Problema. Prima puntata della riflessione sul tema. Ho due figli adolescenti. Si dice ancora adolescenti? Non credo si usi più. Termine defunto insieme a matusa. Non ho quindi idea precisa di come si dovrebbero appellare una sedicenne ed un tredicenne. Quello che so per certo è che le loro necessità iniziano a minare alcune delle mie più radicate e basilari certezze. Così mi sprofonda in una crisi assoluta sapere che loro preferirebbero la città. Ora, proprio quando è nata Elena, ho deciso di trasferirmi in cima alla collina dove abito. In mezzo a vigne e ulivi. Vento. Qualche cinghiale che gira la notte. Bonsarto. Un bel posto dove vivere. Bello tanto quando mi sembrava ormai assurda la vita in via Santa Reparata. Centro storico di Firenze. Un passo da San Marco e da San Lorenzo. Almeno mezz'ora per sera per trovare un posto per mollare la macchina. Negozi di alimentari rarissimi. Quei pochi con prezzi esosi. Più probabile trovare un tartufo d'Alba che un etto di mortadella coi pistacchi. In giro per i marciapiedi comitive di giapponesi imbrancati. L'unico giardino nel raggio di un paio di chilometri in una piazza circondata di un flusso ininterrotto di auto. Almeno per 16 ore al giorno. Quindi che Firenze fosse bella solo per chi ci passava poche ore o al massimo per pochi giorni,che non fosse minimanete adatta per farci crescere dei figli, era più di una certezza. Per sedici anni ho ritenuto che la decisione di trasfersi armi e bagagli in campagna fosse quanto di meglio potessi escogitare. Il bello è che lo penso ancora. Personalmente non mi sfiorebbe neppure il dubbio. Poi, torni da un ottimo pranzo, come oggi. Un pranzo a base di bruschetta con l'olio nuovo, canederli in brodo, lesso misto. Un meraviglioso dolce artigianale tutto cioccolata fondente. Un pranzo a casa di un amico che si è trasferito da meno di un anno dalla città in una bellissima casa di campagna. Su un poggio da cui si vede in lontananza il Duomo di Firenze. Lontano abbastanza da goderselo. Torni e tra gli altri soddisfatti commenti dici " bella casa e bel posto" e ti senti rispondere da tua figlia "basta con la campagna. Io vorrei stare in città e anche voi non siete abbastanza vecchi per chiudervi in campagna!" Evidentemente non basta più il motorino.
2 commenti:
io concordo con l'adolescente. La campagna è bella e riposante ma è adatta ai piccolissimi o ai grandissimi. L'ideale è vivere in città e crearsi un rifugio tranquillo in mezzo ai boschi per rigenerarsi dallo stress.
Nikka cittadina
grazie per un post come questo, Bons, che riconcilia con il senso delle cose, in un tempo così triste e becero.
Pensa che io e mia moglie proprio in questi giorni valutiamo la possibilità di andare a vivere fuori città. E uno dei problemi che mi faccio: ma se poi nasce un figlio? Gli amici però che l'hanno già fatto, mi dicono tutti che, nonostante le difficoltà, non tornerebbero indietro. Tutti i sacrifici logistici vengono ripagati dalla qualità della vita, dal temppo delle tante cose ritrovate.
Però capisco che per un "teenager" la questione è diversa: lui è in una fase in cui il tempo non è ancora un problema. Cerca di cogliere l'attimo ed è giusto così.
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