collina, comune di Montespertoli, località Anselmo. Toscana.
Un Blog assolutamente personale, senza genere e modo.

mercoledì 30 dicembre 2009

Riassunto natalizio

In questo giorno che precede quella che dovrebbe essere l'ultima boufe dell'anno, prima di ogni cenone possibile, ricordo a me stesso i propositi espressi all'alba del 27 dicembre. Li ricordo per me e li riassumo per chi vuole riavermi accanto il prossimo anno.
La tradizione della mia famiglia di origine prevede il cenone della vigilia. E' sempre stato un'occasione di grande festa. Non si poteva assolutamente mancare pena la scomunica di mio padre e l'ostracismo completo per almeno tre mesi. Di solito tutti a casa di mamma, anche in 30. Qualche rara volta a casa di uno dei rampolli. Escluso Alberto che ha dimestichezza esclusiva con la rosticceria sotto casa ma che ormai porta in dote Costanza che è specializzata in dolci sublimi. Cenoni pantagruelici. Di positivo c'era il fatto che un solo cuoco/a non poteva materialmente andare oltre una certa soglia di quantità. Anche perchè la qualità delle piatenze era sottoposta a un controllo degno del cominform. Con un pizzico crudeltà e, pur sorridendo, e giustificando pietosamente il cuciniere di turno, in caso di cose freddine, poco riuscite o peggio di preparazione troppo anticipata le punzecchiature e le risatine erano di pragmatica.
Quest'anno, con la scusa che eravamo meno, solo dodici abbiamo deciso di cambiare metodo e affidando a ciascuno dei quattro cucinieri abituali la fattura di due piatti. Forse che qualcuno abbia rispettato il limite? Io stesso, lo confesso, con la scusa che non avevo trovato le sarde per farle al beccafico alla maniera palermitana, mi sono lanciato in due antipasti e due primi: polpo tiepido con patate e vol au vent di calamari e carciofi, tagliolini freschi al nero di seppia e, per gli schizzinosi, paccheri cernia e zucchine. Mejir e Laura hanno sostanzialmente rispettato l'impegno producendo inebrianti vassoi di zaziki, taramosalada, melanzanosalda oltre ad una nuova, piccantissima salsa a base di formaggio, di cui non ho memorizzato il nome. La mamma e Antonella hanno esondato. Aspic, tartine, spiedini, uova di quaglia, sformatini di taleggio e grana, sformati a base di radicchio rosso e pera, timballo di riso ai frutti di mare, aragostine con la maionese fatta rigorosamente in casa. Altro che non ricodo. IL secondo non siamo nemmeno arrivati a vederlo. Unica certezza c'era anche l'insalata: caso mai qualcuno avesse ancora un buchino nello stomaco. Dolci (2) rigorosamente fatti in casa da Costanza: stupendi.
Naturalmente ogni portata misurata per dodici, abbondanti. Non ricordo a che punto è arrivata la resa. Molto prima che si arrivasse ai taglolini al nero di seppia. Stravolto, dopo mezzanotte e l'apertura dei regali, me ne sono tornato a casa riportandomi indietro una parte abbondante della mia produzione e della mia fatica. L'unica parola che si adatta a descrivere la situazione è: spreco.
Non è finita qui perchè il gorno dopo, seguendo la tradizione toscana, pranzo del 25 a casa dei suoceri. Non serve commento. Il giorno dopo a cercare di recuperare, congelare il congelabile, riadattare gli avanzi. Che è un lavoro più pesante del cucinare e non da nemmeno soddisfazione.
Conclusione. Nessuno mi parli di cenone di fine anno e per il prossimo Natale inventiamoci una cosa diversa, che so tagliolini al tartufo, tombola e mercante in fiera. Altrimenti, nonostante il possibile ostracismo, io passo.

martedì 29 dicembre 2009

Senza ulteriori commenti

Ho atteso più che abbastanza osservando quello che accade dentro il PD. Ho atteso da Marino qualcosa di più di qualche dichiarazione. Il duo D'Alema Bersani e Franceschini non hanno certo esitato a organizzarsi gli un contro gli altri armati. Ho atteso ma la vicenda pugliese mi toglie ogni remora. Auguri vivissimi.

martedì 22 dicembre 2009

Lettera aperta a Ignazio Marino

Caro professore dei dodici che avevo convinto a prendere la tessera del PD per sostenere Marino già tre, ovviamente non avevano bisogno di chiedere il consenso a nessuno, hanno imbustato e rimandato la propria tessera alla sezione. Per quel che mi riguarda credo che farò esattamente la stessa cosa. Aspetto solo un attimo per vedere e capire cosa intende fare: darà almeno battaglia? Qualcosa di più che una dichiarazione di non condivisione delle scelte? Capirà che l'idea di sciogliere nel nulla il patrimonio di sostenitori, interni ed esterni al PD, iscritti e elettori delle primarie, è una solenne idiozia? Rimetterà insieme i sottomarini almeno per preservare quel gruppo di persone dalla dispersione e rinnovarne il valore? Romperà lo schema della guerra dei vent'anni fra D'alema e Veltroni? Ovvio che non mi basta affatto l'invito a resistere. Resistere a cosa? Dietro questa richiesta c'è una idea di militanza vecchissima. Questa si da secolo scorso. Una idea di militanza ridicola in un partito in cui palesemente i militanti non esistono o non contano nulla. Un partito fatto di piccoli funzionari, pagati, quando non direttamete, dalle municipalizzate o dalle società legate a coperative o a enti. Non mi riguarda minimamente. Se potessi parlare direttamente a lei o a Civati o alla Concia o a qualcuna delle persone che ho sostenuto per le primarie direi: "guardate che di D'alema, di Bersani e degli altri non mi fidavo prima e non mi fido ora. Guardate che quello che è in gioco ora è la vostra credibilità personale. State attenti ai boomerang."
Luigi

sabato 19 dicembre 2009

Nevicata

Per tornare all'ultima nevicata così abbondante occorre andare con il pensiero indietro di cinque anni. I ragazzi festeggiano da ieri. I grandi stanno al calduccio in casa. La mia macchina è rimasta in mezzo alle vigne. L'altra è senza catene. A parte questo l'unico problema che si prospetta, qui sulla collina di Bonsarto, è quello del freddo. Se veramente domani si va a meno 11 sono a rischio gli olivi e le vigne. La discussione è accesissima fra i pessimisti, lei, e gli ottimisti, il resto della famiglia. Mi rallegra il fatto che questo è uno dei pochi casi in cui, per vedere chi avrà ragione basta, aspettare ventiquattro ore.

mercoledì 16 dicembre 2009

Due parole: No Flame

Da giorni ormai i telegiornali hanno un solo argomento. Tutti. Quelli Mediaset fanno il loro mestiere insieme a quelli Rai. Ma anche la7, Sky, i piccoli telegiornali locali. Non parlano d'altro. Ho avuto il dubbio di dover dire la mia. Poi, sentito Fabrizio Cicchitto, ho deciso di evitare di partecipare a questo piccolo incendio del Reichstag. Anche perchè la parola incendio mi ha riportato alla mente una bella definizione usata nella rete, nei social network in particolare: flame. Sto diventando esperto di flame. Molto meglio evitarli.

domenica 13 dicembre 2009

Città (1)

Problema. Prima puntata della riflessione sul tema. Ho due figli adolescenti. Si dice ancora adolescenti? Non credo si usi più. Termine defunto insieme a matusa. Non ho quindi idea precisa di come si dovrebbero appellare una sedicenne ed un tredicenne. Quello che so per certo è che le loro necessità iniziano a minare alcune delle mie più radicate e basilari certezze. Così mi sprofonda in una crisi assoluta sapere che loro preferirebbero la città. Ora, proprio quando è nata Elena, ho deciso di trasferirmi in cima alla collina dove abito. In mezzo a vigne e ulivi. Vento. Qualche cinghiale che gira la notte. Bonsarto. Un bel posto dove vivere. Bello tanto quando mi sembrava ormai assurda la vita in via Santa Reparata. Centro storico di Firenze. Un passo da San Marco e da San Lorenzo. Almeno mezz'ora per sera per trovare un posto per mollare la macchina. Negozi di alimentari rarissimi. Quei pochi con prezzi esosi. Più probabile trovare un tartufo d'Alba che un etto di mortadella coi pistacchi. In giro per i marciapiedi comitive di giapponesi imbrancati. L'unico giardino nel raggio di un paio di chilometri in una piazza circondata di un flusso ininterrotto di auto. Almeno per 16 ore al giorno. Quindi che Firenze fosse bella solo per chi ci passava poche ore o al massimo per pochi giorni,che non fosse minimanete adatta per farci crescere dei figli, era più di una certezza. Per sedici anni ho ritenuto che la decisione di trasfersi armi e bagagli in campagna fosse quanto di meglio potessi escogitare. Il bello è che lo penso ancora. Personalmente non mi sfiorebbe neppure il dubbio. Poi, torni da un ottimo pranzo, come oggi. Un pranzo a base di bruschetta con l'olio nuovo, canederli in brodo, lesso misto. Un meraviglioso dolce artigianale tutto cioccolata fondente. Un pranzo a casa di un amico che si è trasferito da meno di un anno dalla città in una bellissima casa di campagna. Su un poggio da cui si vede in lontananza il Duomo di Firenze. Lontano abbastanza da goderselo. Torni e tra gli altri soddisfatti commenti dici " bella casa e bel posto" e ti senti rispondere da tua figlia "basta con la campagna. Io vorrei stare in città e anche voi non siete abbastanza vecchi per chiudervi in campagna!" Evidentemente non basta più il motorino.

