Mi hanno domandato cosa mai facesse mio padre per mettermi in difficoltà dalla finestra del bagno. Ipotesi alquanto grevi , boccaccesce, rumorose, escatologiche ecc ecc. Nulla di tutto ciò. Nessuna volgarità, molta ironia al vetriolo. Anche troppa per un ragazzino, forse, ma non sono morto ne ho rinunciato alle ragazze: evidentemente aveva ragione lui. Un solo episodio per spiegare il genere. Era estate, avevo conosciuto una ragazza più grande di un anno, le facevo la corte, ricambiato assiduamente, per un mesetto buono. Lei quinta ginnasio, amica di una amica. Come capitava alle ragazze degli anni sessanta magari, a quindici anni, ci si iniziava a truccare gli occhi, ma certo non si facevano altri interventi estetici a portata di ogni occhio genitoriale. Ecco che Fiorella, il nome della ragazza, patavina di adozione ma sicialinissima d'origine, bruna di carnagione e nerissima di capelli, sfoggiava una lieve ma evidente peluria sul labbro superiore. Papà, fin dalla prima volta che l'aveva vista l'aveva ribattezzata "baffella" operando una sostituzione di nome assoluta e mai dimenticata. Ecco, per tornare alla finestra del bagno, che come detto dava sulla terrazza che ospitava le festine, mio padre immancabilmente, appariva a brevi e ripetuti intervalli con una gigantesca confezione di schiuma da barba Squib in una mano ed un rasoio nell'altra. Ovviamente non faceva nulla per nasconderli o per nascondersi. Tutti pensavano che si riferisse a me. A qualche guaio combinato. Io sapevo a cosa si riferisse, così come lo sapevano le mie sorelle, più piccole ma sempre presenti, ed era peggio. Molto peggio.
1 commento:
Come direbbe la nonna di Bice: "Donna baffuta sempre piaciuta!"
;-)
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