Appena sveglio, faccio il punto della situazione. Settimana molto sincopata, piena di alti e bassi. Il momento più carino è stato quello che ha visto confrontare (approcci opposti come al solito) i miei figli con la presenza e l'inglese di Thomas. Varrà la pena riportarlo e dedicarci qualche pensiero specifico. Per il resto del tempo qualche affanno di troppo che mi ha distratto assolutamente dal blog. Stamani che tutto sembra meno agitato riapro queste pagine e mi prende quasi il bisogno di dover giustificare il rallentamento nei post. Giustificare? A chi? Non è mica un dovere e non ci sono lettori con cui doversi giustificare come se fosse la ritardata edizione di una rivista. Eppure vedo che molti blogger si giustificano, narrano le vicissitudini di scrittura, gli impegni e gli impedimenti.
E' che il solo vedere disponibile agli altri quello che si scrive fa assumere l'idea di essere effettivamente letti e di aver contratto un patto. Da qui al sentirsi scrittori e giornalisti il passo è breve. Anche se, spesso, sa un po' di ridicolo.
E' che il solo vedere disponibile agli altri quello che si scrive fa assumere l'idea di essere effettivamente letti e di aver contratto un patto. Da qui al sentirsi scrittori e giornalisti il passo è breve. Anche se, spesso, sa un po' di ridicolo.
2 commenti:
questo post mi capita sott'occhio proprio dopo aver letto un'analisi di dell'olandese Lovink sui blog.
"Cosa c'è di nichilista nella blogosfera?" è un saggio duro, in alcuni punti contestabile ma cmq merita di essere letto (trovi il pdf qui http://eurozine.com/pdf/2007-07-10-lovink-it.pdf).
Una delle frasi che mi ha colpito di più e che si aggancia a quello che hai scritto nel post è:
"Bloggare non è né un progetto né una proposta ma una condizione la cui esistenza deve essere riconosciuta."
Domenico.... leggo solo ora. Grazie veramente. Scarico e leggo. Perchè sia chiaro l'ironia era rivolta prima di tutto a me stesso. Da quando, ed è pochissimo, provo a tenere aperto con continuitàquesto blog mi accorgo che il fatto provoca anche in me comportamenti quasi patologici. Solo ora capisco cosa significa stare in classifica ;-) ehhehehhe. Senza contare quelli che ci hanno trovato un lavoro...
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