sabato 5 dicembre 2009

Tanti e belli

Giovani. Moltissimi. Bandiere e slogan di partito pochissimi. Facce sorridenti. Una miriade di persone tranquille. Qualche, per me e solo per me, evidentemente poco elastico di testa, accostamento blasfemo: Napolitano e Fini insieme paladini e difensori della costituzione. L'assenza del PD non la nota proprio nessuno. Solo quelli, del PD, tantissimi, presenti in piazza, che si guardano intorno per vedere qualche faccia nota. Avvistato facilmente dietro a uno striscione coi tipici colori della campagna delle primarie che recitava "Tutti uguali di fronte alla legge" Marino, Scalfarotto e Paola Concia insieme moltissmi sottomarini. C'era sicuramente ma non è stato da noi avvistato Giuseppe Civati. I toscani con Daniela Lastri e, a rappresentare tutti noi non professionisti, la splendida Milene Mucci. Avvistata in prima fila la Melandri e Tuadì. Un passo più in la', con l'aria di chi dice io sono in visita di cortesia, Franceschini. Ci sarà, poi, la Bindi? Un pensiero che dura non più di cinque minuti, Inutile anche porsi il problema. Chi sa se anche D'alema pensa che il serpentone sia di sole 90.000 persone ininfluenti. Chi sa, invece, se può essere una occasione per capire che è tempo di andare in pensione, tempo per lasciare spazio a questa generazione che non ha deciso di rifugiarsi all'estero. Una boccata di aria pulita. Nuova. La foto grazie al mio ottimo fratello e a Costanza. Grazie, provo a sorridere.

giovedì 26 novembre 2009

Wi-Fi Libero!! ( Barabba?)

Per combattere il terrorismo internazionale il buon ministro Pisanu decisie di porre una serie di restrizioni all'uso dei collegamenti internet. Al centro della storia la necessità di sapere l'identità di chi si connetteva. Cosa che con un hot spot wi-fi pare sia difficile da ottenere. Ora, tutti sanno che ci sono mille trucchi per connettersi e restare anonimi. Lo sa pure mio figlio di 14 anni. Resta la norma. Che molti difetti fra cui l'effetto di non permettere lo sviluppo degli hot spot in Italia. Guido Scorza, Sergio Maistrello, Raffaele Bianco e Alessandro Giglioli hanno promosso "La carta dei 100"
Vale la pena di firmare. Vediamo poi quel che mai può succedere con questo governo così aperto e liberale. (sob!)

lunedì 23 novembre 2009

Nota di servizio

Mi accorgo, con quel pizzico di lucidità che mi sta riprendendo in questi giorni, che è in corso una discussione colta e appassionata a proposito di blog e altri strumenti di social media tipo FF o Twitter o Facebook. . Leggo e non cito le fonti proprio per coerrenza con quel che sto per affermare. O meglio riaffermare. Questo mini blog è quanto di più personale e estemporaneo possa essere concepito. Non coinvolge minimante le mie attività professionali di cui, come del resto è evidente, qui, non parlo proprio. No, non faccio il giochino del doppio, o del nick. Questo perchè rivendico il diritto all'unicità della mia persona, al cazzeggio, alle mie personali opinioni. Che poi significa, contemporaneamente, rivendicare il diritto a voler essere giudicato per la parte professionale indipendentemente da come cucino o da come la penso politicamente. Per non fare il finto ingenuo, so bene che il blog può, legittimamente, essere usato diversamente. Come vero e proprio media o almeno come luogo di espressione e valorizzazione professionale. Molti scrivano sul proprio blog di cose attinenti a quello che fanno, o a quello che vorrebbero fare, o, spesso, a quello che non fanno e che vorrebbero fare. Molti leggono con attenzione le classifiche. Alcuni li leggo con piacere. A volte imparo cose utili. Non mi scandalizzo se fanno, anche, in piccolo, quello che fanno tutti le testate specializzate in grande. Se ci rimediano un telefonino, una consulenza o un pizzico di notorietà da spendersi prima o poi. Sarà che io non ho mai corso da consulente. Non mi piace lavorare da solo. Preferisco gli sport di gruppo e condividere oneri e onori. Ma questo, appunto, riguarda me e il mio blog. Ciò detto mi accorgo che esiste anche sul mio Bonsarto Blog un'area grigia, di confusione. Riguarda la lista a sinistra. Quella che cita i blog che seguo costantemente. A malincuore taglierò tutti quelli che non sono blog di "persona personalmente". Farò più fatica a seguirli e mi dispiace. Ma evitiamo anche questo piccolo rischio di equivoco. Ovviamente la categoria "lavoro", mai veramente usata, qui termina. Tanto dovevo.

martedì 17 novembre 2009

Stando dall'altra parte

Scopro, grazie Marco, Notti di Guardia. Lo vedo e lo leggo con l'occhio di chi, da sedici mesi sta dalla parte complementare di chi scrive in quel blog. Ho così avuto il tempo per scoprire due cose semplici. La prima è che ci sono luoghi, in Italia, in cui la sanità pubblica funziona. Bene. La Toscana è, per esperienza diretta e personale, uno di questi. Non certo l'unico. Ma sicuramente da qui non partono voli della speranza. Qualche volta atterrano. Dovrebbe essere normale. Proprio per questo motivo la seconda cosa è quella decisamente più importante. La qualità personale della stragrande maggioranza dei chi opera da medico o da infermiere è veramente notevole. La profesionalità, certo. Anche se dal mio punto di osservazione si misura male, a risultati. Che spesso non dipendono se non in parte dalle persone e ancora più spesso sono leggibilili solo attraverso la paranoia agra del paziente di buona cultura. Invece ho potuto toccare direttamente la disponibilità alla relazione corretta, non necessariamente dovuta, la rinuncia all'arroganza che pure sarebbe, nella circostanza semplice e obbligatoriamente sopportata. Non senza le ovvie eccezioni. Forse con meno pathos di quello che leggo in Notti di Guardia. Proprio per questo ancora più apprezzato e apprezzabile.

Caro Civati 3

Non si può non dire che l'iniziativa "Mille Piazze" sia almeno mazziniana. per venire più prossimi a noi quasi marinettiana. Peccato non si possa dire mariniana. Ho letto con orrore e segnalo, a proposito, il sondaggio , a dir poco minimalista, apparso su "ioscelgomarino".
Certo, di tutti quelli che hanno animato la Mozione Marino, quello che più si sta esponendo senza tanti sottili distinguo è proprio Civati. Anche a rischio di farsi attribuire dichiarazioni non proprio corrette. A tal proposito allego questa bellissima immagine, non mia, ancora grazie Ester, di rara efficacia. Civati interviene e spinge. Non senza rischi personali, conoscendo gli ambientini PD, i sorrisini di circostanza, il "la politica è un'altra cosa". Per conferma leggere i commenti malevoli, quasi sempre anonimi, apparsi sul suo blog in queste ore.
Da parte mia, pubblicamente, per quel che può servire, leggendo questo e altro che scrivi, vedendo quanto ti stai spendendo "di persona personalmente" per Mille Piazze non posso che riconoscerti coerenza ed onestà intellettuale. Un piacere ed un sollievo, anche personale. Credimi. Detto proprio da chi ti chiedeva di non nascondere la mano dopo aver lanciato il sasso. Grazie.

giovedì 12 novembre 2009

Caro Civati 2

Oggi Civati posta il suo pensiero, meditato certamente, sul futuro della mozione Marino. Lo fa sul suo Blog. Linko e invito a legere.
Per quanto occorrer possa mi permetto di usare il mio piccolo blog per dare la mia opinione.

