In tempi di Facebook, di Linked.In e di Quelchevipare.In è ovvio che molti se ne approfittino per lanciarsi la volata. Gruppi di fans e richiami alle cause più disparate appaiono e scompaiono quotidianamente sui social network che frequento. Non mi sconvolge per nulla neppure la tendenza recente a usare questi strumenti come luoghi di pressione e di formazione di lobbies. Partiamo pure dal principio generale che tutto possa essere legittimamente concesso nella promozione di se stessi e delle proprie opinioni. O meglio che è legittimo se esplicitamente dichiarato e trasparente nelle intenzioni mentre diventa truffaldino e fuorviante se non lo si dichiara o se, peggio, non ci si comporta con lealtà e trasparenza. Ed ecco che non posso non aver ribrezzo constatando che in tempo di elezioni insieme alle veline appaiono bloggers e nuovi capi manipolo che si sono conquistati una qualche notorietà organizzando una "social lobby" personale e che si "candidano" annunciandolo al mondo. Come ovvio e come nella migliore delle tradizioni clientelari mai che si dimettano o si sospendano dalle cariche "social" o che chiedano un parere. Tranquilli. Vorrà dire che mi dimetto io.
1 commento:
Ma come possono dimettersi? Te lo immagini quanti posti in galera bisogna fare?
E se li espellissimo?^......
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