Mi accorgo, con quel pizzico di lucidità che mi sta riprendendo in questi giorni, che è in corso una discussione colta e appassionata a proposito di blog e altri strumenti di social media tipo FF o Twitter o Facebook. . Leggo e non cito le fonti proprio per coerrenza con quel che sto per affermare. O meglio riaffermare. Questo mini blog è quanto di più personale e estemporaneo possa essere concepito. Non coinvolge minimante le mie attività professionali di cui, come del resto è evidente, qui, non parlo proprio. No, non faccio il giochino del doppio, o del nick. Questo perchè rivendico il diritto all'unicità della mia persona, al cazzeggio, alle mie personali opinioni. Che poi significa, contemporaneamente, rivendicare il diritto a voler essere giudicato per la parte professionale indipendentemente da come cucino o da come la penso politicamente. Per non fare il finto ingenuo, so bene che il blog può, legittimamente, essere usato diversamente. Come vero e proprio media o almeno come luogo di espressione e valorizzazione professionale. Molti scrivano sul proprio blog di cose attinenti a quello che fanno, o a quello che vorrebbero fare, o, spesso, a quello che non fanno e che vorrebbero fare. Molti leggono con attenzione le classifiche. Alcuni li leggo con piacere. A volte imparo cose utili. Non mi scandalizzo se fanno, anche, in piccolo, quello che fanno tutti le testate specializzate in grande. Se ci rimediano un telefonino, una consulenza o un pizzico di notorietà da spendersi prima o poi. Sarà che io non ho mai corso da consulente. Non mi piace lavorare da solo. Preferisco gli sport di gruppo e condividere oneri e onori. Ma questo, appunto, riguarda me e il mio blog. Ciò detto mi accorgo che esiste anche sul mio Bonsarto Blog un'area grigia, di confusione. Riguarda la lista a sinistra. Quella che cita i blog che seguo costantemente. A malincuore taglierò tutti quelli che non sono blog di "persona personalmente". Farò più fatica a seguirli e mi dispiace. Ma evitiamo anche questo piccolo rischio di equivoco. Ovviamente la categoria "lavoro", mai veramente usata, qui termina. Tanto dovevo.
5 commenti:
Ciao Luigi, comprendo appieno il tuo post; è stato un vero piacere essere tuo ospite e leggere le tue note da vicino, senza bisogno di lenti o di occhiali particolari..
Continuerò a leggere, e forse tu farai lo stesso con me:).
Il blog, io ho iniziato a scriverlo da poco e mi diverte molto. Non nascondo, che lo sto utilizzando anche come palestra di stile, visto che per lavoro scrivo anche fuori dal blog. Ma anche io cerco di tenere divisi i due ambiti. Concepisco questa esperienza di comunicazione soprattutto come un zibaldone personale, uno speakers corner, privato e parziale. Più che altro mi piace leggere e scambiare opinioni con persone intelligenti. Per ora funziona.
@Leonardo:sei fra quelli da cui si impara. Non lo devo certo dire io. Per non rischiare di perdere i tuoi post, semplicemente, ti ho messo nella barretta dei collegamenti rapidi. Quella sempre in primo piano. Probabilmente, rilanciando i tuoi post, magari qualche nuovo lettore te lo portavo pure. Di quelli "fuori giro". Magari mi studio un modo.
@Marco: in perfetta sintonia. Grazie.
Questo tuo post casca proprio a pennello nel momento giusto nel quale sto mettendo in piedi il mio piccolo blog personale e stavo facendo esattamente la tua stessa riflessione. Io al momento sto pensando di creare un tumblr un luogo non dove io scrivo ( sai che non è il mio forte:-)) ma diciamo una moleskine digitale, una bacheca dove condividere ciò che che mi piace, dove dare evidenza delle cose che mi piacciono o mi interessano, sia inerenti la mia vita privata e passioni. Poi creerò un mini blog ma totalmente personale, dove invece cercherò di scrivere io di mio ma solo sui miei pensieri.
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