Caro Civati, io la leggo così: passato il 25 ottobre non solo non ci sarà una corrente, e chi la voleva, dico io, ma neppure un gruppo consolidato su cui contare. Piombini. Lingotto. Sottomarini, chiamiamoli come si vuole. Qualche attiva e coordinata entità che si faccia garante di tener viva la discussione sui temi della mozione e portarli nella vita del PD.
Ripescando nella memoria e rileggendo meglio anche un tuo post bellissimo, scritto subito dopo le primarie, quello sui tuoi presunti errori, in cui ripercorrevi la mancata adesione di Chiamparino e la voglia di far da solo di Marino mi appare con estrema chiarezza come, semplicemente, la "mozione Marino" non esista più. Si è esaurita. Si potrebbe dire ha fatto il suo compito. Se non fosse che decine di migliaia di persone si sono iscritte al PD esclusivamente per sostenere quelle idee, che altrettante hanno partecipato alle primarie solo per sostenere quell'idea di rinnovamento. Questo dovrebbe comportare un dovere. Che fine fanno i Loriero e i Bassolino? Come si porterà avanti il concetto di ugualianza di diritti e dii "Merito". Ma veraente devo sentir difendere la necessità di non appiattirsi al'indietro nell'ipotesi "socialista" da Rutelli? Ma davvero il PD deve ripartire dagli occupati con busta paga e contratto a tempo indeterminato, dai pensionati e dagli impiegati dello stato?
Fra fare la corrente e "rompete le righe" caro Civati ci sono mille altre opzioni. Chi ha lanciato il sasso non nasconda la mano.
Luigi

La mia conclusione: resto, fortunatamente un libero puffo, non vivo di politica, non concorro a cariche. Mi limito a votare. Liberamente secondo coscienza. Spero che le decine e decine di persone con cui sono entrato in contatto in questi mesi e che condividevano i principi della mozione Marino mantengano la voglia di restare collegati e di discutere insieme.

domenica 8 novembre 2009

Caro Civati

Come non condividere il tuo intervento. Nella sostanza. La forma, scusami, aveva le unghie limate. Conoscendoti per averti letto e sentito certemente una scelta. Unendo al tuo il discorso di Marino quello che colgo è la decisione di tornare il pù rapidamente possibile sotto traccia. Fortunatamente non ho ne obblighi ne impegni personali che mi leghino alle logiche del far politica nel Partito. Anzi sono pure convinto da tempo che partito andrebbe semplicemente scritto con la "p" minuscola come penna, computer, forchetta: uno strumento non un fine. Quanto al compagno Excell dubito verrà mai coinvolto: troppa trasparenza, troppi spifferi. Una sola domanda: restano i sottomarini? Avrano un momento di confronto paragonabile allo sforzo fatto?
Luigi

sabato 7 novembre 2009

PD Residuale

Ieri notte sulla 7 ho sentito un giornalista de L'Espresso definire residuale il PD. Per molti motivi sociologici: elettori anziani, operai sindacalizzati, in diminuzione costante da decenni, sacche di resistenza dove un tempo il PCI mostrava cos'era il buon governo ed ora fa ammuina come tutti.
Motivi più strettamente politici. Qualcuno ha chiesto: " Ma insomma! Diamo a Bersani il tempo di lavorare." L'unanime risposta, neppur malevole, è stata che se di alleanze e di scambi per le regionali si parla, mettendo inevitabilmente il bel Casini nella parte di ago della bilancia, quello che ha meno da offrire, in assoluto è questo PD. E' talmente lampante e quando vai al mercato pacche sulle spalle a tutti ma se non hai qualcosa di buono da vendere al massimo vai di saldi. Non lo fano per cattiveria. Non sanno proprio impostare una politica diversa da quella che hanno conosciuto da sempre fatta di trame, promesse e bilancini. Daltra parte una battaglia vera sulle idee, che possa anche passare da un arretramento, che comunque ci sarà, non è per lor signori concepibile. Ogni scapolo di potere perso rappresenta la necrosi di un organismo malato.

venerdì 30 ottobre 2009

Questioni marginali

Quanto è diffusa la corruzione fra le fila della sinistra? Non parlo del sud invaso dalla camorra e dalla mafia. Parlo della civile Toscana. Quanto è diffusa l'omologazione dei comportamenti fra gli eletti e sottopancia a qualsiasi schieramento appartengano? Leggo che Bersani espelle il sindaco di Montaldo di Castro Aveva speso i soldi del comune per far difendere gli stupratori di una ragazzina. Certo non prima di averne accettato l'endorsment ed averlo messo in lista per le primarie.
Sono questioni marginali?
Come quella dei diritti individuali? Dell'uguaglianza? Del merito? Della mobilità sociale? Sento, al massimo, qualche ritorno vetero classista alla difesa degli occupati e dei pensionati anche se la massima attenzione del PD di oggi si concentra su schieramenti e alleanze.
Per chi volesse documentarsi brevemente un riassunto video offerto da Corriere.it
P.s. : ma sono mai arrivati a compimento le operazioni di scrutino delle primarie? Non controllo da un paio di giorni. Mi sono stufato.

mercoledì 28 ottobre 2009

Elena e le cipolle

Per mille ragioni in questi giorni non cucino io. Niente di male. Volendo però mangiare quel che mi piace, fatto come mi piace, ho pensato di approfittarne per insegnare a Elena come cucinare. Sono partito dalle cose di base. Sughi e simili cose generali. Abbiamo parlato della differenza fra sughi rossi e sughi bianchi, dell'abissale distanza, al di là di ogni preferenza di gusto, fra il ragout alla bolognese e quello napoletano. Poi siamo passati alla pratica che come sempre accade si rivela appena più complicata della teoria. Un buon battuto prima di tutto. Certo le cipolle fanno lacrimare ma bardarsi così mi pare eccessivo. Credo dovrò trovarmi un diverso allievo.

lunedì 26 ottobre 2009

Ha vinto Gargamella

A caldo. Non è la prima e non sarà l'ultima. Certo deluso. Dei risultati, almeno fino a stamani mattina alle otto, sento solo che Bersani ha vinto con il 53%. Tutto il resto è vago. Decido di restare anche io sul vago ben sapendo che si possono vincere le primarie con i voti dei Bassolino e Loriero ma è ben difficile convincere il paese, a partire da quei quattro milioni di voti lasciati per strada, senza cui è impossibile vincere. Resto a guardare. Da Ignazio, da Civati, dagli altri mi aspetto qualcosa di più che una tiepida soddisfazione per aver ottenuto una percentuale dal 10 al 20. Sono fra quelli che si sono iscritti al PD per sostenere Marino. Non ho il dovere dell'ottimismo. Resto un libero e vigile puffo.

sabato 24 ottobre 2009

Saviano e il PD

Perchè domani voterò Marino l'ho già detto. Non vi angustio ulteriormente. Ma sia chiario lo faccio da "cittadino" non da "militante". Col mio voto, con le telefonate che sto facendo per convincere amici e conoscenti, con le mail che mando partecipo ad una battaglia politica. Votare alle primarie del PD per me, come per tanti, non è dare una delega al vincitore. Per questo, prima di tutto, il "lodo" Scalfari, mi ripugna e bene ha fatto Ignazio, anche in questo caso, a respingere l'offerta. Il perchè è semplice da dire. Sta, per esempio, nell'articolo di Roberto Saviano sulla camorra e i partiti, che ho recuperato leggendo il solito prezioso post di Civati. Tra le altre cose dice Saviano:

"Per la camorra - abbiamo detto - destra e sinistra non esistono. Il Pd dovrebbe chiedersi, ad esempio, come è possibile che in un solo pomeriggio a Napoli aderiscano in seimila. Chi sono tutti quei nuovi iscritti, chi li ha raccolti, chi li ha mandati a fare incetta di tessere? Da chi è formata la base di un partito che a Napoli e provincia conta circa 60.000 tesserati, 10.000 in provincia di Caserta, 12.000 in quella di Salerno, 6.000 ciascuno nelle restanti province di Avellino e Benevento? Chiedersi se è normale che il solo casertano abbia più iscritti dell'intera Lombardia, se non sia curioso che in alcuni comuni alle recenti elezioni provinciali, i voti effettivamente espressi in favore del partito erano inferiori al numero delle tessere. Perché la dirigenza del Pd non è intervenuta subito su questo scandalo?"

