato questo blog. Altrimenti molte volte abortito per troppi e più pressanti impegni. Un anno è passato, e non sembra ieri, in questo stesso luogo di villeggiatura meditavo su me stesso e sul tempo.
Un anno può essere un tempo lunghissimo. Tanto lungo da far cambiare profondamente il punto di vista sulle cose. Oggi, come un anno fa, mi accomodo a scrivere sulla stessa sedia e con lo stesso spicchio di mare di fronte agli occhi.
Posso dire di aver scoperto tre cose.
La prima è che la consapevolezza di aver ben vissuto e di aver fatto, in passato, quello che mi è piaciuto fare, l'assenza di rimpianti, insomma, è certamente all'origine di ogni energia positiva usata in questi mesi.
La seconda scoperta è stata straordinaria e inaspettata. Molti che erano pronti a sostenermi nella malattia, ad offrirmi una "spalla" e conforto, si sono dimostrati meno disponibili a sostenermi nella guarigione. Avrebbero certamente preferito un mio comportamento più dimesso. Un più canonico ritirarmi a vita "malata". Non aver aderito allo stile che forse avrebbero adottato per loro stessi li ha offesi. Probabilmente. Ci ho messo un po' di tempo a capirlo ma ora mi offre una chiave di lettura adeguata a fatti che, altrimenti, sarebbero restati assolutamente misteriosi.
La terza è quella che mi sembra più significativa. Almeno per me. Sono qui, al mare, in un posto ancora più bello e dolce di quello che ricordavo. E tanto mi basta.