Domani andrò a votare per Ignazio Marino senza domandarmi quanti voti possa raccogliere. Sicuro che si tratta dell'unica cosa giusta da fare. Di questi tempi non è poco.

mercoledì 21 ottobre 2009

Ignazio Marino il 25 ottobre


Libero di testa e di pensiero, felice per come Ignazio ha saputo, unico e primo, imporre argomenti e tematiche che non fossero banalmente di organizzazione. Contento di ritrovare nelle liste amici persi di vista da tantissimi anni. Alice e Elisabetta, che bella sorpresa. Dispiaciuto solo per non aver potuto, fra malattia e convalescenza, fare abbastanza. Mi appresto, cappotto pesante e mascherina. ad andare a votare per Ignazio. Con me almeno una trentina fra amici e conoscenti. Non è credo male per nulla. La mia posizione è chiara: come quella di tanti che si sono iscritti al PD esclusivamente per sostenere Ignazio. Sarà il punto di partenza. Certo nel partito che permette che l'intera sezione di Castellamare di Stabia sia gestita dalla camorra, ed è solo un esempio, non intendo stare. Ma questo fa parte di un'altra puntata della storia. Arriviamo a domenica e portiamoci a casa una percentuale a due cifre su cui costruire.

martedì 13 ottobre 2009

Sogni

Ho la fortuna di sognare. Anche la notte quando dormo. Sogno a colori. Dei veri e propri piccoli films. Sogni ricorrenti, come tutti noi. Qualche incubo. Qualche rivisitazione virata in black o in vanilla di fatti accaduti. Stanotte è apparso un sogno completamente nuovo e curioso.
Ero in una grande stazione, somigliava moltissimo a quella di Milano. Monumentale e marmorea. Aspettavo il solito Eurostar. Destinazione Roma. Arrivato per tempo, da capricorno incallito, in prossimità dell'orario di partenza, osservavo inquieto quell'indicazione "binario 1" che accanto riportava le classiche lucine che lampeggiano quando il treno sta per partire. Eppure nonostante fossi di fronte ai cartelloni che stavano sul binario 5 non si vedeva nessun Eurostar nelle vicinanze. Preoccupato mi muovo e scopro che il binario 1 è posizionato di alcuni metri sotto il livello delle altre piattaforme, che il treno è li che sta partendo. Inaspettatamente, invece di avere le ruote ed essere sui classici binari, galleggia all'interno di una corsia di acqua, chiara, una corsia allargata che si perdeva fuori dalle volte della stazione, lontana. Fin dove serviva, evidentemente. Monto di corsa, con il ferroviere che mi aiuta e mi sollecita, vestito classicamente, solo un cappello a tesa rigida vagamente marinaresco a far da differenza. Le porte si chiudono e il treno parte con il leggero, tipico, sbandamento di quando una barca si allontana dal molo acquistando velocità in un silenzio ovattato e piacevole.
Sogno spesso ma non mi sono mai curato "dell'interpretazione". Questa volta forse chiederò. Resta la sensazione piacevole e rilassata di questa mattina.

lunedì 12 ottobre 2009

Spalletti














Incontro spesso Luciano Spalletti, ex allenatore della Roma, alla pasticcieria "Fiorentina" di Montespertoli. Un vero, piacevolissimo, luogo di perdizione capace di produrre i migliori budini di semolino e pere dell'orbe terracqueo. L'ultima volta che è successo ho realizzato come l'attletico Luciano sia l'unico pelato che è capace di apparire pemanentemente impomatato.

domenica 11 ottobre 2009

Almeno 30 alle primarie

Non credo nessuno possa negare che Ignazio Marino rappresenti l'unica novità significativa della sinistra. Francamente, l'ho dichiarato subito e lo manifesto con trasparenza, la sua idea mi ha convinto subito. Ben prima che diventasse mozione. Fin dal discorso di Torino. Altrettanto francamente non mi sono mai domandato se Ignazio avesse, o meno, la possibilità di diventare segretario del PD. Per quel che mi riguarda i termini della domanda si pongono in modo diametralmente contrario: "Si merita il PD una ulteriore chance per essere innovativo e convincente?"
Sapete, non avendo da guadagnarmi il pane, non dico con la politica, ma nemmeno con i suoi annessi e connessi di consorzi e commesse pubbliche mi sento pienamente libero di scegliere. Come la grandissima maggioranza dei cittadini italiani. Avendo raggiunto da tempo la certezza che le idee sono importanti e si muovono su delle gambe certo ma che è perigliosissima l'adesione incondizionata visto che si rischia di trovarsi collusi ideoligicamente con un bassolino qualsiasi, io, la tessera del PD l'ho presa per poter sostenere la candidatura di Marino e tanto mi basta. Certo gli esempi di questi giorni, le tessere che superano i voti del partito, i cento congressi di sezione negati o clandestini non mi aiutano a confidare in un futuro Partito Democratico "chiunque vinca". Non ci piangerò. Ma per intanto vediamo bene che la Mozione Marino ha raggiunto, nonostante tutto, un onorevole otto per cento e si è conquistata il diritto di partecipare alle primarie del 25 Ottobre. Ignazio è andato benissimo in luoghi in cui il PD ha difficoltà a Milano, a Torino nel Veneto anche a Roma e bene nella Toscana in cui Siliani, la combattiva Daniela Lastri ed il gruppo dei volontari radunato intorno agli efficenti e puntuti pisani hanno dato il massimo. Ora c'è da completare il lavoro. C'è da fare l'unica cosa importante. Le Primarie. Portare almeno 30 elettori, non necessariamente iscritti al PD, a votare per Ignazio e la sua mozione "Per una società basata sul merito". Su Facebook è nato un gruppo che aiuta chiunque a organizzarsi con materiae auto prodotto e idee. Io, che finalmente sto per uscire da questa mia condizione di detenzione sanitaria, farò tutto quello che posso.

mercoledì 7 ottobre 2009

In mezzo
















Dice Bill Murray a Andy Garcia sul finale di Lost City:
" Non sai dove sei? Allora sei in mezzo."
Sceneggiatura e dialoghi di Guillermo Cabrera Infante.

domenica 4 ottobre 2009

Joe Strummer - Redemption Song


Tornando indetro nel piccolo passato di questo blog alla ricerca di questa canzone e di questo video mi sono accorto che era sparito. O meglio irraggiungibile per la rivendicazione di qualche copyright di una qualche casa editrice. La stupidità a volte non ha limiti. Forse dovrebbero inventarsi qualche diverso modo che non sia fermare il mare con le dita. Ed ecco ritrovata la mia Redemption cantata da Joe Strummer. Il più grande.

martedì 29 settembre 2009

Piccolo fratello domestico

Si lo so bene: si potrebbe configurare come una versione casalinga,ma non meno aggressiva e frustrante, di un grande spione qualsiasi. In realtà la scarsa propensione dei miei giovani virgulti a mostrarsi lo testimonia abbondantemente. So anche che a ben guardare non si tratta di nulla di eccezionale. Quasi quindici anni fa Winston Tong faceva ben di meglio passandosi bicchieri d'acqua da uno schermo al reale. Cosa che in questo pranzo non ci è riuscita. Per non dire di Riccardo Pangallo, misconosciuto genio comico fiorentino, che conversava con se stesso proiettato sullo schermo di una tv. Ho poi già pubblicato un primo esperimento di pranzo su Skype sul mio Friendfeed e buona regola sarebbe non ripetersi. Ma non ci riesco proprio. Sarò ingenuo e banale ma infilarmi in una cena regolare di famiglia, con tanto di litigi fra i ragazzi, discussioni sulle porzioni di dolce e sbuffamenti su quello che si doveva fare e non si è fatto mi riempie di gioia. Farlo stando a svariati chilometri di distanza , impossibilitato a raggiungere la maison anche se avessi a disposizione l'elicottero del berlusca, mi rende addirittura dolce quello che di solito, sempre a dire il vero, mi fa imbestialire. Una sola domanda mi è restata appesa visto che hanno chiuso il collegamento prima della fine. Chi avrà sparecchiato? Achille sarà fuggito in bagno come tutte le sere? Elena avrà abbandonato Ercole a leccarsi le briciole restate sulla tavola?

venerdì 25 settembre 2009

Travestimenti improbabili
















Certo che questa foto è la dimostrazione che non basta il taglio a zero ed il cappello da fuciliere di marina per somigliare al colonnello Kurtz. Neppure la pari pinguedine aiuta ad avvicinarsi al Marlon di Apocalypse Now. Sarà il mento non propriamente pronunciato e volitivo?

giovedì 24 settembre 2009

Dorina, Marino e i democratici.

Nessun commento ulteriore merita la gentile Dorina Bianchi che afferma: " questo non è il partito democratico che mi immaginavo".
Effettivamente su questo argomento abbiamo la stessa opinione anche se le motivazioni sono diametralmente opposte.
Solo due piccole considerazioni. La prima è che il mio è il parere di chi, per mille motivi che giuro preferirei non avere, sa bene di cosa si parla quando si discute di trattamenti sanitari obbligatori e di diritti individuali di scelta. Un specie di testimone diretto, insomma. Il secondo è che io credo di far parte semplicemente di quella parte di cittadini votanti che fa la differenza fra vincere o perdere le elezioni. Di quelli assolutamente non interessati a rappresentare ma banalissimamente ad essere rappresentai. Ma da qualcuno che la pensi come me e non semplicemente da qualcuno che per comprensibili ma non condivisibili motivi dice di far parte del mio stesso partito. Le Dorine, le Binetti, i Rutelli, appunto.
Ultima considerazione. Si dice che Marino non possa essere considerato un possibile candidato come segretario di un grande partito perchè si occupa solo di testamento biologico e di diritti. Onestamente a me pare invece l'unica base di partenza credibile per chi voglia rappresentare una società matura che cerca la promozione dei propri diritti e dei propri meriti. Individuali o collettivi che siano. Dall'altra parte, altrimenti, destra o sinistra in fondo si somigliano troppo. Impegnate nella difesa di uno "status quo" fatto di protezioni e riserve di potere. E non è che quelle gestite dalla sinistra siano migliori. Non giudico l'occupazione del potere da parte della politica e la distruzione del territorio in base a chi sono i soggetti che ne sono protagonisti. Che siano Coop edificatrici o società a partecipazione pubblica in cui riciclare funzionari e ex dirigenti di partito per me pari sono. Anzi. Se questo è il gioco meglio la destra. Lo sanno far meglio. In fondo i conflitti di interessi sono tanti. Forse per questo non è mai stato risolto neppure il più evidente.

lunedì 7 settembre 2009

Cena sulla spiaggia

L'anima della festa


Una piccolissima testimonianza. La foto della cena sulla spiaggia viene giusto dopo questa che dovrebbe esssere chiamata "aperitivo alcolico". De resto a Topinetti, complice il fresco serale, ottimi drink and cocktails. In primo piano Riccardo, appannato, forse nell'occasione o nello scatto, ma vivacissimo organizzatore della cena e di tutte le occasioni conviviali dell'estate elbana. Sullo sfondo, gruppetti, dei prossimi commensali. I ragazzi già si stanno allontanando. e presto non si vedranno più. Via sugli scogli. Come tutti i ragazzi del mondo credo. Noi, come tutti i genitori del mondo, credo, ci siamo molto incazzati quando a buio pesto e impepata di cozze sul tavolo ci siamo accorti della loro assenza e siamo stati costretti ad andare a recuperarli. Faticosamente e molto meno agili di loro. Della cena, nulla di chi a dire il vero, in un prossimo momento di ispirazione. Per Riccardo solo un immenso apprezzatissimo grazie.

Cristina

Antonella, mia sorella

Susanna

Spiedini

Riccardo e le stelle di San Lorenzo

Riccardo e il mare

A cena con Vezio

Il bar Roma

Topinetti leggermente alcolica

Ma che bravi ragazzi


E' incredibile vedere come si comportano i miei figli in pubblico o in quelle che comunque sono considerate occasioni sociali. Modelli di buona creanza educazione e simpatia. Elena arriva pure a partecipare a qualche accenno di conversazione e lancia timidi sorrisi. Francamente riconosco lo stesso stampo di quelli, obbligati, di quando andavo sempre all'Elba e più o meno alla sua età. a trovare le "zie". Da riconoscere che la parte veramente dura, che ai giovani d'oggi è risparmiata, era quella dei baci. Ricordo con terrore quando mia nonna mi portava a trovare la sua amica America. Era convinto che fosse lebrosa. Idiozie da ragazzi, ovvio, ma lo schifo era immenso. Achille invece è naturalmente socievole. Simpatico. Talmente convinto di essere bello che emana una piacevole aura di salute e sfrontatezza. Cosa che, per ora almeno, lo fa diventare rapidamente il cocco di tutti.
Qui ritratti a cena, al Castagno, a casa di nonna Pina, delle zie e dei genitori di Costanza, Lucia, Giovanni, More e Nela anfitrioni a dir poco generosi. I due pargoli, in foto con Alessandro.
Della grigliata e di qualt'altro riguarda la serata in un prossimo post.

Il Castagno

Buc's family

Lucia

Alessandro Valmori

Viaggio con prole



Topinetti: pranzo con caffè e lettura


E con questo vediamo come, cosa e quanto riportare del mio mese vacanziero. Va detto per meglio comprendere che il periodo va, anche interpretato, come una preparazione alla successiva battaglia. Attualmente in corso. Le foto sono state rigorosamente fatte con il mio iPhone. Rinunciando certo a qualunque aiuto elettronico per la qualità delle immagini a favore del ritrovato valore dell'istantanea, che meglio si adattava all'originale intenzione d'uso. Che ora finalmente si sviluppa.
Piccolo avviso: nessuna sequenza. Preferisco commentare le sensazioni che, come ovvio, non seguono necessariamente il filo temporale. Comincio quindi da questa immagine. A pochi chilometri da Cavo verso Rio si trova Topinetti. Una spiaggetta di sassi e sabbia grossolana, polverosa, nera dei residui delle miniere, fino a quest'anno abbandonata a se stessa e agli inevitabili rifiuti che i vacanzieri lasciano contando sulla certezza di non ripassare dai luoghi dei loro misfatti. Sorpresa qualcosa si muove anche all'Elba. La foto testimonia del mio primo pranzo solitario e felice in riva al mare. Del luogo e delle persone che lo animano parlero, credo, in seguito. Il libro non è ancora stato letto. Lo confeso.

Breve riassunto delle puntate precedenti

Un mese senza scrivere nulla. Mica è un obbligo. Se non hai nulla da dire meglio tacere. Nulla di male. O almeno così viene da pensare all'inizio. Poi l'incapacità di scrivere e di rappresentarsi diventa cronica. Semplice pigrizia? Peggio: carestia comunicativa? Occorre porre rimedio. Il più rapidamente possibile. So di rischiare, altrimenti, una gravissima malattia che rasenta l'autismo culturale. Dopo c'è solo la misoginia assoluta. A quel punto non ci può essere invenzione sociale che conti. Il fatto è che non so proprio come evitare la deriva che rende ogni giorno più difficile rimettere mano al blog. Ogni ritardo genera attesa e alza le aspetattive. Quelle dell'autore, almeno. E allora come riprendere? Come dire qualcosa di così tanto interessante per cui sia valsa la pena aspettare a scrivere? Quale "post" per riavviare credibilmente il meccanismo? Non c'è argomento che regga. Impossibile. Credo. Ci rinuncio. Forse, semplicemente, con una piccolissima cronaca del mese d'agosto? Facendosi aiutare dalle istantanee fatte con il nuovo telefonino? Un riassuntino per immagini. Vediamo se aiuta a colmare lo spazio temporale ed il peso delle parole mancate. Di meglio non so fare. Non servirà che a me, probabilmente. A recuperare e ricercare equilibri di questi tempi assai carenti. Del resto a chi altro dovrebbe servire un blog se non al suo autore?

Istruzioni per il lettore: prima metto le pic. Poi, a patto che rispunti l'ispirazione, le commento. Forse.

martedì 4 agosto 2009

Un anno dopo, Cavo, Isola d'Elba

Un anno dopo. Magari qualche paio di giorni in avanzo. Giusto quelli che son serviti a fermarsi per ripensare. O almeno provarci. Quindi, un anno fa, direi che si potrebbe ben partire dal 31 di luglio, da Genova, da un notaio e dalle chiacchiere parallele di commento di vecchi e nuovi soci intorno alla mia decisione di smettere di fumare. Non ci incastrava nulla ma da quel momento, per metà del successivo mese di agosto, tutti convinti, ed io per primo, che quella decisione fosse alla base di una presunta asma bronchiale culminata in un "broncospasmo" che mi aveva fatto conoscere le ambulanze e gli ospedali dell'Isola d'Elba. L'asma bronchiale non esisteva. Un diverso affanno, appena più impegnativo, mi ha accompagnato per questi mesi. Combattuto con la giusta energia scovata forse proprio qui, alle Paffe del Cavo, Isola d'Elba, in mezzo ad un bosco a cinquanta passi dal mare.
Giusto un anno fa, appunto, la mancanza di consapevolezza si accompagnava all'assenza di quella stessa energia. Non ne avevo neppure per il mare ed i bagni, nemmen di sole. Assiso, quasi immobile, avevo cominciato questo blog. Altrimenti molte volte abortito per troppi e più pressanti impegni. Un anno è passato, e non sembra ieri, in questo stesso luogo di villeggiatura meditavo su me stesso e sul tempo.
Un anno può essere un tempo lunghissimo. Tanto lungo da far cambiare profondamente il punto di vista sulle cose. Oggi, come un anno fa, mi accomodo a scrivere sulla stessa sedia e con lo stesso spicchio di mare di fronte agli occhi.
Posso dire di aver scoperto tre cose.
La prima è che la consapevolezza di aver ben vissuto e di aver fatto, in passato, quello che mi è piaciuto fare, l'assenza di rimpianti, insomma, è certamente all'origine di ogni energia positiva usata in questi mesi.
La seconda scoperta è stata straordinaria e inaspettata. Molti che erano pronti a sostenermi nella malattia, ad offrirmi una "spalla" e conforto, si sono dimostrati meno disponibili a sostenermi nella guarigione. Avrebbero certamente preferito un mio comportamento più dimesso. Un più canonico ritirarmi a vita "malata". Non aver aderito allo stile che forse avrebbero adottato per loro stessi li ha offesi. Probabilmente. Ci ho messo un po' di tempo a capirlo ma ora mi offre una chiave di lettura adeguata a fatti che, altrimenti, sarebbero restati assolutamente misteriosi.
La terza è quella che mi sembra più significativa. Almeno per me. Sono qui, al mare, in un posto ancora più bello e dolce di quello che ricordavo. E tanto mi basta.

lunedì 27 luglio 2009

Cenare a Savona

Non avrei mai trovato questa trattoria da fiorentino in giro per Savona. Anzi. L'impressione, guardando dove sedersi per cena, era di girare a caccia del graal o dell'impossibile. Fra pretenziosi menù da 100 euri a persona e scaciatissime pizze al taglio di fattura industriale. Poi mi è venuto in soccorso 2Spaghi. Non lo uso spesso e faccio male. Tutte le volte che l'ho usato mi ha dato indicazioni più che degne. Così è stato anche questa volta suggerendomi questo "Vino e Farinata" in via Pia 15 dove, altrimenti non sarei mai entrato nemmeno per sbaglio. Entusiasta. Certo se volete un posto in "guanti bianchi" non è questo quello giusto. Se invece volete sostanza e buon cibo è il luogo ideale. Locale piacevole. Accoglienza e servizio cordiali. La padrona, una signora sui quaranta, raccontava dell'ultima vacanza fatta fra VietNam e Cambogia ed intanto dava suggerimenti sul menù. Ristretto a pochi piatti di fattura quasi domestica. Noi abbiamo preso farinata di ceci, buona. Di grano ottima. Sarde ripiene e fritto di paranza leggeri e saporitissimi. Cozze. Con vino e acqua in quattro dai buoni palati 55euro tutto compreso. Consigliatissimo. Anzi da non perdere.

sabato 25 luglio 2009

Daniela

Non sempre ci si conferma nell'idea di aver appoggiato la persona giusta. Spesso, anzi, in "politica" ci si rende conto che il macchiavellismo e l'italica concezione de "l'arte del possibile" ci preparano gigantesce disillusioni. Così non è, una volta di più, per Daniela. Solo questo mi piace dire in questo momemento.
Queste le parole di Daniela, postate stamani all'alba, su Facebook.

Alla fine, ho deciso di appoggiare la candidatura di Ignazio Marino a segretario del PD. Ho scelto, come sempre, sulla base di un ragionamento e di un moto dell’animo.

Il congresso del PD non è un concorso di idee, è un fatto di grande rilievo politico, che comunica al Paese intenzioni di fondo. E ognuno di noi deve chiedersi qual è la cosa più importante che il PD deve dire.

I candidati, che – come tutti giustamente dicono – sono persone di qualità indiscussa, si presentano con progetti in gran parte simili, ma hanno differenze che noi siamo chiamati ad apprezzare. Ci esprimiamo, in fondo, su questo. Ed io, che ho a cuore il rilancio del PD, voglio che non si perda in mille rivoli, e che comunichi una forte attenzione ai diritti sociali, alle libertà, all’eguaglianza. Votando al congresso per un candidato voglio dire questa cosa semplice, diretta, senza complesse mediazioni. Voglio che nel PD ci sia questa anima, e prima di tutto. Grazie a Ignazio Marino questo è possibile, e senza che ciò comporti negazione della qualità degli altri candidati. È una netta preferenza per il profilo ideale del PD.

Dicevo che ho scelto anche per un moto dell’animo. Ignazio Marino è proprio una bella persona. Dietro la sua candidatura molte persone comuni, personalità e amministratori che si danno da fare. Molta tensione etica. Parole semplici, senso dell’unità, concetti a me molto familiari: le persone, i diritti uguali, la laicità, il viaggio. Senso dell’apertura, programma in costruzione, voglia di ascoltare. Prima manifestazione di presentazione: stile sobrio, senso della serietà del passo fatto. Leader non infallibile, non onnipotente, ma con principi forti e saldi, un senso civico elevatissimo, una vita che è – da sola - un manifesto programmatico di coerenza.

In fondo, diciamo la verità: non sono io che ho scelto Marino, è Ignazio Marino che ha scelto me e tanti come me, inevitabilmente, inesorabilmente. E visto che ci ha scelto, non possiamo che ricambiarlo. Sostenendolo con tutte le nostre forze. E ringraziandolo per questo suo darsi ad un progetto aperto, positivo, originale. Lo sosterremo con spirito di unità, come è nata la sua candidatura, contro nessuno e per il PD.

Daniela Lastri

giovedì 23 luglio 2009

Quelli che muovono


( ...) L’Italia ha bisogno di tornare a prendersi cura della propria democrazia. Ha bisogno di includere un maggior numero di cittadini nelle decisioni collettive e nella vita pubblica, ha bisogno di rafforzare la propria comunità nazionale per avere un ruolo chiaro nel mondo globalizzato.
A volte, non dobbiamo nascondercelo, anche il PD è apparso assai poco democratico… Il progetto iniziale si è appannato, è diventato confuso agli occhi di chi ci guarda. È ora di rilanciare quel progetto, arricchirlo e correggere gli errori commessi. Ricordiamo Antonio Gramsci quando nei Quaderni del carcere scriveva:
“nel succedersi delle generazioni può avvenire che si abbia una generazione anziana dalle idee antiquate e una generazione giovane dalle idee infantili, che cioè manchi l’anello storico intermedio, la generazione che abbia potuto educare i giovani”
E allora, la fase congressuale che stiamo avviando in queste settimane rappresenta una grande opportunità per mettere alla prova il valore della democrazia in cui crediamo. (...)
( vogliamo ... ) Un partito che sappia denunciare le cose che non vanno, che si impegni con coraggio per cambiare questo Paese. Un proverbio arabo dice che “il genere umano si divide in tre classi: gli inamovibili, quelli che sono mossi, e quelli che muovono”. Bene, noi siamo quelli che muovono.

lunedì 20 luglio 2009

Rondini

Da anni arriva una coppia di rondini che passa l'estate in un nido abbarbicato sotto il piccolo patio che guarda alla valle. Normalmente si dice:"Oh! Che bello!" Si dice quando si guarda la cosa da lontano con romantico e cittadino distacco. Si sospira diversamente quando si sa di dover assistere alla strage dei piccoli rondinini che precipitano dal nido, ogni anno almeno un paio, e alla certa distesa di guano che inevitabilmente si crea sotto il nido. Dove normalmente ci sarebbe una poltroncina comodissima. Comunque sia accade così da almeno dieci anni. Fa parte delle belle abitudini attese. Sempre e solo una coppia di rondini. Solo un anno ne sono arrivate due. Il secondo nido, costruito a nemmeno due metri di distanza dal primo, è poi rimasto sempre disabitato. Ovvia la mia meraviglia quando, ieri sera, mi sono accorto che quest'anno, era abitato anche il secondo. Meraviglia che si è trasformata in stupore costatando che le rondini erano sempre le solite due e non si era aggiunta un'altra coppia. Semplicemente uno dei due, il maschio direi, si era trasferito armi e bagagli nel secondo nido. Ho pensato che fosse decisamente più comodo. Probabilmente nel secondo nido c'era Sky e un divano da cui guardare la tv sul canale sport tutta la notte. E' la forza dei luoghi. Credo.

giovedì 16 luglio 2009

Marino a YouDem TV e non solo.

Clandestino! Ma a volte riesce a farsi sentire. Linko l'ntervista su YuoDem. Per chi pensa che Ignazio parli solo di diritti, e non sarebbe comunque poco. Raccolgo anche la segnalazione di "Italiano Democratico" che ha postato su YouTube un bellissimo contributo video. Ricordo che per fare in modo che Marino possa partecipare alle primarie, dove vincerà, occorre che abbia un numero di iscritti al PD che ne sostengono la candidatura al congresso. Dove vincerà Bersani. Ma, come diceva mia nonna quando giocavamo a scopone ed era indietro nel punteggio, " I conti si fanno sotto al lampione." Ovvero dopo. Alla fine della partita. Qui la partita è lunga. Quanto lo è stata la corsa di Obama.

mercoledì 15 luglio 2009

Ieri l'altro, eppure sembra ieri

Facciamo, che d'ora in poi, le foto che posto in fondo alla pagina almeno le presento, le commento e le contestualizzo un minimo. Così: solo per non alimentare ulteriormente le mie solipsistiche manie. In questa, sarà stato il settembre del 1988, di spalle, sul crinale ventoso della Doganaccia, montagna pistoiese, con Ato De Martino. Che è quello bello, magro e vestito da kmer rosso, ovvero tutto di nero. Eravamo da quelle parti, ufficialmente, per una riunione impostazione dell'anno lavorativo. Ans, Apis Niger Software, si chiamava allora. La verità era che non avevo voglia di ricominciare a lavorare e mi ero inventato una vacanza collettiva di tre giorni. Ricordo che i funghi erano ottimi.

martedì 14 luglio 2009

Oggi sciopero














Questo piccolo blog partecipa allo sciopero contro il "Decreto Alfano" che vuole mettere un bavaglio ai Blog. Per dirla con "il cuoco", le cui parole mi paiono perfette e che sottoscrivo pienamente.

lunedì 13 luglio 2009

Outing 2

Rileggevo un mio post. Outing in cui dicevo che avrei disperso il mio voto. Non è vecchissimo. Anzi. Appena prima delle ultime elezioni e del referendum. Sembra passata una vita. Invece, semplicemente, con la candidatura di Marino è cambiata l'aria. Meno stagnante, a volte sembra anche troppo frizzante, viste le polemiche seguite in questi giorni sulla questione dichiarazioni sul coordinatore serial stupratore di Roma. Ma che piacere questo rinnovato respirare passioni e condivisioni. Una sensazione che copre anche il fastidio di leggere le polemiche speciose di chi si sente già in battaglia, schierato a testuggine, pronto a considerare il candidato avversario non una ricchezza ma un nemico ed un pericolo. Mi sento ben vaccinato da questo modo di intendere la discussione ed il confronto. Mi va di respirare a pieni polmoni. Come dopo un temporale estivo.

domenica 12 luglio 2009

E vai!

Se vince Marino la Binetti e i Teodem se ne vanno dal PD. I Teodem, una contraddizione assoluta. Conservatori Democratici. Cilicio e Penitenza. Ma dove mai si è visto. Solo nell'attuale PD ci poteva stare. Se ne vanno? Lo dice la Binetti stessa in una intervista a Klaus David rilanciata da ADN Kronos. Una prima vera buona notizia. Una conferma. Una speranza. Vai Ignazio che c'è già aria nuova qui intorno a noi.

Gli struzzi e Marino

Copio pedissequamente una replica di Nikka sulla questione del segretario stupratore. La condivido pienamente e non vedo come meglio si potrebbe dire. Si parla di rispetto. Di trasparenza. Di rifiuto di ogni doppia morale. Brava Nikka. Vai avanti Ignazio, parole chiare e controcorrente, quando serve. Senza curarti dei richiami da clan.

NIKKA
Io sono assolutamente d'accordo con Marino .. una persona che già in passato era stato coinvolto in reati di violenza sessuale non può essere coordinatore di un circolo .. chi non sa scegliere i propri collaboratori è meglio che stia a casa a guardare la tv.
Un autogol???? Ma che discorso senza senso ....
Allora con questa logica è giusto che la chiesa non allontani e denunci i pedofili che sono al loro interno ... tanto per dirne una ...
Di esempi ce ne sono molti ... ma credo che questo valga per tutti .
E gli struzzi mi piacciono solo nei documentari

sabato 11 luglio 2009

Bel lavoro, Pippo

Scandicci. Festa Democratica. Venerdì sera. Cambia il nome non lo schema, l'organizzazione e la partecipazione. La buona vecchia Festa dell'Unità con tanto di ballo liscio, libreria, ristorante affollato da cui si spande un ottimo odore di cacciucco alla livornese e fritto di calamari. Insomma sapori buoni. In tutti i sensi. Di questi tempi un'isolotto felice. Ed eccomi seduto, ieri sera, come annunciato e promesso, al dibattito. Protagonista indiscusso, invitato d'onore Pippo Civati, senza contraltari. Già capire questo mi ha meravigliato. Il riconfermatissimo sindaco di Scandicci, Simone Sgheri, uno dei pochi che ha vinto senza problemi e senza divisioni, oltre il 60% dei voti, roba da prima della bomba atomica, organizza e partecipa ad un dibattito sul prossimo congresso del PD solo e soltantanto per presentare Pippo e la terza mozione al partito scandiccese.
Per farlo si fa accompagnare da un poco più che ventenne capogruppo comunale e da un ventiseienne assessore provinciale. Sia chiaro: discussione politica poca. Programmi quasi nulla. Il tutto molto ombelicale concentrato sulle regole e sul clima del congresso a venire. Comunque domande a Pippo Civati e commenti partecipati e positivi col Sindaco impegnato a far capire a tutti di non essere preventivamente schierato con questa o quella mozione, anzi. Di voler far sentire la voce del "territorio" in modo autonomo e indipendente. In tempi in cui Bersani organizza incontri segreti negli alberghi toscani con altri sindaci, non è poco. Civati ha parlato, molto e saggiamente. Con pacata tranquillità ma con passione. Di regole, di diritti, di Marino, delle follie dei mesi passati, dei TeoDem, dei Piombini. Dell'occasione che può rappresentare per i Democratici questo congresso. Della necessità di non trasformarlo in una guerra per bande. Insomma ha sparigliato. Si è posto in modo del tutto diverso dal "groupie" di una mozione, pur non evitando di dare le giuste stoccate. Una cinquantina di persone fino a mezzanotte, Applausi. Bel lavoro Pippo.

giovedì 9 luglio 2009

Ascoltami, please!












Ringraziando sentitamente Ester "Hoshimem" Memoli che su FriendFeed ha pubblicato questa perfetta sintesi di quello contro cui dobbiamo combattere tutti i giorni. La cosa bella, poi, è che ci tocca pure difenderci da quello che a "loro" piace pensare che "noi" abbiamo detto e che a forza di difenderci ci viene pure il dubbio di essere stupidi. Mi ci faccio uno stock di magliette, me la metto, e le regalo a chi so io.

Peccati di gola


Visualizzazione ingrandita della mappa
Continuo la mia battaglia per scendere sotto le tre cifre di peso. Con fatica e costanza. Annucio vobis, gaudium magno, che ci sono vicino: 101,9! Che ve ne importa a voi? Nulla lo so, Ma non avete idea della soddisfazione mia e dei miei personali attletismi. Per far questo da qualche mese pratico l'autoriduzione del cibo. Nulla di rivoluzionario. Ho scoperto che nutrirsi meno e stare a dieta costa molto di più che mangiare normalmente e godersela un sacco. Pochissime eccezioni. Ieri sera, a Milano, sono andato a cena con Tom nel ristorante siciliano che sta fra l'ufficio e l'albergo. Ristorante Naxos, via Varè, a due passi dalla stazione Bovisa e dal Politecnico. A vederlo da fuori non gli daresti due lire. Dentro l'impressione è quella di un ambiente pulito ma che dovrebbe essere rinnovato radicalmente. Un gigantesco e munumentale caminetto troneggia nella sala principale. Mai visto acceso. Dubito serva a qualcosa. Invece, fin dall'approccio con gli odori che arrivano dalla cucina, si capisce di essere capitati bene. Appena si ha in mano il menù non si può non avere una reazione stupita: una tipica offerta di cucina siciliana basata sul pesce. Se poi si parte dal polpo, o piovra come dicono i milanesi, e si continua con le sarde al beccafico e con la caponata di melanzane si rischia l'estasi. Il mio approccio ieri sera era dunque leggermente tristotto e conservativo: una cosa è prendersi una fettina ai ferri e una insalata in un posto qualsiasi un'altra è fare la stessa cosa in un ristorante come il mio Naxos. Diciamo che mi sono ben comportato. Almeno per gran parte della cena. Mentre Tom si sparava un fritto di paranza notevole anche solo a vedersi, io mi accontentavo di una bistecca di tonno appena scottata, buonisima per altro.
Ho rinunciato anche al vino. Tom non mi ha tentato e si è fatto una birra. Come sia possibile bersi una Nastro Azzurro con un frittino come quello che vedevo di fronte a me non lo so. Certo meglio che cenare a CocaCola. Comunque io mi sono acontentato di una bottiglia d'acqua, pure naturale. Un comportamento da santificare, il mio. Sono crollato sul finale. Quando pensavo di essere salvo e di aver passato indenne anche questa prova, degna di un S.Giovanni Battista che combatte le tentazioni nel deserto, mi si è presentato il cameriere, che poi è il giovane figlio del proprietario e cuoco del ristorante, proponendo un gelato di pistachio appena fatto da loro. Alla precisazione: " fatto col pistacchio di Bronte" non ho retto. Ho ceduto miserevolmente. Unica considerazione: ne valeva la pena. Se vi capita di essere in zona andateci. Sia a pranzo che a cena. Spesa abbastanza contenuta per il pesce a Milano. Col vino dai 40 ai 50 each one.

domenica 5 luglio 2009

Ossessione e liberazione

Giovedì, improvvisamente e senza alcun segno premonitore, è morto il mio BlackBarry. Non nascondo la disperazione ed il senso di smarrimento. Lo strumentino stava acceso da almeno due anni 24/7. Una condizione di affidamento totale.
Un ovvio cordone ombelicale indispensabile: mail dopo mail, messaggio dopo messaggio. Giorno e notte. Irrinunciabile. del resto anche Obama aveva mosso il mondo pur di mantenere il suo.
L'assistenza BB, prontamente interpellata, mi ha detto che prima di venti giorni sarebbe stato impossibile anche solo immaginare di riavere l'oggettino in funzione. Panico totale. Nel frattempo passava il tempo ed io non avevo nemmeno un telefono qualsiasi, altro che push mail! Mi sono ricordato che avevo comprato, più di un anno fa, da Fnac a Milano un Motorola Motophone F3. Tempo di recuperarlo in fondo ad un cassetto e di svenire immediatamente. Mi ricordavo che era all'insegna del "less is more". Minimo minimo nelle dimensioni e nelle funzioni. Niente connessioni. Nessuna funzione aggiuntiva. Display monocromatico. Messaggi? Solo SMS di base non concatenati. Nessuna possibilità di mettere un auricolare. Ricordavo che era costato meno di 50 euro e che era progettato per le funzioni di base, si diceva per i paesi in via di sviluppo, ma accidenti cosa mai me ne potevo fare?
Mi sono detto che era impossibile aspettare e mi sono ripromesso di andare al più presto a comprare un nuovo Berry. Poi è passata una notte. Il giorno dopo partivo per Milano. Gioco forza aspettare. Mi sono detto che per tre giorni non sarei morto. Infatti. Già la mattina dopo emergevano dei pregi. Pregi dello strumento: leggerissimo, sottilissimo. Un apparato radio migliore del previsto. Una batteria infinita. Non riceve le mail. Side effect: la notte si dorme. Niente dirin drin o vibrazione. Ovvio anche il Barry si può spengere. Non conosco nessuno che lo fa. Una ossessione compulsiva. Tossica. Ma perso il BBerry ci si accorge che passa anche lo stress da assedio. Ho iniziato a riconsiderare il problema: che mi perdevo? Alla fine nulla. La capacità di operare in mobilità mi rimane garantita dalla chiavetta usb di Alice. Telefonare telefono. Anche meglio di prima. Gli SMS non concatenati mi obbligano a scrivere con la giusta sintesi. Twitter non fa lo stesso?
Non rinuncerò ad un cellulare adeguato. Solo che da questa vicenda ho imparato una cosa importante. Voglio che sia uno strumento che opera in base ad atti volontari. Personali. In quanto tali misurati con le mie necessità e con i miei tempi. Nulla che irrompa senza riguardo alcuno nella mia vita. Addio push mail. Per sempre.

domenica 28 giugno 2009

Ignazio Marino


Condivido ogni parola. Per il resto chi vuole legga il blog di Arturo e trovi un sistema per far conoscere a tutti l'episodio de "l'autista di Bersani". I comportamenti dicono mille cose più delle parole.

giovedì 25 giugno 2009

L'acqua di S.Giovanni

Uno vive in Toscana da sempre e non conosce le tradizioni più belle e curiose. Fortunatamente c'è chi trova il tempo ed il momento giusto per aiutarmi a colmare le mie ignoranze. Ieri pomeriggio è venuta a trovarmi Roberta. Dopo un po' che chiacchieravamo, poco prima di andarsene ha tirato fuori dalla borsetta un vaso di vetro trasparente pieno di fiori profumati immersi nell'acqua. Petali di rosa, fiori gialli di ginestra, lavanda, piccoli fiori violetti di campo. Non posso negare il mio stupore. Nulla di esoterico: solo una antica e bellissima tradizione toscana che non conoscevo. La racconto come mi è stata spiegata.
La tradizione vuole che nella notte di S.Giovanni si debbano raccogliere fiori e petali profumati. Li si mette in un contenitore di vetro trasparente colmo di acqua. Il vasetto va esposto alla luce della luna per tutta la notte. Dal mattino dopo, per tutto il giorno di S.Giovanni, quell'acqua va utilizzata per lavarsi e sciacquettarsi a piacere. Fa diventare belli e porta fortuna.
Ora che possa funzionare per farmi diventare più bello di come sono non è proprio possibile. Ma contando sul fatto che mi porti fortuna non ho mancato di approfittarne ed ho utilizzato tutta l'acqua che Roberta mi aveva preparato. Mani viso e parti innominabili. Una benedizione totale. Suggerisco che ci proviate anche voi. Certo, dovrete spettare un anno. Un vantaggio che non mi dispiace.

martedì 23 giugno 2009

Di mamma ce n'è una sola

Maria Grazia
Da qualche giorno mi capita di essere bloccato, da una fastidioso incidente di persorso, in un letto. Ovviamente la cosa non mi da alcuna soddisfazione. Il riposo non basta, passate le prime ventiquattro ore, a compensare la costrizione. Ancora più pesante visto che io, senza alcun dubbio, sto proprio bene e mal sopporto l'idea di "prudenza" preventiva che mi tiene fermo. Ma pare ci si debba adattare e mi adatto. Certo è più facile quando ci si trova avvolti, imbozzolati direi, dall'affetto di tutti e dalle concrete attenzioni della mamma.
Maria Grazia, conoscendomi bene, da anni, ha deciso di prendermi per la gola. Oggi si è superata. Timballo di riso basmati con sogliola bagnata nella vinagrette. Melanzane ripiene. Tagliate alte tre dita, scavate per un terzo, riempite di un sughino a base di pomodorini di pachino e porro, coperte da uno strato di pecorino fresco e parmigiano. Messe in forno, sigillate nella carta da forno, per quaranta minuti. Servite ancora calde e morbidissime. Macedonia. Fa bene, contiene vitamine.
Ora: ovvio che non vedo l'ora di sollevarmi dal letto e camminare per le strade del mondo. Ma come farò per disassuefarmi da questo trattamento e ritornare al normale panino meridiano ingozzato in dieci minuti? Occorrerà anche in questo caso agire con prudenza e andare per gradi. Credo che per qualche tempo continuerò a frequentare mamma. Del resto, come dice anche Vincenzo Salemme, di mamma ce n'è una sola.